Capitolo 51

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Nemmeno il tempo di scendere dall'auto che me ne vado a correre.
Per poi tornare al campus un'ora e mezzo dopo per farmi una doccia veloce e guidare fino a casa di cristopher.

Mi apre tutto sorridente
Dio se odio questo posto di merda.
Odio lui,la sua villa di merda,il suo sorriso di merda.

"Sei in ritardo lo sai?" "è già tanto che sono venuto,lo faccio solo per amanda astrid e ellie.
Non aspettarti che io sia venuto per te, non è così."
annuisce consapevole.
"Ad ogni modo sono contento tu sia venuto,pensavo ti rifiutassi " mi guardo intorno mentre entro dentro quella villa.
Mi sento fuori posto, indosso una tuta e una felpa con il cappuccio alzato per via del brutto tempo.
Mente in questo posto perfino il cesso mi sembra lussoso.
Ed io non ho niente a che fare con tutto questo.
Cristopher cammina intorno a questo posto che al momento mi sta facendo venire la nausea.
I ricordi premono per uscire,ho vissuto qua poco perché infondo nonostante io sia stato a Londra per anni sono stato sballottato ovunque,e non stavo mai in questa casa,ma non si sa perché io sia pieno di ricordi legata a essa.
Le pareti monocolore sembrano intatte e pulite,certo se non contiamo di quella volta quando cristopher era via e io e sam abbiamo fatto un festino qua dentro.
Il mio intento era quello di distruggergli casa e lasciarla così fino al suo ritorno.
Per recargli disturbo e fastidio.
Perché è sempre quello che volevo,rovinargli l'esistenza.
Samantha voleva ripulire tutto e non voleva nemmeno fare quel maledetto festino,ma mi voleva così bene che si lasciava trasportare dai miei occhi che la supplicavano di fare un po' di casino.
E quindi mi assecondava anche nelle cose peggiori,anche quando non avrebbe dovuto.
Inutile dire che quel festino in casa finí peggio di come avevamo previsto,il ché alla fine dei conti non era tanto male per il mio scopo.
Io mi ero ritrovato nel letto di cristopher con una biondina che ricordo solamente di aver scopato.
Avevo lasciato il suo intimo in camera sua e me ne ero andato.
Il muro a metà della festa era sporco del mio vomito e della bottiglia di alcol che avevo lanciato contro esso.
Forse perché troppo ubriaco o forse perché mi ero reso conto che nemmeno quella bottiglia riusciva a farmi stare bene come volevo.
Cristopher deve averlo ripulito anche se non ricordo lui mi abbia mai fatto ramanzine per quel festino del cazzo.
Raggiungiamo il divano bianco in pelle, le mie sorelle sono tutte sedute lì.
E subito mi viene in mente che ne manca una,e che lei sarebbe stata l'unica a riuscire di non farmi pesare queste stupide riunioni di famiglia inutili.
Su quel divano ho fatto troppe scopate di cui la maggior parte ero troppo fatto per ricordarmele.
Ma ricorderò sempre bene la faccia che faceva crisitopheritopher quando mi beccava.
Mi sentivo appagato,almeno per qualche minuto.
Poi mi veniva a noia anche quello e finivo per andarmene da qualche parte via da questo posto.
Mi siedo e prendo in braccio ellie.
È fortunata,non per avere cristopher ma per avere un padre che la ama.
Perché non è stata abbandonata ripetutamente dall'uomo che mi siede difronte e mi osserva.
Quella bambina con i miei stessi occhi mi sorride e abbraccia mentre se ne frega di suo padre.
Pagherei oro per aver vissuto la sua vita,per essere lei.
"Torna a giocare,noi ci vediamo dopo" "tu non torni dopo" "come no? se non restiamo qua verrai tu da me" "si? e poi giochiamo ai videogiochi?" ghigno.
Non è un segreto che amo questa bambina.
Nonostante io sia sempre stato restio a averne,lei e charlotte sono le due eccezioni.
Negli occhi di charlotte vedo lei e forse un po' di me, perché anche lei non passa una vita facile ma tira avanti.
Nonostante sia solo una bambina.
Negli occhi di Ellie vedo del buono, e mi fa quasi impressione vedere occhi così simili ai miei puri e sinceri.
Senza alcun male all'Interno.
Incontaminati dal male del mondo.
E spero rimangano così per sempre.

Astrid mi guarda,studia le mie espressioni facciali.
Penso abbia capito che già mi sono rotto i coglioni di stare qua.
Mi si legge in faccia.
"Pensi di volerti girare i fottuti pollici per molto o di voler iniziare un discorso? non ho tutto il tempo del mondo a disposizione,non per stare qua con te almeno."
Perché stare qua dentro mi costa già parecchio sforzo se aggiungiamo poi vedere cristopher ancora di più.
Cazzo non si poteva fare da qualche altra parte?
Il mio sguardo cade sul mobile bianca posto sotto il televisore, le cornici sopra di esso fanno più male di unà pugnalata nel petto.
Troppe foto,troppi ricordi.
E mi chiedo perché lui le tenga lì, non c'era mai quando era viva perché adesso fa finta che gli importi?
Non gliene è mai fottuto niente di me o di sam o di chiunque altro dentro questa stanza.
Gli è sempre solo importato di sé stesso.

Le stelle nei suoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora