Mi svegliai di soprassalto per via del cellulare di Rafe, squillava ad alto volume sul tavolino centrale del salotto, "cazzo" sbottò il biondo afferrando il telefono e si mise seduto in maniera irrequieta.
A svegliarci dai noi nostri sogni spesso era Ward che insistentemente chiamava il figlio, provavo una profonda pena nei confronti di Rafe, ma non potevo nemmeno mettermi in mezzo tra la relazione padre e figlio."Buongiorno Country Club" sul viso di Barry si palesò un sorriso "buongiorno anche a te principessa" e di conseguenza mi fece un occhiolino, nascondendolo a Rafe, dopotutto anche lui temeva Cameron.
"Tutto bene?" sussurrai mettendomi seduta a mia volta, ma Rafe si lasciò prendere dalla rabbia che gelava nel suo sangue e gettò innervosito il suo cellulare a terra, esclamando successivamente: "cazzo".
In questi ultimi giorni Rafe era molto più irascibile di quello che era solitamente, temevo che potesse ricadere nei suoi stessi sbagli o che commettesse nuovamente i suoi errori; la sua stabilità mentale era disturbata da qualcosa ed era evidente alle persone che lo circondavano, specialmente a me, che vivevo ogni singolo minuto oramai della mia giornata con lui. È buffo pensare che da odiarci fino allo sfinimento siamo finiti ad amarci.
"Cosa succede?" domandai mantenendo una risoluta calma, ma dopo la sera precedente non avevo le minime forze per affrontare un'ulteriore crisi.
"Mio padre sta arrivando"
Quelle parole risuonarono nelle mie orecchie, o meglio rimbombarono come tuoni e mi zittì, osservai il ragazzo in questione gironzolare per la stanza in preda ad una attacco nervoso ed io non avrei saputo aiutarlo, visto che l'uomo che aveva ucciso mio padre, che mi aveva sparato e che aveva reso la vita di Rafe complicata fin da bambino, manipolandolo così sfacciatamente a suo piacimento, sarebbe dovuto venire in questo abitacolo a breve.
L'ultima volta che avevo visto Ward mi aveva conficcato un proiettile nell'addome, ero stata ad un passo dalla morte se non fosse stato per Rafe e mio fratello, deglutì amaramente la mia saliva, osservando il pavimento sperando di trovare la forza di andare avanti.
"Biondina" la voce di Rafe tuonò nel soggiorno, ma non la udì nemmeno, se non fosse stato per il suo corpo che si inginocchiò di fronte alla mia figura, sarei rimasta a vagare tra i miei infiniti pensieri. Scrutai il suo viso così perfetto in ogni dettaglio, i capelli evidentemente sudati ricadevano sulla sua fronte e intercettavano la sua visuale nei miei confronti, ma non solo...
la sua lucidità sembrava essere svanita dopo ieri sera, guardai il suo volto illuminato dai raggi di luce che penetravano dalla finestra e intravidi la sua sofferenza soccombere, il tentare disperatamente di non perdere la testa e rimanere calmo, quieto.
Fece un profondo respiro stringendo le mie cosce e tentò di parlare, ma notavo in lui una grande fatica a rimanere lucido, "ascoltami lui non ti vedrà" sussurrò distogliendo lo sguardo dai miei occhi verdi e mi limitai ad annuire col capo, ma i nostri discorsi non si sarebbero potuti prolungare ancora per molto perché il rumore di un motore di un auto riempì le nostre orecchie.
"Andiamo Gaia" le sue mani scivolarono velocemente nei miei fianchi e mi sollevò dal divano, spingendomi con fretta e furia verso il bagno. "Mettiti qui" mi fece accucciare all'interno della vasca e l'osservai senza spiccicare parola, il mio cuore ormai era così in gola da impedirmi di parlare. "Lui non ti troverà, non glielo permetterò" mi baciò dolcemente, ma sembrò essere per entrambi soltanto un secondo di conforto l'uno per l'altro "fidati di me" bisbigliò con mezzo sorriso e mi fece tappare le orecchie per poi richiudere a chiave la porta del bagno.
Non esitai, però, a fare l'opposto, mi portai verso la porta di legno e ci appoggiai l'orecchio per ascoltare la conversazione tra Rafe e suo padre.
"Rafe ti devo parlare" la voce temeraria di suo padre invase la casa e mi resi conto di come non facesse caso alla vita di suo figlio maggiore, "ci dai un attimo per favore" sbottò l'uomo nei confronti di Barry, "ma certo, che ho in testa, questa è casa mia, prendetevi tutti gli attimi che vi servono".
"Che hai fatto qui? Rafe devi ascoltarmi come non hai mai fatto prima d'ora, guardami voglio che tu prenda questi, va a Wilmington" le frasi una consecutiva all'altre del padre di Rafe mi impedivano di capire il filo logico del discorso, ma la voce rotta di Rafe mi lascio intendere il tutto. "A Wilmington ? Serve una barca per andarci" sussurrò il ragazzo privo di energia positiva "la troverai Rafe, troverai un modo, ma raggiungici Wilmington e vai nel mio vecchio ufficio, te lo ricordi? C'è un'auto sul retro, prendila e vai alla McClintock Aviation, capito? Noleggerò un volo per te e te ne andrai."
Le ultime parole di Ward mi lasciarono inizialmente di stucco e poi scivolai sul freddo pavimento del bagno, soffocando delle amare lacrime che solcavano nelle mie guance, come se non riuscissi ad avere il controllo di esse.
"Un volo per dove?" domandò giustamente Rafe "non lo so, un posto sicuro, ci sto pensando".
"Papà" quella parola e i secondi di silenzio successivi mise i brividi a ciascuno di noi "mi dispiace, avevi ragione su tante cose, su molte cose, sarei stato meglio... sai stavo pensando di andare in una comunità. Lo so che non mi credi" mi tappai la bocca per non far udire i miei respiri sempre più accelerati, quindi è questo che voleva? Andare in un centro psichiatrico?"Io ti credo e avrai tutto il tempo per dimostrarmelo perché non finirai in prigione per qualcosa che hai fatto per me. Te lo garantisco" e per la prima volta sentì Ward essere sincero con se stesso, ma soprattuto con suo figlio.
"Come va con Gaia? So che la vedi ancora, o almeno lo immagino" drizzai le orecchie appena sentì il mio nome uscire dalla bocca del padre di casa dei Cameron, "non la nominare. Tu le hai sparato. La stavi per uccidere" la cattiveria di Rafe tutto d'un tratto sembrò prendere il sopravvento.
"Mi dispiace ho sbagliato" ma una semplice scusa non bastava per avermi portata all'orlo con la morte.
"Portala con te Rafe. Ti ha reso migliore"
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scelta difficile || rafe cameron
FanfictionDue opposti, Gaia Routledge una pogues e Rafe Cameron un Kooks. Fin dai primi anni della loro vita i due non si sopportano, mantenendo un odio costante da parte di entrambi, ma che sotto sotto sanno che nonostante quell'odio c'è qualcosa che li avv...