Capitolo 6

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micol pov

Lo guardo mentre si fuma una sigaretta seduto sul suo telo.
Se ne sta là a osservare gli altri e non dice una parola.
Come se guardandoli tutti riuscisse a capire tutto di loro.
E vorrei davvero sapere come fa così da poter fare la stessa cosa con lui.
Vorrei davvero capire cosa gli passa per la testa.
Sospiro e torno a leggere il mio libro.
Mi immergo nella lettura per non pensare al fatto che ho ammesso che lui mi piace, e che forse è anche qualcosa di più.
E ora che l'ho ammesso non posso più tornare indietro perché so benissimo che quello che provo verso di lui non può sparire, stiamo parlando di andrew e uno come lui non si dimentica.

"Che leggi?" la sua voce mi fa alzare la testa di scatto.
Non mi aspettavo che venisse a parlarmi.
Sorrido perché sono contenta che lo faccia.
Riesce sempre a sorprendermi, con un solo suo gesto lo fa.
E la sua voce è talmente bella che la ascolterei per ore, peccato che lui non sia un tipo di tante parole.

"Un classico romeo e giulietta" lui fa una smorfia "che stronzata, shackespeare doveva davvero essere frustrato per scrivere di due che si ammazzano per amore" non mi aspettavo un commento positivo su questo libro perché è ovvio che romeo e giulietta non è il suo genere.
"Lo hai letto?" lui fissa quel libro "perché lo leggi?" "eviti le mie domande? ancora?" "parli troppo" "tu troppo poco" poi lo guardo, rispondo alla sua domanda solo perché parlare con lui mi piace fin troppo.
"Credo che sia una delle storie d'amore più belle, è stato letto tante volte e la storia la conoscono tutti ma nessuno si è mai stancato di leggerla" "aspetti di affacciarti al tuo balcone?" non posso fare a meno di pensare al fatto che più o meno lho già fatto con lui.
L'unica differenza è che poi lui sale dalla mia finestra.
E che ovviamente non è romeo.
Non che sia un male, preferisco mille volte andrew con il suo carattere e le sue battute che romeo.
Perché per quanto possa desiderare una storia romantica come quella di romeo e giulietta voglio anche andrew.
Mi è entrato dentro e non ho alcuna intenzione di farlo uscire.
Voglio farlo restare con me.
E se questo significa sopportare i suoi sbalzi d'umore continui, i suoi comportamenti e le sue crisi allora lo faccio.
Perché lui mi fa sentire a casa più di chiunque altro nonostante tutto.
E questo vale più di tutto il resto.

"Non ci spero più che qualcuno lo faccia" "perché no?" "perché l'unica persona che lo fa mi basta" non lo so se ha capito la mia frase,ma evita di rispondermi.
"Romeo e Giulietta è una storia sopravvalutata?" "non lo penso, credo sia un opera d'arte che per questo viene letta sempre, perché apprezzano il suo valore" "la storia del vero amore? credi davvero che non si possa vivere senza l'altro?" "non credo di aver provato una cosa simile per una persona, non ancora e tu?" "si, ma non quel tipo di amore" mi sorprendo della sua risposta semplicemente perché non è da lui rispondere alle mie domande.
"Ti saresti sacrificato?" "ci penso, ma il mio non è quell'amore che aveva Giulietta per romeo, non capirei mai una cosa simile perché non credo esista, era più un legame forte verso quella persona e capisco la scelta di Giulietta di uccidersi perché infondo anche io vorrei farlo, il loro era un legame diverso da quello che io avevo con lei ma si, penso spesso al fatto che Giulietta non aveva tutti i torti" lo guardo.
Ho intuito che lui abbia perso una persona importante.
Ma non ho capito chi, non faccio quella domanda perché voglio che sia lui a parlare di questo in modo libero.
Perché so che reagirebbe male e si chiuderebbe ancora di più in sé stesso.
"Se mai proverò il vero amore ti saprò dire andrew" "perché mi chiami così?" "è il tuo nome" "puoi chiamarmi drew, mi stai abbastanza simpatica da permetterti di farlo" sorrido.
Il fatto è che ho sempre alternato, lo chiamo andrew per convincermi mentalmente che per lui non sono niente, solo l'amica della sorella.
Ma lo chiamo drew quando in quei momenti solo nostri mi sento a casa, e mi viene spontaneo pensare che lui sia la mia casa.
Nonostante però ci siano troppi momenti in cui cambia umore e io non riesco più a capire come dovrei chiamarlo, come dovrei classificarlo.
"Se ti chiamo andrew non va bene?" "fai come vuoi ragazzina, ma siamo andati a letto insieme più di una volta e credo che abbiamo superato quel limite che ti imponevi" arrossisco al pensiero"che limite?" "quello di starmi lontano, abbiamo capito entrambi che era inutile provarci" sospiro.
In momenti come questi vorrei tirargli in testa questo libro e urlargli quanto lui mi stia maledettamente confondendo.
Mi ruba il libro "che fai?" non risponde e prende a sfogliarlo.
"Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente." legge quella frase.
E sorrido perché so quanto lui odi farlo.
Si è esposto a me e questo mi piace.
Perché sono rari i momenti in cui lo fa.
E non so per quale strana ragione sentire lui citarmi frasi di quel libro mi fa sentire bene.
Mi piace sentirlo leggere.
Quel suo accento strano e quelle sue labbra che pronunciano quelle parole fanno scattare qualcosa in me.
Qualcosa che non ho mai provato con nessun ragazzo se non lui.
E ho voglia di baciarlo e stringerlo a me, ma la paura che lui non ricambi è più forte della voglia di farlo.
Anche se infondo lo so che ricambierà il bacio, quello che mi preoccupa di più è stare di nuovo male.

Le stelle nei suoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora