Chapter 52

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Chiusi la portella della macchina violentemente e presi a camminare all'interno della casa dei Cameron, a passo svelto fino a raggiungere la mia camera e mi portai nel bagno, mi guardai allo specchio e cominciai a tremare.

Osservavo sconvolta le mie mani insanguinate e il mio stesso corpo, le braccia, le gambe e pure il viso. "Cazzo" sussurrai tirandomi indietro in maniera frustrante i capelli e nel mentre cercavo di trattenere le lacrime, Peterkin mi era morta davanti, Peterkin era morta...

Una rabbia percorse tutto il mio corpo, l'adrenalina della stessa situazione me la stava aumentando, uscì dalla mia stanza per raggiungere quella di Rafe e spalancai la porta, non bussai nemmeno, non ne avevo bisogno e non mi importava in questo momento. "Sei una grandissima testa di cazzo" gridai andando contro di lui, non sapevo perché avessi avuto questa reazione così esplosiva, ma in questo momento non volevo altro che urlargli in faccia i suoi sbagli.

"Cosa ti prende Gaia?" mi prese i polsi bloccandoli, ma non esitai un secondo a liberarmi e a sferrare a mia volta una sberla nel suo volto "cosa mi prende?" mi passai una mano vorticosamente tra i capelli, in questo momento la pazza tra i due sarei potuta sembrare io "Rafe hai appena ucciso una persona" lo spinsi e gli puntai un dito sul petto "tu sei stato tu!" cominciai a piangere mentre colpivo il suo petto con i miei pugni, lasciandomi andare ogni secondo sempre di più "tu sei, sei" balbettai colpendolo ancora e ancora, anche se lui rimaneva impassibile ad ogni mio movimento.

"sei uno psicopatico"

Lo guardai negli occhi, convinta che si arrabbiasse con me, invece mi trasse a lui con un leggero gesto dandomi un bacio sulla nuca "lo so piccola" sentivo il suo cuore battere all'impazzata, avrei potuto dedurre essere eccessivo "io penso" cominciò a toccarsi il petto nervosamente "penso penso di avere dei problemi" rimase qualche secondo in silenzio, dove l'aria ormai era diventata pesante da respirare  "io non sto bene" sussurrò "no..." terminai di parlare e poi mi allontanai da lui, guardandolo con aria schifata, aveva appena ucciso una persona.

"Gaia devi andarti a lavare" mi prese per il polso "dobbiamo cancellare le prove" scossi la testa e negai la sua proposta, ma sapevo meglio di lui che la sua era una affermazione e che avrei dovuto eseguire i suoi ordini. "Non te lo chiederò di nuovo" mi trascinò nel suo bagno, fino ad arrivare alla doccia e sbatte i pugni contro il vetro di essa "romperai qualcosa se continui così" dissi rivolgendogli un falso sorriso "impara a controllarti!" lo schernì mentre me ne stavo dritta in piedi all'interno della doccia.

"Lavati" ordinò rimanendo impassibile e con lo sguardo fisso sul mio esile corpo, che tremava ancora "esci dal bagno" sussurrai portando i miei occhi verso i suoi e nel mentre le mie mani si sfregavano l'una contro l'altra, chiaro segno di agitazione. "Smettila di fare la bambina" si levò velocemente la maglietta ed entrò assieme a me nella doccia, non feci tempo a controbattere che accesse l'acqua e un forte getto caldo piombò sulle nostre teste; portai il palmo delle mie mani rivolte verso l'alto dove le gocce dell'acqua scendevano e facevano sciogliere il sangue ormai secco... alzai il viso per guardare quello di Rafe:

i suoi occhi blu osservavano il mio viso perso, fino a quando una sua mano si fece largo sul mio collo e con una leggere stretta da farmi sussultare poggiò le sue labbra sulle mie, nonostante l'odio che provassi nei suoi confronti non feci a meno che assecondarlo e quindi attorcigliai le braccia al suo collo, aumentando la potenza del bacio.

Mi spinse contro le pareti della doccia, a momenti faticavo a vederlo per via del vapore creatosi per l'acqua assai calda, le sue mani divagavano per il mio corpo arrivando alle spalline del mio vestito e le fece scendere dalle mie spalle per poi sfilarmelo del tutto e stesso fece con i suoi pantaloni, eravamo entrambi in intimo con gli sguardi affannosi.

Portò i miei capelli dietro le orecchie, con un gesto lento e sensuale, poi inaspettatamente con modo molto garbato mi fece voltare così sganciò il reggiseno e lo levò per poi gettarlo a terra; mi rivoltai verso di lui tenendo le braccia davanti al mio petto, cercavo di coprire il mio seno.

"Piccola" mi tirò a se e alzò il mio viso verso il suo, spostava le varie gocce ricadute sulle mie guance e poi cautamente riposò le labbra sulle mie mordendo il labbro inferiore, nel frattempo sciolse le mie braccia dal mio seno e mi fidai di lui, dei suoi movimenti e gesti. "Stai tranquilla" mi voltò questa volta in modo che osservassi il muro della doccia, il mio culo poggiava sulla sua sporgenza che ormai aveva raggiunto l'apice e le sue mani vagavano sul mio corpo. 

Lasciai ricadere all'indietro la mia testa così che l'appoggiassi sui suoi pettorali, nel frattempo una sua mano poggiava sul mio seno sinistro stringendolo e l'altra era piazzata sul mio fianco, mentre le sue labbra succhiavano il mio collo, lasciando segni chiari e marcati.

Le sue dita cominciavano a spingersi sempre più vicino alla mia intimità cercando di abbassare le mutandine fino a quando entrambe le sue mani presero l'estremità di esse e le fecero scivolare lungo le mie gambe; questa volte invece toccava a me, mi voltai lentamente, lasciai un leggero bacio sulle sue labbra e facendo scorrere le mie unghie sul suo petto arrivai fino si suoi boxer che non riuscivano più a contenere la prorompente erezione.

Mi rialzai in piedi osservandolo e i suoi occhi non smettevano di squadrarmi, penso fosse la prima volta che mi vedesse nuda, invece beh io... lui non si era mai fatto problemi a cambiarsi di fronte a me. "Cazzo se sei bella" esclamò prima di appoggiare le mani sul muro della doccia e intrappolandomi con il suo corpo ad esso "non penso dovremmo" sussurrai guardandolo confusa, ora i miei più grandi dubbi si stavano diffondendo nella mia testa e mi bloccavano di andare oltre, forse Rafe non era quello giusto?
"Non te la senti?" bisbigliò mentre succhiava la mia clavicola in maniera leggera e così fortuitamente elegante, intanto le sue mani premevano sui miei fianchi e gli anelli lasciavano il loro contatto freddo.

"Io sono arrabbiata con te" afferrai il suo volto alzandoglielo in modo che mi guardasse negli occhi, aveva quello sguardo da sfida che mi faceva temere le peggio cose, sapevo che avrebbe vinto lui ad ogni costo "sei proprio sicura?" con un gesto rapido salì per il mio interno coscia e poi infilò un dito all'interno della mia intimità, sussultai e mi coprì la bocca con le mani, da classica bambina!

"Piccola" levò le mie mani dal mio volto e sì poggiò sulle mie labbra "fidati di me"

scelta difficile || rafe cameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora