Mi sveglio qualche ora dopo, non so di preciso che ore siano ma penso sia mattina presto.
Mi alzo nonostante mi giri la testa, ho davvero bevuto troppo.
Dovrei levarmi dai coglioni.
Ho solo voglia di andare a correre e smettere di pensare.
Prendo un aspirina e infilo i pantaloni da basket che ho lasciato qua tempo fa.
Probabilmente Micol non si ricordava nemmeno che ci fossero.
Sto per uscire di casa quando lei mi ferma.
Per quale ragione è sveglia?
"Giorno, dove stai andando?" "giorno" faccio per uscire ma lei mi blocca ancora.
Vorrei dirle che se non la smette subito rischio davvero di non riuscire a mantenere il controllo.
E il mio piano 'non fare cazzate con micol' andrebbe a puttane.
"Io e te dobbiamo parlare ricordi?" "mh, non ricordo stavo andando a correre parleremo poi"
"sbaglio o mi eviti?" sospiro.
"Micol perfavore ho bisogno di andare a correre" la guardo serio e ci provo a mantenere la calma ma non mi riesce bene "vengo con te, fammi mettere qualcosa di adatto e ti raggiungo" annuisco ormai rassegnato all'idea di non poter evitare quella conversazione.
Ma non si può evitare tutto per sempre.
Anche se un pó ci speravo.Qualche minuto dopo scende dalle scale con dei pantaloncini da corsa e un top e giurerei che l'abbia fatto apposta se non la conoscessi.
Usciamo da casa sua e iniziamo a correre e lo so che dovrei correre normalmente ma non riesco a farlo, perché stare un passo avanti mi fa sentire meglio mi fa credere di non star perdendo quelli che sono pezzi fondamentali.
Ma me li fa solo credere, non è la realtà.
Ho solo bisogno di aumentare la velocità perché la mia mente si concentri su altro.
"Rallenta, non hai mangiato niente" la ascolto, lo so che ha ragione.
"Ho bisogno di sfogarmi, se corro spengo il cervello" "ok, facciamo così corriamo alla tua velocità per un'ora poi ci fermiamo mangiamo qualcosa così da poter parlare e corriamo dinuovo" annuisco.
"Se parli perdi fiato" la guardo, è tutta rossa ma non è stanca.
Accenna un sorriso e io aumento la velocità.
Lo so che tanto sforzo fisico senza mangiare fa male, ma è proprio per questo motivo che lo faccio.
Pensare di star facendo una sola cosa sbagliata mi distoglie dal pensare a tutte le altre cose sbagliate che sto facendo.
Almeno per un pó, e mi devo saper accontentare.
Continuo a correre, e per questa volta almeno per un'ora o pensieri si fermano."Cosa prendi?" non ho fame, qualsiasi forma di cibo in questo momento mi fa salire la nausea.
"Un caffè" ci sediamo al tavolo fuori.
Non credo che principalmente dentro mi farebbero entrare.
Sono a torso nudo e sudato, direi di no.
Si siede difronte a me.
"Di cosa volevi parlare?" "di noi, del fatto che si io ti ho ascoltato e sono andata avanti ma che è stato difficile e che per quanto mi riguarda io ti voglio bene nonostante tutto e vorrei continuare il nostro rapporto ovviamente senza baci o altro -" "non ricordi? ci abbiamo provato parecchie volte e guarda dove siamo finiti" sorride.
"Non è stato un male, custodisco ogni parte di quei momenti con me, e non ho intenzione di dimenticare niente voglio che io e te rimaniamo noi" "ti rendi conto che è una cosa improbabile?"
"a cosa ti riferisci?" "mi riferisco al fatto che non so starti lontano e che sai bene che tutto questo finirà come sempre allo stesso modo, io ti bacio tu mi baci finiamo a letto e ritorniamo a avere quel qualcosa ma lo sai che succede dopo no ? tu soffrirai e non mi guardare così, lo sai che ho ragione perché anche stando lontano da me hai pianto ed è questa l'unica sensazione che proverai con me, dolore " scuote la testa.
" Non puoi sapere come mi fai sentire " mi sporgo sul tavolo appoggiando i gomiti " vorrai di più mic, è così che succede quando inizi a tenere a qualcuno, e quando vorrai di più da me non sarò in grado di darti altro perché sono fatto così distruggo tutto e ti ho allontanata in tempo per scappare lontano da me prima che di te non rimanga altro che piccoli frammenti di vetro" "perché non vuoi esporti? tu puoi dare di più, tu sei di più di tutto questo ti minimizzi per paura, sei tu che hai paura di soffrire non io" scuoto la testa "non ho paura, ho il terrore che tu possa spezzarti fra le mie mani, non lo sopporterei" le prendo il viso fra le mani.
"Non sopporterei di vederti piangere ancora, di vedere il tuo sorriso spento così come i tuoi occhi così luminosi" "non voglio stare lontano da te drew" "non sarei in grado di starti lontano nemmeno se lo volessi" "e come vogliamo fare?" mi guarda con i suoi occhi blu come il cielo alle luci prima del tramonto.
"Dobbiamo solo essere discreti" fa un sorriso "non ho intenzione di tradire Martin" "non ti farei mai una cosa del genere mic, per quanto lui sia un idiota" "non lo è" "voglio dire, tu meriti di più e non sono io ma non è nemmeno lui" mi accendo una sigaretta.
"Senti in qualsiasi modo non possiamo evitarci i nostri college sono difianco e noi non sappiamo stare lontani" "non possiamo essere semplicemente amici?" "non potremmo mai essere solo amici"
"e come facciamo?" "solo io e te ai limiti del possibile" "senza baci e senza-" "senza baci e senza che io ti tocchi e fra parentesi mi risulta difficile se tu mi sculetti davanti con quei pantaloncini" ride.
Cazzo la sua risata mi migliora l'umore.
Mangia i pasticcini mentre ride.
Le scatto una foto mentre arrossisce.
"Cancellala" "non lo farò" mi fa la linguaccia.
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Le stelle nei suoi occhi
Romancesequel di 'nel modo in cui brillano le stelle' consiglio la lettura del primo libro prima di iniziare questo. Andrew ha fatto promettere a Micol di andare avanti. Non sono mai stati soliti ascoltarsi. Sono sempre stati entrambi troppo testardi, fo...