Chapter 65

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Il mio corpo, forse morente e senza forze, veniva trasportato a fatica fino alla stanza in cui sarei dovuta venire operata, quel dottore non mi aveva confermato che vivessi dopo l'intervento ma mio fratello era disposto a fare di tutto purché restassi in vita.

"Avanti Gaia" mi posarono sul tavolo e una scossa di dolore mi percorse la spina dorsale, speravo che il chirurgo sapesse il suo lavoro e soprattutto pregavo con tutta me stessa, che durante l'operazione per estrarre il proiettile, venissi sedata abbastanza perché io non sentissi niente.

John B mi stringeva la mano, vedevo le sue lacrime rigargli le guance e il mio cuore si stringeva dal dispiacere a vederlo in quegli stati, aveva perso tutto: sua madre, suo padre, i suoi amici, la sua ragazza e ora forse avrebbe perso anche sua sorella minore, la persona con cui era cresciuto e aveva condiviso qualsiasi cosa nella vita, era disposto a sacrificare la sua per la mia.

"Ei" appoggiai una mano sulla sua guancia destra "stai tranquillo" cercai di rassicurarlo, ma con scarsi risultati, i suoi occhi vagavano impauriti per la stanza; fece un cenno con la testa e poi si leccò le labbra "hai bisogno di qualcosa?" mi chiese cercando di dimostrarsi tranquillo, ma non era assai credibile.
Dopo la sua domanda, lo osservai attentamente, una sola cosa volevo in questo momento oltre a lui...

Cercai di afferrare il mio cellulare nella tasca posteriore dei miei pantaloncini, lasciando ricadere nella fredda ebrezza dei leggeri lamenti di dolori, quasi impercettibili, poi lo porsi a John B. "Cosa dovrei farci con questo?" chiese ulteriormente non capendo il significato del perché glielo porgessi "ti chiedo sola una cosa" cercai di sporgermi più avanti, ma mi riposò subito con la schiena sulla barella "chiama Rafe" a quelle parole sussultò come stranito e contemporaneamente scioccato "e fallo venire qui" dissi decisa.

"Non stai dicendo sul serio" scattò in piedi confuso, non aveva mai saputo di me e Rafe, anzi nessuno sapeva di noi due, gli unici erano: Jj, Kiara, Pope e Barry, ovvero anche gli unici che avevano assistito al nostro addio alle Outer Banks. "Si invece" sbottai infastidita "io non inizierò questa fottuta operazione senza Rafe" esclamai a denti stretti, era un ordine questa volta e non più una richiesta.

Pov's Rafe

"Numero sconosciuto" lessi a bassa voce il numero che era comparso sulla schermata del mio Iphone, nel frattempo mi trovavo in giro per le Bahamas, esausto e stremato. Averla vista e averla persa nello stesso momento, mi stava distruggendo in tutti gli effetti. "Numero sconosciuto" ancora che richiamava, non gli era bastato che gli avessi messo giù una volta, voleva sentirselo dire una seconda.

Cliccai quel punto rosso di riattacco e sbuffai infastidito, nonostante il trambusto mio padre voleva che continuassi a cercare l'oro perduto, quello che i fratelli Routledge ci avevano rubato. "Numero sconosciuto" esclamai "ancora?!" sbattei le mani sul volante e risposi in maniera violenta, ma senza esprimere una parola "Rafe" sentì dall'altra parte.

"John B" non esitai a dire, avevo riconosciuto all'istante la sua voce, ma innumerevoli domande mi vagavano in testa, per quale possibile motivo mi aveva chiamato? "Te lo spiegherò una volta" cominciò lui, sicuramente qualcosa era andato storto nei suoi piani, perché chiamare il suo peggior nemico mi sembrava un po' un azzardo "recati da solo" accentuò la voce sull'ultima parola, cercando di marcare il significato "a questo indirizzo" me lo dettò e rimanemmo in silenzio, se non sbaglio per un buon minuto abbondante, la tensione era percettibile da entrambi.

"Non lo fare per me" lasciò ricadere un forte sospiro che riuscì a sentire tramite il cellulare, era così strozzato e spaventato allo stesso tempo, come se fosse stato obbligato, eppure era ovvio che non lo avesse fatto per sua spontanea volontà "ma fallo per Gaia" riattaccò la chiamata e poi il silenzio più totale.

Di primo impatto composi il numero di mio padre, avremmo potuto raggiungerlo con la polizia e arrestarlo per averci rubato l'oro, ma di secondo piano qualcosa mi frenava, o meglio la sua ultima frase: "fallo per Gaia" mi ripetevo in mente di continuo, non riuscivo a capire se tutto questo fosse una trappola o meno...

Bevvi un sorso di alcool dalla mia bottiglia tascabile, quella piccola e di ferro, poi la gettai nei sedili posteriori e spinsi col piede sull'acceleratore, ormai per me l'unico scopo era ritrovare Gaia e forse parlare con John B mi avrebbe aiutato a scoprire dove si trovasse.

Raggiunsi l'indirizzo in breve tempo, in neanche un quarto d'ora fui nel luogo comunicato, parcheggiai la mia Range Rover Nera e poi smontai guardandomi attorno, di quel fottuto Routledge non ne vedevo ancora l'ombra e tutto questo mi risultava abbastanza sospetto, fino a quando sentì i suoi passi dietro di me. "John B" dissi voltandomi e squadrandolo, aveva quel solito sguardo che mi faceva andare fuori di testa "cosa vuoi?" chiesi sgarbatamente, era già tanto che avessi seguito i suoi ordini "seguimi" esclamò infine e feci da come richiesto.

scelta difficile || rafe cameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora