Chapter 69

3.9K 131 23
                                    

Si voltò cautamente e poi abbassò il suo sguardo verso il mio, quegli occhi celestini che mi facevano venire le farfalle nello stomaco ogni volta che li osservavo, eppure li odiavo e nello stesso tempo li amavo.

"Siediti" gli feci cenno e si accomodò sul gabinetto chiuso, poi mi avvicinai a lui in tal modo ero alta abbastanza perché lo potessi guardare dall'alto "ti fa male?" chiesi mentre cercavo di appoggiare una mano sulla sua guancia "tu che dici?" alzò le sopracciglia in maniera sarcastica, ma sorrisi "si scusa" mi scusai per la domanda stupida appena compiuta e notai le sue labbra formare un lieve ghigno per poi distogliere lo sguardo da me, abbassandolo verso le sue mani e infine si posarono sul mio retro coscia, cominciando a far scorrere le sue dolci dita.

"Se ti fa sentire meglio John B è preso peggio di te" scherzai mentre afferravo un asciugamano bagnato con un po' d'acqua "le ha prese per bene" esclamò mentre rivolgeva il viso nella mia direzione così che io potessi levargli il sangue.

Mentre lo medicavo notai il suo labbro, in particolare quello era rotto e non ero certa che bastasse il mio aiuto perché si rimettesse in sesto "Rafe hai bisogno di punti" avevo terminato di pulirlo dal sangue secco, ne era uscito dalla rissa con un occhio nero, una botta sulla guancia sinistra e un bel labbro rotto "mh" mugolò per poi poggiare la fronte sulla mia pancia, dopotutto lui era seduto ed io mi trovavo in piedi di fronte a lui.

Sorrisi nel vederlo distrutto che si adagiava a me, ormai stanco e dolorante. "È solo un taglio non preoccuparti" strinse leggermente la presa sulle mie cosce quando appoggiai le mie unghie sulla sua nuca, facendole scorrere trai suoi capelli biondi. "Dio se mi eri mancata" alzò lo sguardo su di me e le sue mani passarono ai miei fianchi, assaporandoli come se non li conoscesse già fin troppo bene, mi portò con cautela sopra di lui, facendo attenzione alla ferita d'arma da fuoco e solo quando fui finalmente a cavalcioni su di lui:

mi baciò.

Lento e colmo di passione "sai Gaia" si bloccò di colpo, non era da lui e teneva le sue labbra a pochi millimetri dalle mie, parlava sfiorandomele "io...io" si toccava il petto nervosamente "credevo fossi mor...mor...morta" scese una lacrima nel suo viso infranto dal dolore, non avevo la più pallida idea di cosa avesse passato negli ultimi mesi "ho fatto cose che" cessò di parlare, come se quello che avesse fatto fosse un grandissimo errore.

"Hai bevuto Rafe?" appoggiai la mia fronte contro la sua, mi dispiaceva vederlo soffrire in questa maniera e sapevo inoltre che tutto questo era per colpa mia. "Ogni giorno dalla tua scomparsa" quella frase mi toccò fino in fondo, non pensavo ricadesse nelle sue stesse abitudini "io non sapevo come affrontare il dolore" allontanai leggermente il mio viso dal suo mentre parlava, ero stupita e alquanto amareggiata.

"Ogni tanto andavo alla tua tomba" lo bloccai guardandolo confusa "tomba?" chiesi non capendo "Gaia tu eri morta per il mondo" alzò la voce facendomi sobbalzare e mi scansai dalle sue gambe reggendomi in piedi "da un giorno all'altro tu non c'eri più" gridò e per la prima volta dopo tanto vedevo lo stesso Rafe che mi incuteva paura "e io non sapevo niente" non perse tempo ad alzarsi "niente" sbotto a tono alto mentre mi fronteggiava "sono stato sulla tua cazzo di tomba Gaia" mi afferrò la mascella in maniera violenta, ora lo riconoscevo il suo lato dispregiativo e ogni volta mi ricordavo a me stessa come potevo essermi innamorata di una persona del genere.

"Tu eri morta Gaia" gridò e chiusi gli occhi a quelle parole, sapevo che tutto quello che stava dicendo lo aveva distrutto emotivamente e fisicamente nell'ultimo periodo, ma tutto questo era stato scatenato perché aveva ucciso lo sceriffo e mio fratello era diventato un ricercato per un crimine non commesso.

"Lasciami andare Rafe" sussurrai portando il mio sguardo verso il basso "guardami quando ti parlo" urlò per poi richiudermi al muro in maniera sgarbata: tendeva le sue braccia ai lati della mia testa e mi torreggiava con il suo corpo, al confronto ero minuta e priva di forze.

Sbrattai innervosita e uscì violentemente dalla porta, non ero pronta a sopportare Rafe, a sopportare il solito e fottuto Rafe, non potevo farcela.
Mi portai verso la stanza degli ospiti che il dottore ci aveva preparato e mi coricai al suo interno, in questo momento avevo bisogno solo di assoluto riposo e tutta questa confusione non mi stava aiutando.

Mi coprì il viso con le mani e lo strinsi in preda al panico: Rafe e John B che si picchiano, io che vengo colpita da un proiettile e rischio la vita, Rafe che ha ripreso a bere ed è tornato quello di prima, come se tutti i progressi fatti non fossero serviti a nulla.

Forse tutto questo per me stava diventato troppo.

scelta difficile || rafe cameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora