Pov andrew
Mi muovo nervosamente sulla sedia della sala d'aspetto di questo studio di merda.
Non so per quale motivo io mi sia ritrovato qua,o forse lo so e non voglio ammetterlo.
A dire la verità non so come cazzo io abbia trovato il coraggio.
Ed è strano detto da me,ma questo posto mi terrorizza da sempre.
Lo odio quasi, perché tira fuori lati di me che infondo non ho mai fatto uscire.
Ho passato gli anni più cruciali della mia adolescenza fra queste quattro mura che tanto ho odiato.
Mi sono sempre convinto di non averne bisogno, che non sono sbagliato e che vado bene così come sono.Che non ho bisogno del dottor kros per stare bene.
Ma avevano ragione gli altri,non sto bene da anni.
Ho interrotto così tante volte nella mia vita la terapia che probabilmente il dottor kros non dovrebbe più sospendersi di vedermi qua,ma invece la sua espressione a distanza di anni è sempre la stessa ogni volta che mi vede.Sono sempre stato incoerente anche su questo aspetto,non ho mai portato a termine la terapia.
La verità è che significa affrontare troppo dolore che non sono disposto più a provare.
Eppure non si sa come mai questa mattina ho portato il mio culo proprio sulla sua sedia."Andrew,che cosa ti porta qua?" nemmeno mi dà più del lei,il che mi innervosisce perché significa che mi ha già studiato.
Sa benissimo cosa mi dà fastidio, è già entrato nella mia testa psicanalizzando ogni mio trauma.
E io odio tutto questo.
Dio santo voglio scappare a gambe levate da qua."Noia?" " è l'una del mattino andrew" "già, perché questa gabbia di matti è ancora aperta?" non risponde alla mia provocazione e mi sorride.
Quel sorriso di chi ha già capito tutto."Mi annoiavo anche io forse" "già,se è la mia stessa noia probabilmente non dovrebbe fare lo strizza cervelli" alza le spalle lasciandosi andare a un comportamento informale con me, rispetto a tutti i suoi altri pazienti.
Ha sempre saputo il mio odio per queste cose, non mi piacciono le persone impostate che sembra sempre abbiano un tappo in culo.
Il dottor kros è proprio questo,un uomo sulla cinquantina che vede la vita come fosse sempre rosa e fiori e risolve i problemi mentali alle persone come me.È talmente impostato e sempre positivo che non mi stupirei se un giorno se ne uscisse dicendomi che spara coriandoli dal culo.
Inarco un soppracciglio
"probabilmente è come dici tu no? noi strizza cervelli abbiamo più bisogno di curarci di voi pazienti" so benissimo che non lo pensa realmente,ma ha sempre fatto così con me.
Mi ha sempre ripetuto le mie frasi del cazzo,il ché mi ha sempre fatto ridere, fino a quando non mi si sono ritorte contro.
Il dottor kros cammina fino a aprire le finestre,conoscendo le mie abitudini.
E nonostante non si possa fumare io accendo una sigaretta,anche questo sa di me.
Non so come è l'unico terapeuta che si è adattato al mio vizio e alle mie stranezze."Allora Andrew,come mai da queste parti?" "non lo so henry dimmelo tu" calco sul suo nome mentre aspiro il fumo.
Poi mi passa il posacenere che di norma nemmeno dovrebbe avere dato che siamo in un istituto del genere."Chi ti ha spinto a venire qua? " lo fisso,e già mi sento male al pensiero di tutto lo schifo che mi circonda.
"Negli ultimi anni ti sei perso un po' di cose, credo sia arrivato il momento di aggiornarti sul gossip" prendo un respiro fissandolo.
Non ci riesco a dire tutto,non riesco nemmeno con micol figuriamoci con lui.
"Ti sei mai sentito vuoto?"
"no andrew,ma nelle tua situazione sarebbe strano il contrario" "già,nella mia situazione" "ne hai più parlato con qualcuno?" alzo le spalle "non ho mai pensato che fosse vero quello che mi dicevi anni fa,anzi per la maggior parte del tempo ero strafatto" annuisce accomodandosi nella sedia dietro la scrivania.
"Non hai più visto nessun terapeuta dopo?" "non ho più continuato dopo di te" "avresti dovuto ma non ti farò mai una predica andrew,la mia diagnosi è esatta e lo sai.
Senza la terapia non farai altro che stare peggio,senza le cure mediche -" deglutisco "non farmi la predica ho bisogno di parlarti,ed è strano, ma sono arrivato a un punto di non ritorno.
E se non mi muovo ho paura di perdere la cosa più bella che ho avuto negli ultimi due anni" lui annuisce.
"Ci sei ricaduto?" "in quale dei mille componenti autodistruttivi che ho?" "devi dirmelo tu questo " "dopo la sua morte mi hanno ricoverato in ospedale per mesi,sono stato male per parecchio.
Non mangiavo più.
Non ero più me stesso.
Quando mi sono ripreso ho ricominciato con l'alcol,ma non mi bastava più a un certo punto" "ora sei pulito?" "ho preso le pasticche di mia madre." "Più o meno quando?" "oggi non le ho ancora toccate" annuisce ancora.
Mentre io divento nervoso.
"Non hai risposto alla mia domanda" "quale?" "è normale che io mi senta vuoto la maggior parte del tempo?"
"c'è una percentuale minima in cui non ti senti così?" annuisco.
"Quando?" aspiro la nicotina della sigaretta che mi dà un sollievo momentaneo e quasi inesistente.
"Quando scopo con micol" "è solo quello?" "che cazzo vuoi sapere di più?" mi innervosisco e lui scuote le spalle ormai abituato ai miei mille sbalzi d'umore.
Non si spaventa nemmeno più.
"No è molto di più per me,è la mia ragazza" "la usi per non pensare?"
"non la uso, faccio sesso con lei perché non riesco a non farlo, perché mi fa sentire più vicino a lei,come se fossimo una cosa unica.
Mentre con le altre era solo per staccare la mente,con lei non è solo quello."
Mi osserva poi annuisce.
"Sei spaventato di perderla per via dei tuoi traumi, gliene hai parlato?" "no, questo argomento non l'ho nemmeno mai affrontato con le mie sorelle che si sono informate,ma non ne ho mai avuto il coraggio di parlare" "avere un trauma del genere non è una cosa di cui vergognarsi sai?" "nemmeno una cosa di cui andare fieri però" lui non mi risponde perché vede che mi sono già messo sulla difensiva.
"Come ti senti?" "vuoto come se non avessi ragioni,scopi,cose belle.
Quando forse per la prima volta nella mia vita ne ho." "Hai avuto episodi depressivi?" "qualche volta nel corso degli anni,ma non sono durati tanto" rispondo mentre spengo la sigaretta e mi guardo attorno.
Questo studio non cambia mai.
"Sentirsi vuoto è una sensazione che può essere descritta come un insieme di cose vissute che sono caratteristiche dell'esperienza psicologica, e che possono quindi manifestarsi in tutte le persone con modalità differenti."
"Stai dicendo che potrebbe venire anche a te? farebbe ridere " "so che me lo auguri " divento serio osservando la sua figura.
"Per niente" lui piega la testa di lato e accenna un sorriso.
"Il senso di vuoto viene comunemente associato al senso di noia,ma nel tuo caso penso sia solamente indice di tanto stress emotivo."
Abbasso lo sguardo,ha centrato il punto.
"Parlami andrew vediamo che succede ultimamente" io alzo le spalle e abbasso lo sguardo,mi sento fin troppo vulnerabile e questo lui lo capisce.
Apprezza lo sforzo che sto facendo e mi lascia i miei spazi e i miei tempi.
Il ché lo rende uno dei terapeuti più comprensivi e competenti che io abbia mai avuto.
E nonostante io l'abbia sempre negato in realtà l'ho sempre creduto.
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Le stelle nei suoi occhi
Romancesequel di 'nel modo in cui brillano le stelle' consiglio la lettura del primo libro prima di iniziare questo. Andrew ha fatto promettere a Micol di andare avanti. Non sono mai stati soliti ascoltarsi. Sono sempre stati entrambi troppo testardi, fo...