Capitolo 50

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Mi sento come se mi mancasse sempre qualcosa.

Non riesco mai a farmi bastare niente, ho come un vuoto che mi impedisce di realizzare che forse quel poco che ho dovrebbe bastarmi.
E non per essere frainteso, ringrazio di avere micol e i miei amici, ma ho sempre quella sensazione.
Come qualcosa che mi manca.

Non ho avuto un'infanzia felice e non sono mai stato un bambino.
Non mi so spiegare se sia per quella ragione, magari è proprio legato alla mancanza dell'infanzia.
Magari è perchè attiro sempre le persone sbagliate, che non sanno mai rimanere nella mia vita o che se rimangono lo fanno in forma negativa.

Mi trasmettono solamente male, e forse solo quando lo ricevi capisci con che persone avevi a che fare.

Ho sempre avuto bisogno di sbattere la testa fino a capirlo da solo.
Perché non ho mai seguito le idee degli altri ma solo le mie,a prescindere che avessero ragione o torto.

Non riuscivo a provare emozioni prima di lei, adesso ho qualche difficoltà nel esprimerle, ma so per certo che la sensazione al petto che sento ogni volta che siamo insieme è un emozione.
Ed il fatto che io provi qualcosa è già tanto.
È differente da tutte quelle provate durante questi anni, non è rabbia e non è nemmeno tristezza.
Si avvicina alla felicità,e per quanto mi spaventi a morte so che non voglio levarmi di dosso niente di tutto questo.

La osservo qui in stanza, avvolta dal silenzio e dai nostri respiri.
Sa che sono un po' introverso ma penso che molto spesso questa quiete che ci circonda dica molte più parole di quante ne vorremmo.
Perché spesso non si ha bisogno di parlare per esprimersi.
Il suo viso dolce mi guarda per poi poggiarsi sul mio petto alla ricerca dell'unica cosa che ci interessa.
La pace.

Vorrei questo silenzio intorno anche quando lei non c'è ma è l'unica che calma i pensieri che mi infastidiscono.
Perché quando non c'è lei non ho mai la possibilità di stare tranquillo.
Se non drogando le mie cellule.

Ma sto davvero cercando di cambiare di essere migliore.
Se non per me, per lei.
Mi abbraccia come se lei volesse salvarmi  dalla solitudine,perché sa quanto io la odi.
Quanto io mi senta logorato da questo sentimento di merda.
La guardo negli occhi gli stessi che dicono più cose di lei di quanto in realtà mi abbia detto.
Parlano al suo posto, e cazzo quanto mi piacciono.
Ci si sprofonda dentro quell'infinita dolcezza.

Mi sento come il bambino che avrei sempre voluto essere ma che non sono mai stato,solo quando sto con lei.
Come se avessi il corpo di un diciottenne, ma la mente del bambino di sette anni che voleva solo amore e attenzioni.

E nella mia vita solo lei ha avuto il coraggio di amare me.
Non parlo di amore fraterno,che poi infondo è l'unica forma di quel sentimento,a me sconosciuto,
che io abbia mai sperimentato.

Ma parlo di quell'amore che mi ha sempre terrorizzato.
Perché lei sta riuscendo a farmelo vedere come qualcosa di bello e non come quello schifo che ho sempre visto e spacciato per amore.
Quel sentimento non fa per noi.
E anche se nascondo le mie emozioni e l'ho sempre fatto perfettamente lei è riuscita a farmi provare qualcosa che non sentivo da troppi anni.

Lei non lo sa, ma conosco meglio micol che me stesso.
Come se fosse stata progettata per essere capita da me.
Ogni minimo dettaglio o comportamento di quella ragazzina è chiaro ai miei occhi.
La conosco meglio di me stesso.
Non sa che capisco le cose che non dici a parole perché i suoi sguardi me li fanno intendere molto di più.
Sorprende anche me questo mio lato,mi fa strano a tratti quasi paura,ma non lo ripudio perché ormai mi appartiene proprio come lei .
Perché le cose profonde vanno dette a bassa voce quando la stanza è piena di persone ma noi due ci prendiamo una pausa dal mondo isolandoci nella nostra bolla.

Le stelle nei suoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora