Avviso importante prima di iniziare la lettura.
Questo capitolo è leggermente pesante e tratta argomenti delicati.
Se qualcuno è molto sensibile non legga la parte scritta in corsivo e passi direttamente alla fine del ricordo.
Detto questo buona lettura .Dimagrisco a vista d'occhio in questo ospedale di merda.
Non vorrei nemmeno essere ricoverato.
Non voglio mangiare.
Il cibo non sa di nulla, ma anche se sapesse di qualcosa non lo mangerei perché il mio senso di appagamento nel vedere i numeri sulla bilancia calare fino a farmi girare la testa,nel vedere il mio corpo scarnirsi e i miei valori sballarsi è alto.
Troppo alto per un ragazzo di sedici anni o almeno è quello che dicono i medici.
A me sinceramente non frega un cazzo.
Non voglio guarire,non voglio fare fisioterapia.
Me ne frego del dolore fisico.
Non voglio niente se non vederla.
Ma già lo faccio,tutte le notti e tutto il giorno nella mia testa ho l'immagine di quello che è successo,di lei che mi muore fra le braccia.Piango e tremo mentre vomito nel bagno della mia stanza d'ospedale.
Il non mangiare porta queste conseguenze.
Il mio corpo è debole e se mi avessero detto questo un anno fa probabilmente non mi riconoscerei.
Non sono io questo ,sono solo un corpo che fa di tutto per arrivare al suo obbiettivo :mettere fine alla sua vita.
Non mi interessa di niente,solo quello.
Torno a letto ,gli unici passi che compio durante il giorno sono quelli per andare a vomitare o per arrivare alla carrozzina che uso solo e esclusivamente per uscire a fumare .
Faccio schifo e sono irriconoscibile,non parlo con nessuno e non sorrido.
Non piango quasi più se non per le lacrime dovute allo sforzo di alzarmi per andare a vomitare.
Ho versato tutte le lacrime che avevo quella notte e il giorno del suo funerale.Un infermiera entra in camera e sospira rattristata nel vedere che come al solito la colazione e il pranzo di oggi sono sul comodino.
Ma io non voglio la sua pena, è quello che voglio farmi male,e vorrei che tutti loro mi lasciassero in pace e che capissero che io sono un caso perso.
Che se ho questa idea in testa nessuno me la toglierà.
Che sfiorare la morte è l'unica cosa che mi fa svegliare la mattina.
Ho mangiato qualcosa a pranzo per fare contenta amanda che non se la passa bene.
Vedermi così probabilmente non la aiuta affatto ma nemmeno questo mi interessa.
Penso solo al mio di dolore non a quello degli altri.
Sono un egoista e se della mia anima fosse rimasto qualcosa avrei fatto qualsiasi cosa per rendere felice am , ma di me non c'è più niente.
Ho vomitato non appena è andata via.
Ho ormai perso il conto delle volte in cui lo faccio e delle volte in cui svengo.
Ma quello mi provoca solo piacere mentale.
Anche se la mia mente al momento è tutto tranne che a posto.
Il Sorriso falso dell'infermiera che mi guarda mi farebbe solitamente venire voglia di mandarla a fanculo,ma nemmeno questo faccio me ne sto zitto a fissarla come fosse una idiota perché ancora spera in un miglioramento in me.Mi sorride perché prova pena.
E io odio la pena."Devi mangiare qualcosa ti stai distruggendo" non le rispondo ma penso solo che l'obbiettivo è proprio quello.
Non glielo dico perché mi spedirebbe in psichiatria e per quanto so che non sono normale e che sono depresso non ho alcun pensiero a andare in quel reparto.
Piuttosto finisco tutto prima di entrare là in mezzo ai pazzi.
Pazzo lo sono anche io e probabilmente se volessi migliorare chiederei aiuto e riconoscerei di aver bisogno di loro.
Ma come ho già detto non ho alcuna voglia di migliorare.
Non è quello il mio obiettivo."Fai come vuoi,se vuoi questo allora fallo ma io rimango a romperti fino alla fine,non mollerò la presa" mi dice "hai solo sedici anni,hai una vita davanti da vivere perché ti fai questo?"
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Le stelle nei suoi occhi
Romancesequel di 'nel modo in cui brillano le stelle' consiglio la lettura del primo libro prima di iniziare questo. Andrew ha fatto promettere a Micol di andare avanti. Non sono mai stati soliti ascoltarsi. Sono sempre stati entrambi troppo testardi, fo...