Capitolo 32

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Seguire le lezioni non mi era mancato per niente.
Sicuramente nemmeno la voce del professor Sommers che continuava a parlare di Algebra Lineare.
Non che io mi lamenti, amo questo indirizzo e anche studiare quella materia.
Ma la voce del professor Sommers è sempre stata insopportabile.
O forse sono io che oggi come al solito ho la luna storta.

Prendo il mio cellulare e rinuncio a prendere appunti, non l'ho mai fatto e di sicuro non lo inizierò a fare adesso che sono all'università.
Scrivo a maggie per sapere se ha lezione.

"No, sto aspettando che emily esca dal camerino, tu che fai?" "sto per finire lezione, hai visto mic?" "da quel che so I suoi erano a Londra per lavoro e avevano deciso di incontrarsi, credo sia con loro" "ok, stasera facciamo qualcosa?" "dopo torno in camera ne parliamo lì?" le rispondo con un si e subito dopo afferro le poche cose che ho sempre con me.
Le sigarette, l'accendino, le chiavi e il cellulare.
Sentendo il suono della campanella mi alzo e esco.

Mi fermo alle macchinette prendendo un caffè e sperando che così il mio malumore sparisca e anche la voglia di dormire.

Entro nella mia stanza e guardo disgustato Spencer.
Un'altra cosa che non mi era mancata per niente di Londra? Spencer.
Se ne sta alla sua scrivania mentre scrive qualcosa sul suo computer.
Alzo gli occhi al cielo, mi sta proprio sulle palle, e se uniamo questo al mio malumore sicuramente non succede nulla di buono.

Mi siedo sul mio letto e mentre bevo il mio caffè prendo in mano il mio quaderno nero.
Scarabocchio con la penna sul foglio nel tentativo di rilassarmi un po'.

Ma il caffè di oggi fa proprio pena e questa è un'altra scusa per incazzarmi col mondo intero.

"Comunque non credo che sia normale la tua insonnia" se ne esce Spencer.
"Ho fatto delle ricerche e ho letto che dormire poco non fa bene al corpo e al cervello che ha bisogno di riposare, nemmeno risvegliarsi in quel modo la maggior parte delle volte non è normale" io lo guardo.
Stringo la penna fra le mani e cerco in tutti i modi di non prendere a pugni questo coglione.
"Perché non ti fai i cazzi tuoi e limiti la tua cronologia Google ai porno invece che cercare cose che mi riguardano?" lui alza le spalle "cercavo di dare una mano" "nessuno te lo ha chiesto, fatti i cazzi tuoi ok?" "sai che farsi la doccia alle tre del mattino perché ormai hai rinunciato a dormire non è sano? E nemmeno fumare così tanto? inoltre il caffè potrebbe causati problemi al cuore -" "ma che cazzo di problemi hai? ti ho detto che ti devi fare i cazzi tuoi" "io-" "io un cazzo Spencer, sono mai venuto da te a chiederti perché non scopi mai? sono mai venuto a chiederti i cazzi tuoi? no, perché so cosa sia la privacy, cerca di informarti su quello e non su cose che non ti riguardano testa di cazzo" mi alzo e prendo il mio quaderno infilandolo nella tasca posteriore dei miei jeans larghi.
"Evita di parlare con me se non per qualcosa inerente alla nostra convivenza, a meno che tu non voglia essere preso a pugni."
Esco da lì.
Ho perfino lasciato il caffè in camera.
Che si fotta.

Ho bisogno di micol.
Di lei del suo profumo e del suo buono umore.
Perché è l'unico modo che ho per provare a non perdere la ragione.
Perché il cattivo umore non va via ma lei è la soluzione per alleviarlo.

Busso alla sua porta nella speranza che ci sia qualcuno e quando proprio lei mi apre mi calmo.
" Ei" le dico.
"Devi uscire?" scuote la testa.
"Bene" mi fa entrare e io mi siedo sul suo letto.
"Posso fumare? ne ho bisogno" lei annuisce e io accendo la sigaretta.
La osservo mentre aspiro.
Ha decisamente qualcosa, non mi ha rivolto parola e non ha sorriso nemmeno una volta.
"Che succede?" le chiedo.
Lei sospira.
"Nulla drew" io sbuffo il fumo.
"Ora capisco come ci si sente a ottenere le stesse risposte che do io " le dico mentre aspiro il fumo.
"Ma sai sono così abituato a dire stronzate che ho imparato a capire quando le dicono gli altri, mi vuoi dire che ti prende?" "e tu?" risponde.
Ma è sprezzante e non ha l'aria di essere calma come sempre.
Aggrotto le sopracciglia "direi che non te lo voglio dire perché non si sta parlando di me evita di sviare discorso" sbuffa.
Essere in due a avere la luna storta è una merda.
Ma anche in questo caso le farei tornare il sorriso scopandola in tutte le posizioni possibili.
Nonostante io di lei apprezzi più il suo solito lato spensierato e nonostante il suo malumore alimenta ancora di più il mio.
La scoperei comunque.
"Mi vuoi dire che ti prende o preferisci il mutismo selettivo?" "perché devo parlare sempre solo io? tu non rispondi mai alle mie domande e non so mai cosa ti passa per la testa" "quando hai deciso di amarmi sapevi benissimo a cosa andavi incontro Micol" "io non ho deciso di amarti! non sono cose che si decidono capitano e basta senza che tu possa rendertene conto inizi a innamorarti di uno stronzo egoista che non risponde mai alle domande!" strilla.
"Mi dispiace per te allora, non soc che cazzo dirti non conosco l'amore e non so cosa passa per la tua testa quando stai con me, ma quello che provi per me è un tuo sentimento non mio non lo comando e non posso aiutarti" rispondo incazzato.
Lei scuote la testa e incrocia le braccia "sembri una bambina incazzata micol, ti ho detto di dirmi cosa ti prende perché tu ami sfogarti parlare con qualcuno farti aiutare, è nella tua persona non nella mia, tu e io siamo diversi devi accettare che io non riesco a dirti le stesse parole che usi tu e non so farti capire il mio dolore, non lo so fare proprio.
Ma tu si per questo so che hai bisogno di farlo, parla per una buona cazzo di volta e smettila di tenere il broncio sei bella così ma di più quando smetti di pensare e a farti paranoie e inizi a essere te stessa" lei sospira.
"Ci sono i miei genitori a londra, sono venuti per lavoro, siamo stati a pranzo insieme" "e perché lo dici come se fosse la fine del mondo? sei sempre felice di vederli" "si sono messi a litigare a tavola mentre io cercavo di spiegargli come procedeva l'università" sospira.
"Come se non bastasse hanno iniziato a mettermi in mezzo ai loro problemi parlando del fatto che ho saltato le lezioni per giorni" aggrotto le sopracciglia.
"Motivo delle loro discussioni?" "ogni piccola cosa è buona per farlo, vorrei capire cosa non va in loro, una volta non erano così" "le discussioni sono normali magari una volta erano solo bravi a nascondere tutto" "dovrebbero continuare a farlo a new york rappresentano una grande azienda hanno gli occhi di tutti i giornalisti addosso, lo sanno eppure non ci mettono niente a discutere come fonsennati per strada" dice mostrandomi un articolo.
"Non mi interessa l'opinione pubblica, ma so che a loro invece si è questi articoli alimentano i loro problemi"
"Tu non centri nulla mic, la loro era solo una scusa perché erano incazzati fra loro e hanno messo di mezzo te" "non mi fa piacere incontrarli quando stanno così" "rendiglielo chiaro" le dico.
Lei annuisce.
"Mi sono comportata da ragazzina" "lo sei" "mi sono alzata andandomene via Drew" "al posto tuo chiunque lo avrebbe fatto sai?" "ma non è da me" "ogni tanto cose che non penseresti mai di fare le fai, non vuol dire che queste tue reazioni sono un male" aspiro il fumo.
"Sei sempre tranquilla e calma e non reagisci mai alle provocazioni altrui, nelle discussioni sei quella che vuole subito risolvere e anche quando gli altri ti trattano male tu li aiuti, è normale ogni tanto esplodere, non potrai essere sempre quella gentile con tutti" le dico mentre le accarezzo iun fianco.
"Nonostante io mi incazzi con te quando fai così so che ne hai tutte le ragioni, è che avere entrambi la luna storta non aiuta" rispondo.
"E le giornate no sono normali, pensa che se non le avresti sarebbe tutto schifosamente perfetto, e la perfezione non è bella" lei sorride.
"Grazie Andrew" "non farlo, non ne ho bisogno" le dico.
Ma lei se ne frega "sai di cosa ho bisogno?" "Mh di che?" "di te sotto sopra e ovunque, basta che io sia dentro di te ora" lei scuote la testa.
"Accontentati di un bacio" "non sono mai stato uno che si accontenta" "mi dispiace per te con me dovrai farlo" "ah si? quindi se faccio questo" le dico infilando la mano nelle sue mutandine.

Le stelle nei suoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora