Chapter 20

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Dopo aver raccolto tutti i miei vestiti e decisi l'outfit per tornare, ovvero una gonna e un top, porsi a Rafe la sua maglietta. "Puoi tenerla" mi disse, fortunatamente col passare dei minuti la situazione sembrava essersi calmata. "No ma..." non terminai che mi interruppe "niente ma, chiudi quella cazzo di bocca" sbottò e io sbuffai alle sue parole, era tornato il nostro Rafe.

Mi sedetti sul suo letto attendendo che si vestisse, lo vedevo girare in pantaloncini corti per la camera, in questo esatto momento si stava mettendo il deodorante, poi si diresse all'armadio e prese una maglietta, rigorosamente di marca, dove a cosiddetta ci spruzzò quintali di profumo. "Dai vieni" mi afferrò il polso e mi portò verso di lui, solo quando prese le chiavi della macchina ci dirigemmo verso l'uscita.

"C'è la tua famiglia a casa?" chiesi bloccandolo prima che girasse la maniglia "solo Wheezie, ma lei è innocua rimane sempre in camera" alle sue parole mi tranquillizzai abbastanza e solo così uscimmo dalla sua stanza, dopo avermi tenuta segregata per una notte intera e per tutta questa mattina.

Inaspettatamente mi prese la mano e cominciò a camminare per i corridoi, fino ad arrivare alla scalinata e la percorremmo, ma quando Rafe vide sua sorella più piccola spuntare dalla cucina, con uno strattone veloce mi portò dentro uno sgabuzzino e si piantò contro il mio corpo, in tal modo lui aveva il controllo più totale su di me.

"Che succede?" domandai tenendomi aggrappata alla sua maglia "wheezie si trova in cucina" mi disse facendomi il gesto del silenzio e mi tenne la bocca serrata. Sorrisi alla sua affermazione, sembrava essere così spaventato, ma non aveva tutti i torti...se sua sorella ci avesse visto così si sarebbe fatta troppe domande, nessuno frequentava Rafe tranne che per i suoi unici due amici, era un ragazzo particolare, fin troppo.

Pian piano si avvicinò alla maniglia e con un leggero movimento riuscì ad aprire la porta, così dallo spiffero che si era creato riuscì a sbirciare e a vedere se sua sorella era ancora appostata là. "Cazzo!" esclamò "è in salotto" evidentemente non potevamo uscire, perché saremmo dovuti passare davanti a lei!

Si gettò con le spalle al muro e mi guardò con la faccia disgustata, quanto lo odiavo in questo momento. "Sei tutta rossa in viso" disse roteando gli occhi in giro ed io alzai le braccia in aria, fregandomene del suo parere.
Tutto d'un tratto si portò di nuovo verso di me e prima portò una mano nel mio volto, poi si spostò sulla fronte e la tenne lì per qualche secondo, infine la posò sul mio petto, ebbe il rispetto di non toccare le parti private.

"Non ci credo che hai ancora la febbre!" sbottò sgranando gli occhi e si ritrasse indietro "vedi di non assumere più droga e di non vedere quel tipo che ti ha baciata ieri sera!" mi squadrò con sguardo arrabbiato, cattivo e soprattutto arrogante "vieni qua" disse sgarbatamente, ma questa volta il suo tono era serio, molto serio.
Mi avvicinai al suo corpo con cautela, riuscivo a sentire il suo fiato e vedere i suoi capelli capelli spettinati ricaderli nella fronte, grazie alla poca luce che filtrava da sotto la porta.

"Hai capito?" chiese afferrandomi per il collo, stringendolo e portando le sue labbra vicine al mio volto "non te lo ripeterò!" sentivo le sue dita premere  e non avere intenzione di mollare la presa, cominciava a farmi male, veramente male.
"Rafe" dissi con la voce strozzata mentre afferravo il suo polso con le mie mani e cercavo di liberarmi, mi guardava con quello sguardo assassinio, come che se avessi disubbidito mi avrebbe fatto del male o meglio: ucciso.

Mollò la presa facendomi ricadere a terra, mi tenni per qualche secondo la gola ma non esitai a rialzarmi e ad avventarmi su di lui "devi smetterla!" esclamai "basta" appoggiai i pugni sul suo petto "volevi soffocarmi?! Era questo il punto? Bene rifallo!" sbottai spingendolo io questa volta al muro.
Detto questo mi voltai e senza pensarci due volte spalancai la porta per dirigermi alla sua macchina, fortunatamente Wheezie era tornata in camera sua, quindi non vedette me e tanto meno Rafe seguirmi a ruota, cercando di farmi calmare.
Non ne potevo più di lui, mi aveva presa per il collo sia questa mattina che adesso, se lo avrebbe fatto una terza cosa sarebbe accaduto? Ne avrebbe fatta finita e mi avrebbe uccisa?

"Aspettami in auto" mi ordinò poco prima che io richiudessi il portello violentemente, nel frattempo che lo aspettavo estrassi il mio telefono dalla borsa, dopo averlo cercato rigorosamente per cinque minuti visto le svariate cose che contiene essa, ma mi resi conto subito di non aver controllato il cellulare da ieri sera e non avevo avvisato mio fratello che non sarei tornata, per dirla tutta era anche spento e non avevo modo di dirli che stavo tornando, ottimo!

Eccolo, Rafe stava rientrando in macchina, voltai il viso verso il finestrino e cercai di ignorarlo, non lo guardai nemmeno in faccia, mi dava il voltastomaco a pensare a tutto quello che mi aveva fatto! "Ti ho preso una Tachipirina per la febbre" me la poggiò sulle gambe e sentì i suoi occhi addosso, visto che io non mi degnavo di una parola "prendila, starai meglio Gaia" e subito dopo mi porse una bottiglietta di acqua, con quella avrei dovuto ingerire la pastiglia.

"Non mi serve il tuo aiuto" sbraitai riposando tutto sulle sue di gambe e come se non avessi detto niente, prese la Tachipirina e me la porse con la mano, ma con un gesto rapido gliela spostai lontano da me. "La smetti di fare la bambina?" gridò facendomi spaventare e poi fece un leggero sospiro "Gaia avanti apri questa cazzo di bocca" disse cercando di essere il più calmo possibile e io, da codarda ebbi paura delle sue azioni, allora schiusi leggermente le mie labbra dove poi cautamente mi diede quella maledetta medicina, si bloccò con le dita sul mio labbro inferiore e lo sfregò sopra, non si rendeva conto di quello che stava facendo; subito dopo mi portò la bottiglia alla bocca e inghiottì l'acqua necessaria per mandar giù la pastiglia.

"Tieni" esclamò finito il tutto e poggiandomi dei tulipani rossi, presi inevitabilmente dal suo giardino "e scusa" mi voltai a guardarlo sconcertata, Rafe Cameron mi stava porgendo le sue scuse e si stava comportando da gentiluomo? Sarebbe stata questione di minuti, ma forse per la prima volta si era veramente pentito, però ripetiamo forse.
"Sono i tuoi preferiti giusto?" mi chiese mettendo in moto la macchina e nel mentre continuava a guardarmi "si" risposi con un leggero sorriso.
"Da piccola li disegnavi sempre e ogni volta che venivi qua da mia sorella, rubavi un tulipano rosso dalle nostre aiuole"

scelta difficile || rafe cameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora