Chapter 79

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Gettai la testa indietro, Rafe ci sapeva fare così bene, percepì le sue labbra affondare nel mio collo, lasciando umidi baci per poi fissarsi in un solo punto e cominciare a succhiare, lento e delicato mentre io ero nell'apice del godimento, cercavo di trattenere i miei gemiti nonostante stesse divenendo sempre più difficile.

Portai le mie mani lungo la sua nuca, facendo scorrere le mie unghie sul suo capo, impazziva quando facevo così e tornò rapidamente sulle mie labbra "biondina sei così innocente" sussurrò sfiorando la mia bocca e poi si calò furtivamente su di essa, fino a quando non raggiunsi l'apice del piacere e mi lasciai alle dolci forme del divano dove Rafe continuava a baciare il mio corpo, facendomi sentire così tranquilla che feci il primo passo, quello che non avrei mai osato fare, allungai la mia mano verso i suoi pantaloncini, mentre la sua intimità spingeva contro la mia, prorompente.

"Piccola non sei obbligata a farlo" sussurrò serio e sorrisi contenta del fatto che si preoccupasse di me, che fossi l'unica persona per cui continuava a vivere "Rafe tranquillo" e lo baciai delicatamente, per poi venire interrotti dal timer, evidentemente il risotto era pronto da mangiare. "Non ci credo" sussurrò gettando la testa nell''incavo del mio collo e sorrisi divertita per la situazione.

Mi alzai cauta indossando una maglietta provvisoria, molto probabilmente era quella di Rafe, ma non ci siedi poi tanto peso e infine mi recai ai fornelli prima che le pietanze si rovinassero; solo dopo che servì in tavola i due piatti, dove il mio aveva molto meno cibo rispetto a quello di Rafe, mi voltai a guardarlo: sedeva ancora a petto nudo sul divano, osservando ogni mio singolo movimento.

"Vieni a tavola?" domandai incrociando le braccia al petto e sorrise alzando gli occhi al cielo, si portò verso di me e fece scivolare le mani lungo i miei fianchi per poi successivamente lasciare un bacio leggero sulle mie labbra, infine si portò a sedere seguito dalla sottoscritta.

Ci accomodammo entrambi e senza esitare afferrò la sua forchetta, mangiando di gusto e per un secondo o forse poco più mi sentivo finalmente felice, o almeno in parte, quindi non esitai a mangiare un boccone del risotto e poi due, tre e quattro.

Pov's Rafe

Vederla mangiare mi riempiva il cuore, sapere che stava combattendo tutto il suo dolore con me...mangiava in un modo tenero, un po' sensuale. Già, sensuale. L'opposto di tenero, in teoria. In pratica, Gaia non voleva sembrare attraente, e per questo era tenera, ma passava la lingua sulle labbra dopo ogni morso e toccava gli angoli della bocca con le dita, per accertarsi di non essersi sporcata. Per questo, quindi, era sensuale e attraente, e molti altri aggettivi che, quella sera, ingoiai insieme al risotto.

Non terminò il suo piatto di cibo, ma il fatto che fosse riuscita a mangiarne poco meno di metà mi faceva sentire sollevato, sotto un certo aspetto, ma dall'altra parte odiavo vedere il suo corpo dimagrire a vista d'occhio. "Un altro boccone" provai ad incitarla, ma con scarsi risultati perché scosse la testa in segno di negazione.

"Non ci riesco" sussurrò portandosi delicata la mano alla fronte, osservando con gli occhi lucidi quel piatto e subito dopo serrò lo sguardo, evitando quella pietanza come una bambina con di fronte le verdure; subito mi venne in mente lei, con quei buffi ricci dorati, aveva all'incirca 8 anni e piagnucolava perché non voleva mangiare i broccoli.

Ma quel pensiero mi destabilizzò assai, ricordando la tragica somiglianza sua e di Tess, lei non sapeva ancora niente della sua sorella minore, o meglio dire sorellastra... come glielo avrei detto? Non avrebbe sopportato un altro dramma del genere e questo non potevo permettermelo, glielo avrei tenuto nascosto per il maggior tempo possibile, sapendo con certezza che si sarebbe solo che arrabbiata maggiormente con me.

Mi alzai di scatto mentre la mia testa frullava ogni pensiero possibile, mi dirisi senza dire una parola verso l'uscita per poi recarmi in veranda su uno dei divanetti e mi accessi una sigaretta, per liberare la mente. Restai fuori penso mezz'ora buona riflettendo su cosa avrei dovuto fare, non poteva continuare così questa situazione, lei non mangiava, rifiutava ogni singola pietanza che le proponessi.

Il silenzio venne interrotto dalla strascinare della porta e poi la sua minuta figura mi comparse davanti, indossava ancora solo la mia maglietta e ormai l'ebrezza della sera si faceva sentire. "Che ci fai qui?" domandai osservandola malizioso, era fottutamente bellissima con quelle gambe nude e perfette, non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo corpo, da lei.

"Sei fuori da un po' Rafe" disse portando le braccia al petto per il leggero venticello "tutto bene?" chiese inclinando leggermente la testa come solo lei faceva, e quel suo sguardo così innocente mi faceva impazzire ogni volta, più la guardavo e più mi rendevo conto di quanto fossi fortunato.

"Si" mi alzai in piedi indirizzandomi verso la sua figura "biondina prenderai freddo" i suoi occhi verdi rivolti verso di me erano dubbiosi, sapeva che qualcosa mi turbava in quel esatto momento.
"Cosa non mi stai dicendo?" sbottò con aria interrogativa "niente" le baciai la fronte "sono solo preoccupato per te" e la riaccompagnai ad entrare, seguendola a mia volta.

scelta difficile || rafe cameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora