Capitolo 48

45 1 0
                                    


Chi ti vuole, ti cerca.
Fine.
Sono giustificazioni inutili tutte le altre cose.
L'orgoglio si mette da parte se tieni davvero a qualcuno.
Puoi essere la persona più testarda del mondo ma se ci tieni non conta più niente il resto.

La domanda è io ci tengo davvero oppure ho solo paura di pentirmi di non aver messo da parte l'orgoglio?
Non ci sono scuse, perché l'amore che sia per un'amica o una fidanzata o un famigliare vince ma solo se lo si vuole.

La domanda è ricorrente ed è sempre la stessa.
Mi invade la mente e non riesco più a ragionare.
Ci tengo?
La amo come un figlio dovrebbe amare la propria madre?
Come faccio a saperlo? Non so nemmeno cosa sia l'amore,quello vero.

Non so se è amore o manipolazione mentale dovuta al senso di colpa.
Probabilmente la seconda.
E probabilmente me ne pentirò subito,ma ormai la mia mano tremante afferra la maniglia della porta.

Ho tutto sotto controllo me lo ripeto mentre la apro e osservo Helen dormire.
Sento il battito del mio cuore accelerare, la mano sinistra tremare e la mia voglia di uscire da questa stanza aumentare a ogni passo.

"Sta dormendo puoi passare più tardi?" guardo l'infermiera e la fulmino con lo sguardo.
Non parla più e esce dalla camera.

Mi stravacco sulla sedia con una postura sbavalda e un aria arrogante in volto anche se dentro sto morendo.
Non ho mai avuto paura di mia madre, nemmeno di perderla perché penso che ormai questo sia successo da tempo.
Ma il senso di colpa mi mangia vivo e ho la paura ignettata nel cervello,quella che Sam non possa essere fiera di me, nemmeno per questo.
Perché per tanto, troppo tempo l'ho delusa e per almeno una cosa la voglio rendere fiera.
Quella promessa è l'unica cosa che ancora mi tiene legato a lei.

"È quello che hai sempre voluto dalla vita no? Startene in un letto comoda imbottita di farmaci e dormire tutto il giorno" lei apre gli occhi e mi fissa con aria confusa.
Si sistema meglio mettendosi a sedere e fa un sorriso ostile.

"Ti sei deciso finalmente,non te ne stai là come un vigliacco tutto il giorno a fissare la mia stanza indeciso se entrare"
"vedo che sei tornata la solita donna di sempre.
Sai mi faceva strano pensare che ti pentissi di essere una madre di merda" la guardo con disprezzo.

Odio il suo modo di fare e il suo sguardo tagliente che tanto mi uccide.
I mille traumi che mi ha fatto passare.
Se sono quel che sono oggi, un ragazzo di diciotto anni pieno di problemi è solo grazie a lei.
Non la odio, è pur sempre mia madre,e nonostante io l'abbia sempre giustificata non sono più disposto a farlo.

"Come posso pentirmi?sto morendo è quello che hai sempre desiderato no?" "non ho mai desiderato vederti morire,ho sempre voluto vederti soffrire per la mia indifferenza e vederti soffrire con la consapevolezza di essere una madre di merda per i tuoi figli"
"non sei meglio di me andrew,la mela non cade lontana dall'albero e tu sei tale e quale a me.
Pensi che davvero riuscirai a legarti a qualcuno?
Pensi che lei vivrà sempre con te? Sopporterá i tuoi mostri e i tuoi sbalzi d'umore? Lo sai che non succederà.
Morirai solo come me,divorato dalla vita e dall'alcol.
Questo è quello che succede a noi, sarai solo la continuazione di una famiglia ricca di fallimento.
Sarai tu stesso il fallimento andrew " metto su la solita maschera,mi copre le emozioni e tutto quello che provo.

Non fa sentire il mio cuore che si sgretola ancora di più nella consapevolezza che ha ragione.
Non fa vedere le briciole rimaste della mia anima andarsene.
Non lascia trapelare la mia insicurezza dalla visione della vipera difronte a me.
Esibisco un ghigno sul volto e rido.

"Ti compatisco Helen,stai morendo e non sai fartene una ragione per cui provi a farmi morire per sentirti meglio.
Perché non sai fare altro che provare a distruggere ognuno di noi.
Sai qual'è il problema? Che non ti sei resa conto che ormai non sai nemmeno più farlo.
Sei inutile e malata,ti sei distrutta per niente."
"Non è detto che io muoia"
"certo potrebbe salvarti la chemio oppure un nuovo fegato ma non durerà,continuerai a distruggerti perché è quello che hai sempre voluto.
La tua esistenza si basa sulla tua distruzione.
Non sai vivere ti aggrappi alla vita ma lei sta precipitando nel vuoto con te,non ti salverà nessuno." "Hai sempre provato a salvarmi tu sei sempre stato là eppure nemmeno ora riesco a ringraziarti, perché rappresenti la mia rovina" mando giù il groppo amaro.
"La rovina sei tu stessa, te ne renderai conto, non sai quanto vorrei urlarti addosso e dirti che razza di madre di merda sei stata per me,ma credo tu già lo sappia,sai quello che sei.
Spero tu ti penta per l'eternità di questo Helen, ti dimenticherò e non piangerò al tuo funerale perché non sei nessuno per me.
Tratta bene amanda e astrid per qualche strano motivo ti vogliono bene davvero loro.
Ciao helen."
Mi alzo con l'intenzione di uscire da quel posto il primo possibile.
Ma la sua voce rauca e perfida mi blocca.

Le stelle nei suoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora