Capitolo 29

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"Ragazzina se fosse per me rimarrei a fissare te nuda che cerchi i tuoi vestiti ingiro per ore ma vorrei ricordarti che purtroppo e sotto costrizione devo incontrare Christopher oppure verrà qua e sai ho poca voglia di far vedere a quel coglione con i miei stessi geni il tuo bellissimo culo" lei mi guarda male e mi fa la linguaccia per poi prendere un mio maglione nero che in teoria dovrebbe essere un dolcevita ma che vista la sua statura a lei sta come vestito.
I arco un sopracciglio.
"Perché mi guardi così?" "quello è mio?" "si, se ti da fastidio dovrai fartene una ragione drew, non so se ti ricordi che sono senza vestiti e a meno che tu non voglia farmi girare nuda indosserò le tue cose fino a quando non torneremo a Londra" la guardo e ghigno.
"Che c'è ragazzina? la mia presenza influisce negativamente sul tuo carattere oppure è perché ti stanno arrivando -" "oddio smettila con questa storia" mi guarda male.

Ma non sono in grado di prenderla sul serio quando si comporta così.
Scoppio a ridere, ed era da mesi che non lo facevo, fa strano anche solo pensare che io l'abbia fatto mesi fa.
Ma lei probabilmente tira fuori il meglio di me anche in una settimana di merda come questa.
Lei mi guarda con i suoi occhi chiari e sorride nonostante prova scarsamente a nasconderlo.

"Tienilo pure quello, ti fa un culo fantastico" "dovrebbe essere un complimento?" "lo è" le dico per poi passarle la mia giacca.
"Pensi che Christopher voglia dirti qualcosa in particolare? magari era solo per incontrarti" "Christopher è un senza palle, non mi costringerebbe mai a vederci se non ha qualcosa da dirmi e detto sinceramente, non mi cerca nemmeno quindi dubito che lo farebbe per le ragioni che pensi tu" "non lo so a me sembra davvero intenzionato a recuperare il rapporto" "non c'è nulla da recuperare io e lui non abbiamo mai avuto un rapporto" le dico.

Un'ora dopo siamo davanti il portone di Christopher e Micol suona il campanello mentre io la tengo per la vita con una sigaretta spenta fra le labbra.
Ci apre Desirée con un sorriso e ci saluta come se fossimo la cosa più bella che le sia successa durante la giornata.
Guarda la sigaretta fra le mie labbra ma rinuncia a dirmi che non si fuma in casa e ci fa entrare.

"Christopher arriverà fra qualche minuto, nel frattempo posso offrirvi qualcosa?" "non solo mi costringe a venire qua, ma ora ritarda anche" mi lamento con la voce camuffata dalla sigaretta.
Micol mi da una gomitata e io alzo gli occhi al cielo.
"Oh no no assolutamente non ritarderà sta solamente concludendo una telefonata" "ah si questa la conosco il lavoro prima di tutto anche prima dei figli no?" lei mi guarda con aria di pena e io faccio una smorfia.
Mi fa cenno di sedermi sul divano e io lo faccio però trascino Micol sulle mie gambe e metto la testa sulla sua spalla.
Respiro il suo odore di lamponi e mantengo il controllo cercando di non avere una crisi di nervi da un momento all'altro.
Sposto la sigaretta spenta dietro all'orecchio e guardo Desirée.
"Tuo padre è cambiato molto -" "non sono amanda o Astrid non voglio essere associato a lui come figlio non so nemmeno perché ho ancora il suo cognome" lei sospira "scusa, ad ogni modo per quanto tu pensi che sia una bugia ci sta provando davvero, lo dimostra il fatto che è andato a trovare tua-" si schiarisce la voce "-helen in ospedale, in tutti questi anni è sempre stato a conoscenza del fatto che era in ospedale ma non ha mai pensato di andarla a trovare perché aveva paura e tu puoi definirlo come vuoi, perché sicuramente tu non centravi nulla ma lui lo ha capito tardi e vuole solo una possibilità "
" io non credo che tu possa capire cosa voglia dire essere abbandonato da una persona che avrebbe dovuto essere il tuo punto di riferimento e non te lo auguro perché ti senti perso e senza un senso, hai così tante paranoie e ti metti in testa che l'errore sei tu, aggiungici una madre dipendente da farmaci e il suo fidanzato violento credo che tu possa fare due più due e capire che perdonare una cosa simile proprio quando quel punto di riferimento avrebbe dovuto esserci sia difficile " parlo solo con freddezza e poi alzo lo sguardo su di lei.
" Non è vittimismo e non voglio pena voglio solo che tu tenga le tue opinioni per te e che ti faccia i cazzi tuoi" "io non voglio mancarti di rispetto volevo solo sistemare -" "non c'è nulla da sistemare, tu nella mia testa rimarrai la donna che ho trovato una sera a scopare mio padre sul scrivania da lavoro, e lui? lui rimane un uomo che diciotto anni fa ha commesso lo stesso identico errore per la quarta volta.
Ha creato qualcosa e lo ha trascurato e ignorato per diciotto anni, non si recupera nulla che non c'è mai stato.
Si dice che la seconda volta si impara dagli errori passati, Christopher ha rovinato quattro vite solo per l'unica ragione che era troppo tirchio per comprare dei fottuti preservativi " sputo acido.
Lei si passa una mano fra i capelli "sono molto più che la donna che si è scopata tuo padre quella sera" "si probabilmente è così e sei sicuramente sprecata per uno come lui, ma non so se sai come funzionano i traumi, una volta che inizi a vedere quella cosa nel tuo cervello si ripeterà all'infinito.
Io ti guardo e non vedo altro che una segretaria troia che non ha saputo tenere chiuse le gambe pur sapendo di un bambino che la stava guardando" "sai che non è andata così" "nel mio cervello traumatizzato sei questo ma forse nella piccola parte sana della mia mente ti vedo come una madre che fa di tutto per sua figlia, perciò non ce l'ho con te il fatto che tu in passato sia stata una troia non ha nulla a che vedere con me" le dico "io non avrei mai voluto distruggere una famiglia, non avrei mai fatto nulla di tutto questo io volevo crescere voi quattro come foste figli miei" agfrotto le sopracciglia.
"Non hai distrutto niente, non siamo mai stati una famiglia" lei sospira, ma penso che dentro di lei sentirà sempre questo peso.
"E cosa ti ha fermata dal prenderci qua con te?Christopher o mia madre" "saresti mai stato contento di rivedere tuo padre dopo quella sera?" "no ma probabilmente ora avrei metà dei traumi che ho adesso e sicuramente sarei felice" "probabilmente avresti avuto un rapporto pessimo con lui perché gli avresti portato rancore più di ora, probabilmente avresti odiato la tua vita" "non più di quanto io possa odiarla ora, ma sicuramente se tu avessi davvero preso noi quattro con te mi sarei allontanato dall'idea che il mio cervello aveva di te" le dico ma il mio discorso viene interrotto da Christopher che scende le scale con in braccio ellie che per chissà quale motivo ha il broncio.
Lui mi guarda, o forse sta guardando Micol seduta sopra di me e lei se ne rende conto percui scende e si posiziona difianco.

Le stelle nei suoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora