Chapter 67

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"Non dovrebbe svegliarsi a breve?" chiesi al dottore impaziente, ma ormai l'intervento durato due lunghe ore era terminato da quasi mezz'ora e la nostra Gaia continuava a dormire con un sonno pesante e disturbato; "dovrebbe" rispose l'uomo confuso dal tutto, effettivamente c'erano delle complicazioni dovute dall'operazione, speravo fosse abbastanza forte per affrontare anche questo.

Mi poggiai con le spalle al muro, sempre osservando il suo esile corpo disteso sul grande tavolo della cucina, mentre John B si trovava seduto su una sedia di fronte di lei, picchiettava nervosamente il piede sul pavimento: la nostra frustrazione era percettibile ad entrambi.

I minuti scorrevano, lunghi e interminabili, "avanti Gaia" imprecai a bassa voce andando verso di lei prendendo un suo polso e cercando il suo battito cardiaco, era lento ma c'era... lasciai ricadere un sospiro stremato nell'aria e mi portai le mani tra i capelli vorticosamente, mi rivoltai verso di lei sentendole questa volta il battito sul collo, spostavo la mano: destra e sinistra, destra e sinistra, sinistra e destra, sinistra e destra, come una fottuto pazzo ma ero convinto di non sentire il suo cuore battere, infatti non mi sbagliavo.

"Dottore" esclamai spaventato e indietreggiando di qualche passo dal suo corpicino "non sento i suoi battiti sul collo" urlai facendo preoccupare John B "Gaia" l'afferrò per le spalle scuotendola fortemente "no no svegliati" gridò poggiando la testa sul suo petto per poi rialzarla e guardarla con le lacrime agli occhi.

"Uno di voi sa fare il massaggio cardiaco?" guardammo il dottore sconcertati, a quanto pare la risposta di entrambi era negativa visto che ci spiegò in un attimo come procedere per farlo e John B cominciò con la rianimazione, mentre l'uomo a noi sconosciuto si occupava delle vie aree, doveva far arrivare ossigeno ai polmoni.

L'uomo dai capelli bianchi fece qualche passo indietro "cosa sta facendo?" sbraitai vedendo che aveva smesso di rianimare Gaia e il lungo rumore del macchinario che faceva traspirare nelle nostre orecchie il suono del suo cuore fermo, mi faceva angosciare ogni secondo di più "non c'è più nulla da fare" si portò verso il suo ufficio, ignorando gli sforzi stremati miei e di John B "cosa sta dicendo" spalancai la porta seguendolo a ruota, ma non era intenzionato a volermi ascoltare.

"Rafe aiutami" urlò dall'altra stanza Routledge e mi precipitai di nuovo dai due, fanculo anche a quel dottore "falle la respirazione" annuì con la testa alla sua richiesta e aspettai il momento esatto.
Suo fratello premeva sul petto della minuta Gaia con una certa frequenza e disperazione, mi distruggeva solo a vederlo, quel dolore che lo incombeva lo avevo provato anche io e tutt'ora lo avrei riprovato se sua sorella non avesse riaperto quei fottuti occhi "vai" urlò distogliendomi dai miei pensieri.

John B cessò con il massaggio cardiaco ed io tappai il naso alla biondina, per poi poggiarle due dita sotto al mento per rialzarle leggermente la testa e infine premetti le mie labbra contro le sue, cercando di darle l'ossigeno di cui aveva bisogno per ritornare in vita, continuammo così per dieci buoni minuti.

"Gaia ti prego" strinsi la sua mano mentre vedevo suo fratello rassegnarsi, fino a quando il dottore tornò da noi per spegnere il macchinario e ribadirci che la biondina non aveva superato l'intervento. "Cazzo" gridò istericamente John B mentre gettava a terra violentemente la sua sedia "ti prego" prese il viso della sorella guardandolo, ormai spento e privo di espressione, ma ancora così bello "reagisci" urlò appoggiando la sua testa sul petto di Gaia, che ormai era fermo immobile.

"No" mi afferrai violentemente i capelli, passandoci le dita nervosamente, poggiai la mia fronte sul muro e chiusi gli occhi: non era vero, non poteva esserlo.
Erano fottuti mesi che credevo che avesse perso la vita in mare e ora che l'avevo ritrovata, ora che avevo scoperto che era viva, mi era morta (questa parola mi metteva i brividi) sotto gli occhi e io non avevo potuto fare niente per salvarla.

Un senso di vuoto mi percosse per tutto il corpo e mi poggiai a terra, con il sottofondo di pianto di John B che rendeva questo momento ancora più sofferente di quanto non lo fosse già, il dolore stava raggiungendo l'apice della mia sopportazione e sorrisi per poi scoppiare in lacrime, era la prima cazzo di volta che piangevo in questa maniera e mi strinsi a me il viso.

I minuti successivi furono strazianti e pieni di malinconia, sarei quindi ritornato come pochi giorni fa: a bere e a drogarmi per infine compiangermi nella sua tomba, fino a quando un respiro riempì l'aria della stanza.

Pov's Gaia

Spalancai gli occhi e feci un profondo respiro, era come se mi avessero tappato la bocca per un'eternità e l'aria sembrava non bastare, inalandone sempre di più cominciai a tossire, ma solo poi notai due volti guardarmi estremamente confusi. "Gaia" mi si posò in un caloroso abbraccio John B, mio fratello.
Mi strinse forte a lui come se avesse potuto perdermi da un momento all'altro... come mai avevano quei visi così sciagurati?

Rafe si alzò in piedi e sorrisi nel vederlo, aveva le guance arrossate e i capelli spettinati, chissà cosa doveva essere successo di così stravolgente durante la mia assenza. "Cazzo" sussurrò premendomi un bacio veloce sulle labbra e poi mi prese il viso tra le mani "come stai?" chiese per poi passare ad una seconda domanda "ti fa male da qualche parte?" e poi ad una terza "fatichi a respirare?" scossi la testa a tutti questi quesiti così banali ma a lui sembravano di grande importanza, proprio come a mio fratello.

"Cosa succede ragazzi?" domandai guardando prima il volto di uno e poi dell'altro "eri morta cazzo" sbraitò John B frustrato dalla situazione e si diresse dalla parte opposta, molto probabilmente in cerca del dottore.

"Stenditi avanti" ero seduta sul bordo del tavolo di dove mi avevano operato "Rafe sto bene" lo rassicurai mentre appoggiavo le mie mani sulle sue spalle, poi accennai uno sguardo verso l'altra stanza: ovvero dove si trovavano mio fratello e l'uomo dai capelli bianchi, stavano discutendo vivacemente senza preoccuparsi di noi.

Afferrai le guance del biondo, accaldate e rosse, poi feci congiungere le nostre labbra in un veloce bacio a stampo, ma che a lui non fu sufficiente: affondò le sue mani saldamente sui miei fianchi per poi portarmi verso il suo bacino e riprese quello che avevo iniziato, le sue labbra si riposarono sulle mie ma con molta più foga e non esitò a far congiungere anche le nostre lingue.

La sua lingua danzava insieme alla mia e le sue mani vagavano per il mio corpo fino a stringermi il mio interno coscia facendomi gettare la testa all'indietro; il suo membro spingeva contro la mia intimità, ma a contenerlo erano i suoi pantaloni, nel frattempo le sue mani salivano sempre di più, era ormai chiaro il suo scopo.

"Rafe non mi sembra il caso" esclamai sottovoce allontanandolo da me e ritrasse subito le sue mani, mentre io mi ricomposi gemendo dal dolore dei punti, alla fin fine ero appena stata operata. "Ti ho fatte male?" si preoccupò avvicinandosi "stai tranquillo" sospirai "solo non credo che sia il massimo farlo quando mio fratello si trova nella stanza di fianco"

scelta difficile || rafe cameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora