uscì dal bagno con solo i pantaloni della tuta grigi e con i capelli bagnati che gli ricadevano sulla fronte "tutto bene?" mi chiese posizionandosi di fronte a me, nonostante tutto ero distesa nel suo letto che osservavo il vuoto.
Non risposi. Mi limitai a voltarmi dalla parte opposta alla sua e lo ignorai, sentivo i suoi occhi addosso, soprattutto per il fatto che nel girarmi la mia maglia si era leggermente alzata, quindi lasciava il mio culo in bella vista."Gaia smettila di fare la bambina" esordì mentre si portava verso lo specchio per sistemarsi il ciuffo biondo che si ritrovava in testa; "per quanto dovrò stare segregata qui?" chiesi alzandomi di scatto, le sue parole le avevo sentite e assimilate, ma non ero in vena di affrontarlo, quindi mi adeguai a farli una semplice domanda dove aspettavo una chiara risposta.
Portò lo sguardo al suo lato, effettivamente ero in piedi di fianco a lui e quindi si limitò ad abbassare i suoi occhi celestini per scrutarmi per poi sorridere.
Quel sorriso che al momento mi fece innervosire, ma non era un sorriso maligno come gli era solito fare per provocarmi, sembrava sincero o forse imbarazzato? Abbassò la vista verso le sue mani, che si trovavano appoggiate sul ripiano di fronte a lui: le vene e gli anelli, erano così fottutamente belle e perfette."Allora?" lo invitai a rispondere alla mia domanda cercando di fargli una leggera pressione, "quando penso sarà il momento giusto uscirai da questa cazzo di camera" disse quasi bruscamente, poi si voltò e mi guardò qualche secondo poco prima di accennare un "ok?"
"Stai scherzando spero?" sbottai portandomi una mano sulla ferita, mi ero scordata che neanche la sera prima la vecchia pazza mi aveva colpito con il suo bastone sul fianco ed evidentemente non lo avevo disinfettato abbastanza. "No" chiuse il discorso seriamente, fino a quando non si accorse del mio improvviso cambio d'umore.
"Che ti succede Gaia?" chiese preoccupandosi immediatamente per me e lo ignorai, si stava veramente preoccupando per me, dopo che aveva cercato di annegarmi? Ridicolo, uno dei tanti aggettivi che potevo attribuirgli.
"Fa vedere" si sporse più avanti, ma cercai di evitarlo, causando una sua reazione contraria e mi alzò la maglietta sgarbatamente, quando vide la ferita lo sentì sussultare, forse non si aspettava di trovarmi in quello stato. "Chi è stato?" domandò passandosi furtivamente una mano tra i capelli, nel frattempo io me ne stavo ingenuamente davanti al suo corpo, dove il petto scoperto faceva risaltare ogni sua singola perfezione.
"Non deve importarti" esclamai allontanandomi, perché sapevo che avrebbe avuto uno scatto d'ira alle mie parole, infatti mi voltò di nuovo verso di lui, facendo attenzione a non farmi del male. "Puoi almeno farti disinfettare?" lo guardai e poi cedetti, ma solo perché ritenevo che era la cosa giusta da fare.
Tornò dal bagno con una garza e dell'acqua ossigenata, il mio incubo. "Togliti la maglietta" sapevo che era a suo discapito questo, avrei potuto non farlo e infatti questa era la mia decisione, non mi sarei levata gli abiti davanti di lui, soprattutto perché ero già in mutande. "Ti ho già vista in intimo" abbassai lo sguardo, sapendo che quel che diceva era più che vero "più di una volta" aggiunse alzandomi il viso mettendo due dita sotto al mento.
Divenni rossa, ma stranamente, non so cosa mi sia passato per la testa in quel momento, decisi di accettare e togliermi quella dannata maglia per farmi disinfettare.
I suoi occhi erano puntati addosso di me e quando finalmente rimasi in intimo del tutto, il suo sguardo girovagò per il corpo per quasi un minuto e poi lo portò sul mio, cercando un contatto visivo, sapeva che lo avrei mantenuto e così fu. "Siediti sul letto" disse e istintivamente feci da come lui richiesto, senza stranamente lamentarmi.
Le sue mani scivolarono lungo il mio fianco e lo strinse appena arrivò ad esso, con la mano libera bagnò la garza con il disinfettante e poi la poggiò sopra alla mia lesione, provocandomi un leggero dolore all'inizio e poi sempre di più, ma rimasi impassibile, non volevo mostrare a Rafe le mie debolezze. Chiusi gli occhi.
"Tutto bene?" mi chiese appena finì di medicarmi e quello fu il momento in cui riaprì i miei occhi, notavo il suo sguardo preoccupato, se non lo avessi odiato tanto avrei potuto dire che quasi mi faceva pena. "Si grazie" mi alzai dirigendomi verso la mia maglia che avevo lasciata appoggiata sulla sedia della sua scrivania, ma non feci in tempo a raggiungerla che mi richiamò il biondo.
"Gaia aspetta" mi prese per il polso portandomi a se, non capendo cosa stesse facendo e comprendendo la sua confusione in quel momento, non esitò a baciarmi, si di nuovo.
Una nuova esplosione di emozioni pervase il mio corpo, questa volta era diverso, i nostri corpi caldi uniti l'uno all'altro e le nostre labbra che non si staccavano un secondo, forse dopotutto sapevo che saremmo finiti così.
Le sue mani fredde e possenti si approdarono sui miei fianchi, amavo il suo modo così professionale che usava quando mi baciava, non era uno dei tanti che avrebbe messo le mani subito sul mio culo o sul mio seno, lui era diverso... in ogni cosa.
Le sue dita stringevano la mia vita e tenevano il mio corpo schiacciato contro il suo, mentre io poggiai le mie piccole mani sul suo petto, dove aveva aumentato il battito appena le nostre labbra si erano congiunte.Si spinse contro il suo letto, sedendosi e portando velocemente me sopra di lui, al momento rimasi perplessa, ma non riuscivo a staccarmici, stava diventando un vero e proprio problema.
Ero a cavalcioni su Rafe e il nostro bacio stava diventando sempre più passionale, ogni secondo di più sentivo il bisogno di stare con lui."Per quanto mi piacesse questa posizione" strusciò le sue labbra sul mio collo per poi sussurrarmi ciò all'orecchio, "preferisco avere io il controllo" esordì per poi ribaltare la situazione; mi trovavo distesa sul suo letto e lui a cavalcioni sopra di me, non sapevo quali erano le sue intenzione, ma qualunque fossero state non saremmo andati oltre a quel fottuto bacio.
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scelta difficile || rafe cameron
FanficDue opposti, Gaia Routledge una pogues e Rafe Cameron un Kooks. Fin dai primi anni della loro vita i due non si sopportano, mantenendo un odio costante da parte di entrambi, ma che sotto sotto sanno che nonostante quell'odio c'è qualcosa che li avv...