Capitolo 46

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Mia madre non è mai stata responsabile.
Non è mai stato come tutte le altre madri.
Magari ci provava anche a essere un buon esempio per noi, ma falliva sempre.
Alternava momenti di responsabilità e serietà in cui si dedicava solamente a noi, a momenti in di egoismo e irresponsabilità.
I primi erano i più rari e duravano poco.
Tempo una settimana e mandava a puttane tutto, ti faceva credere di amarti per un po' e poi tornava in sé e la sua mente si proiettava solamente su sé stessa o sui suoi uomini.

Non è mai stata capace di stare sola.
E questo è stato uno dei suoi più grandi errori.

lo intanto crescevo e il suo temperamento scostante sul lavoro e nella famiglia cominciava ad avere ripercussioni negative su di me.
Mi hanno portato a diventare quello che sono: cupo, scontroso, irascibile.

Questo penso sia dovuto alla mia infanzia di merda.
Forse era perché non ci dava mai attenzioni,era talmente presa dalla sua vita che arrivava a dimenticarsi perfino di noi.
Siamo stati giorni interi soli.
Ci prendevamo cura di noi perché lei che avrebbe dovuto farlo era troppo impegnata dalla sua vita.
Sembrava non accorgersi di niente, del caos in cui vivevamo, non faceva che lamentarsi di nostro padre o dell'uomo per cui era innamorata in quel momento.
Era esasperante,interpretava sempre la parte della vittima.
Se quello che avrebbe dovuto essere mio padre ci aveva lasciati lei lo aveva classificato come stronzo e non si faceva problemi a dirlo davanti a noi.

'Vostro padre è uno stronzo' diceva ' è colpa sua se stiamo così ' continuava.

Non gli davo torto anche io pensavo Christopher fosse uno stronzo,ma nemmeno lo biasimavo per averla lasciata.
Ero incazzato con lui perché non ci aveva portato via da lei non perché la avesse lasciata.
Ma perché aveva lasciato noi soli con lei.
Perche non ci aveva incluso nella sua nuova vita.
Ed ero incazzato con mia madre perché non era vero che era colpa di christopher se stavamo così.
Per orgoglio lei insisteva che voleva farcela da sola, ma di fatto non ce la faceva mai.
Rifiutava l'aiuto perfino dai suoi stessi genitori dicendo che se la cavava benissimo.
Ma non era vero.
E più andavamo avanti più tutto intorno a me peggiorava.

La frustrazione che provavo non la sapevo classificare o spiegare.
Mi sfogavo con il basket o con il disegno.
E se ora ci ripenso quel periodo della mia vita era ancora recuperabile.
Non avevo ancora conosciuto michael,quel mostro nella mia vita ancora non esisteva.
E io potevo farcela,se lui non fosse esistito sarei stato molto meglio di come sto ora.
Sicuramente non sarei pieno di traumi.
Sarei riuscito a sopportare dei genitori assenti.

Ma in quel periodo ho iniziato a assaggiare il sapore della mia vita che si trasformava in qualcosa di marcio.
Cominciavo a sentirmi depresso,ma nessuno se ne rendeva conto.
Era solo perché nessuno poteva capire quanto marcio fossi dentro se non mi esprimevo.
Non c'era traccia di emozioni in me,mi tenevo dentro tutto.

Mia madre mi ha abbindolato per una vita con i suoi pensieri del cazzo.
Una grossa bugia che raccontava a se stessa era quella che tutto andasse bene.
Me l'ha trasmessa perché io adesso non faccio altro che raccontarmela.
Si considerava brava e perfetta e io non potevo rendermi conto che fosse un enorme stronzata.
Ogni volta che cambiava uomo ci assicurava che quella sarebbe stata la volta buona,che avremmo avuto una bella casa con giardino e un sacco di soldi.
Parlava di costruire un'altra famiglia ogni volta che ne incontrava uno nuovo.
Come se avesse resettato dalla sua mente l'uomo precedente, come se tutti gli altri prima non fossero mai esistiti.

Io e Samantha facevamo la conta di tutti quelli che entravano e uscivano e di quanto duravano assieme a quella pazza di mia madre.
Ci scherzavamo su solo per non pensare a quanto deprimente fosse quella situazione.

Diceva che erano uomini meravigliosi e che nessuno ci avrebbe abbandonato come Christopher.
Il punto è che lei pensava solo a quello.
A Christopher.
E nemmeno si rendeva conto che il suo tentativo di rimpiazzarlo era fallimentare ogni volta.
Faceva a tratti ridere come si lasciasse trasportare facilmente da loro.
Ma era anche deprimente capire che sola con noi lei non sapeva starci.
Non era stabile figuriamoci se sapeva stare dietro a quattro figli.
Ripeteva le stesse parole ogni volta che cambiava uomo.

Le stelle nei suoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora