Capitolo 37

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Pov Micol

"Merda" "tutto ok lì?" lo sento continuare a imprecare "si,merda scusa"
" ma che succede? dove sei?non ti sento da settimane andrew" " lo so , non ho il tempo mic, in questo momento sto uscendo da casa di Christopher ,sto per arrivare al college " "ma che fine avevi fatto?non mi piace quando non ti sento per settimane e sparisci senza chiamarmi o darmi spiegazioni " "non voglio darti spiegazioni perché non voglio coinvolgerti nei miei casini sappi solo che ero a lavoro" mi passo una mano fra i capelli.
"Questo non mi tranquillizza per niente drew" rispondo mentre cerco di non andare addosso a qualche studente che gira per il campus.
"Ti tranquillizza sapere che sto arrivando?" Sorrido "si,ma sono arrabbiata" "mi conosci ho i miei problemi e ho bisogno di stare per conto mio ogni tanto,non voglio dovermi giustificare anche con te" "non devi,ma capiscimi ,mi fai preoccupare, Basta solo che mi dici che hai bisogno dei tuoi spazi e il te li do " gli rispondo per poi sospirare.

Andrew è una persona complessa,ha bisogno spesso dei suoi spazi e non ama essere assillato.
È spesso di cattivo umore e non è facile avere conversazioni con lui.
Ma la realtà è che va solo capito e ascoltato .

Il problema?lui non vuole né farsi capire né farsi ascoltare.
Il che rende tutto difficile.

"Ci vediamo dopo in camera tua ok? Non mangiare in mensa" "d'accordo a dopo" riattacca.

Sorrido al pensiero che almeno dopo due settimane senza averlo visto nemmeno al campus nonostante abbia continuato a frequentarlo io riesca finalmente a vederlo.
Mi è mancato.
Apro la porta della camera e saluto Amanda.
"Ei" lei mi sorride ma rimane concentrata su quello che fa .
"Che stai facendo?". "organizzo le feste" dice e io mi avvicino notando il nome di tutti i parenti suoi ,di daniel e di Maggie ma non di Andrew.
La guardo confusa.
"Perché Andrew non c'è?" "L'ho pregato di venire ma non vuole e inventa tante scuse diverse.
Non gli è mài piaciuto particolarmente natale,ma dopo Sam è peggiorato e non lo festeggia mai" "mi stai dicendo che drew è anni che non festeggia natale?" Lei annuisce"provo sempre a includerlo ma all'ultimo inventa scuse oppure durante il periodo natalizio sparisce e non si fa vedere." Io sospiro.

Odia festeggiare il Natale perché non trova niente per cui farlo,non quando la sua persona preferita è venuta a mancare.

"Tu che fai per le feste?" "Sono à new York con la mia famiglia ,anzi ora che me lo hai detto mi è venuta un idea" sorrido .
Ma prima di riuscire a dirle quale sia il mio telefono suona indicando l'arrivo di un messaggio.

"Cambio di programma ,ti aspetto da me" sorrido inevitabilmente.

"Devo andare " le dico uscendo, anzi praticamente correndo fuori.

Quando mi apre gli salto praticamente addosso mentre lui mi stringe a se.
Gli sorrido e spererei con tutta me stessa che lui ricambiasse ,ma lo conosco e so quanto possono essere rari i suoi sorrisi.
"Ei, come stai?" in risposta alza le spalle.
"Mi devo preoccupare?" "No,solo dicembre non mi piace" mi siedo sulle sue gambe.
"Dimmi la verità,sei sparito perché odi le feste e ti manca più del solito e te ne sei andato perché soffrivi" rispondo.
Lui si irrigidisce e si accende la sua solita e probabilmente ennesima sigaretta della giornata.
Mi guarda male come se gli desse fastidio il fatto che io abbia capito perché sta cosi ,poi subito dopo aspira il fumo.

"Dovevo davvero lavorare, ma avevo bisogno di stare solo" risponde secco.
Se non conoscessi un minimo Andrew mi offenderei.
Ma lo conosco e sono abituata a tutte le sue risposte.
Poi sospira e mi guarda " le feste al contrario di tutti voi a me mettono tristezza,mi fanno cadere in depressione e ritorno nel vortice di ombre.
Erano le sue feste preferite,loro festeggiano mentre io non faccio altro che pensare che vorrei passare quei momenti con lei" aspira il fumo e evita il mio sguardo mentre parla "non faccio una colpa a nessuno per essere riusciti a andare avanti, ma io non ci sono riuscito e ho bisogno di stare per conto mio perché tutta quella felicità mi ricorda che io non potrò mai averla" "lo so,tu non l'hai superata"
"Il mio psicologo dice che costituisce un trauma,ma non voglio pensare a lei in quel modo.
Considero traumi altre cose.
Le ferite emotive di cui ho sofferto durante l'infanzia possono essere trascinate per tutta la vita, anche nell'età adulta.
Ecco perché dovrei imparare a disintossicarmi da tutte queste emozioni, per imparare ad affrontare le emozioni in maniera sana e completa,ma non l'ho mai fatto."
"Un trauma,come può esserlo lei?"
"Si definisce un trauma psicologico un evento che causa fragilità, impotenza e dolore, e che altera la vita psichica di un individuo .
Il mio psicologo li paragona a una pianta,come se una pianta centri fottutamente qualcosa con il casino che ho in testa" sbuffa lui "la pianta che è stata maltrattata quando è appena germogliata: i postumi di questo maltrattamento rimarranno sulla pianta, sulle sue foglie e sulle sue radici, per tutta la sua vita."
Lui alza gli occhi al cielo "come se avessi bisogno di un fottuto psicologo per sapere questo " borbotta con aria arrabbiata e arrogante.
"Questo tipo di trauma infantile ha origine quando il genitore non è in grado o non è disposto a rispondere come una figura protettiva alle paure vissute dal bambino o letteralmente lascia la famiglia o il luogo del bambino." "Come ha fatto Christopher?" Lo vedo annuire.
"Spesso questi traumi li hanno i bambini lasciati soli per lunghi periodi di tempo o cresciuti da altri, o semplicemente figli di genitori che, per motivi personali, non vogliono soddisfare adeguatamente le richieste di compagnia e attenzione richieste da bambini." Io mi stringo a lui e rimango sulle sue gambe lasciandolo parlare.

Le stelle nei suoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora