La voce del professore aveva effetto soporifero su di me, avevo smesso di prendere appunti almeno venti minuti prima e ormai non sapevo nemmeno più cosa stesse spiegando. Se mia madre mi avesse visto in quel momento, con la testa abbandonata contro la mano e lo sguardo fisso nel vuoto, avrebbe sospirato e scosso la testa. Non riuscivo a seguire, potevo pensare solo alla serata precedente passata con Shoto, con i nasi premuti l'uno contro l'altro, gli occhi strabici per la vicinanza e le risate a riempire le nostre menti. Come eravamo finiti in quella situazione? Avevamo fatto una scommessa su quanto tempo avremmo resistito nello stare stretti l'uno all'altro senza parlare, né vedere film, semplicemente guardandoci da vicino, forse troppo vicino visto che mi si incrociavano gli occhi. Avevamo resistito per diverso tempo prima di addormentarci in quella posizione.
Una scommessa idiota, nata dalla noia del momento e dall'indecisione su che film vedere. Denki era rimasto da Kirishima e sicuramente avevano speso il loro tempo facendo qualcosa di più produttivo del semplice guardarsi, ma a me andava bene così.
Ogni tanto sbloccavo il cellulare nella speranza di trovarvi una distrazione tale da farmi svegliare, ma nessuno mi scriveva e il professore non cambiava minimamente tonalità della propria voce. Spiegava in quel modo monotono che avrebbe potuto rendere noioso anche un libro di avventura.
Feci scorrere il mouse sugli appunti presi fino a quel momento, rendendomi conto di aver concluso la pagina word con la frase -mi sono perso-. Molti dei miei appunti terminavano con quella singola frase.
Sentii il cellulare vibrare e mi ravvivai, finalmente avevo qualcosa con cui distrarmi. Lanciai un'occhiata al professore che ora dava le spalle alla classe per scrivere qualcosa sulla lavagna e poi sbloccai il cellulare grazie all'impronta digitale. Speravo che chiunque mi avesse messaggiato avesse bisogno di parlare di qualcosa di molto lungo e impegnativo. Ero pronto a disquisire su qualsiasi cosa, il tempo, la situazione economica di un paese dal nome impronunciabile, l'ultimo autore che aveva vinto il premio Strega, qualsiasi cosa sarebbe stata un aiuto prezioso per ritrovare un po' di vivacità in quella lezione oziosa.
Era stato Shoto a scrivermi e lo ringraziai mentalmente. In qualche modo quel ragazzo, il mio ragazzo, sapeva quando avevo bisogno del suo aiuto anche a distanza. Non lo vedevo dalla colazione e lo avrei incontrato solo dopo altre due ore, quando fosse giunto l'orario del pranzo.
[Sei a lezione?]
Alzai il cellulare e scattai rapidamente una foto del professore di schiena da potergli inviare per rispondere alla domanda. Era leggermente mossa, ma si intuiva benissimo cosa stessi facendo.
[Potevi rispondere con un semplice "sì"]
Sorrisi e nascosi quella mia smorfia dietro la mano. Era vero che il professore non sembrava molto attento agli studenti, ma addirittura ridergli in faccia sarebbe stato irrispettoso nei suoi confronti, era pur sempre un professore con cui avrei poi dovuto affrontare un orale per superare l'esame.
[Dovevi dirmi qualcosa?]
Cercai di prolungare la conversazione più possibile, mancava ancora mezz'ora per finire quella lezione e non avevo intenzione di passarla fissando il vuoto.
[In realtà no, volevo solo sentirti]
Queste erano le frasi che preferivo da parte sua, era come un promemoria che nella coppia, sì finalmente riuscivo a definirci tali, ero leggermente incredulo quando gli altri ci chiamavano in quel modo, ma ci stavo facendo l'abitudine, non fossi l'unico ad aver bisogno costante dell'altro. Per mia fortuna non ero uno che arrossiva facilmente, perché altrimenti chi mi stava vicino lo avrebbe potuto notare in quel momento. Però, avrei tanto voluto alzarmi in piedi e urlare "Il mio ragazzo ha bisogno di sentirmi", unicamente per far sapere anche al resto del mondo che Shoto mi aveva scritto per il semplice gusto di ricevere un mio messaggio e avere la conferma che nel nostro rapporto non ero l'unico a cercare la presenza dell'altro, non ero l'unico che si ricaricava semplicemente leggendo i messaggi dell'altro, lui voleva sentirmi e non cercava delle scuse per scrivermi, gli bastava dire la verità: voleva solo sentirmi.
STAI LEGGENDO
L'imperfezione della necessità
أدب الهواةQuando odi una persona le auguri i peggiori mali al mondo, ma, quando scopri che nasconde un segreto e che il male vive accanto a lui, tutte le tue certezze crollano e vorresti solo esser rimasto all'oscuro di quel pesante segreto. Una enemies to l...