Capitolo 33

39 3 0
                                    


Apro la porta della camera cercando di fare meno rumore possibile.

È tardi e sia Daniel che quello stronzo di spencer dormono.
Mi fa male la testa, e ho un dolore persistente all'altezza delle costole.
Probabilmente fare tre incontri in una sola volta non è stata una buona idea.
Anzi quasi sicuramente.

Appoggio il borsone sotto al mio letto e afferro le mie cose.
Cazzo no, decisamente non è stata una bella idea, sopprattutto perché mentre cammino le fitte sono più forti.
Sbuffo e esco dinuovo.
Tanto non sarei riuscito a dormire quindi non avrebbe avuto senso provare a farlo.

Entro nei bagni comuni che sono vuoti, perché la gente normale a quest'ora dorme, sicuramente non fa la doccia.
Mi spoglio e accendo il getto gelido.
Preferirei uno caldo, ma so che questo è sicuro molto meglio sul mio corpo disfatto.

Finisco solo per mettermi a calcolare i soldi che mancano per la retta da pagare per mia madre.
E quella che doveva essere una doccia rilassante diventa solo un altro elemento di stress.

Questa giornata non promette proprio nulla di buono.

Inizio a pensare che sia meglio sbrigarmi a fare la doccia così da smettere di pensare.

Un quarto d'ora dopo esco da lì con ancora i capelli bagnati.
Ho messo una tuta per stare comodo e cammino verso l'uscita del campus.
Mi accendo una sigaretta e sbuffo il fumo.

"Sveglio?" guardo il messaggio di mag.
"Si, tu perché?" "non riesco più a dormire, dove sei?" "fuori a fumare, ma maggie torna a letto" "non riesco" "dormi almeno per qualche ora ti passo a prendere più tardi e andiamo a fare colazione" dico.

Lei mi risponde di sì e io mi alzo.
Una delle cose positive che ha fatto Christopher tornando a Londra? ha portato quella che ormai è la mia auto qua.
Perciò non devo rubare passaggi a nessuno.
Anche perché la moto unita alla pioggia di Londra prima o poi mi avrebbe fatto fare un incidente.
Salgo in auto e metto la radio al massimo.

Il fatto che io mi sia comprato il cd dei green day solo per Micol la dice lunga su quello che riesce a farmi quella ragazzina.

Alzo il volume al massimo.
Sospiro.
Penso che sarebbe ottimo scopare qua dentro, tanto perché nell'auto di daniel quest'estate non mi è affatto bastato.
Magari con i green day in sottofondo.
Potrei proporre questa idea a lei, ma sono sicuro che arrossirebbe e mi urlerebbe di essere un pervertito.
Tanto sappiamo entrambi che nemmeno lei ci crede e che non vuole altro che farlo con me.
Questa cosa mi migliora l'umore.
Pensare a quando la scoperó in ogni superficie dell'auto ancora di più.
Mi libero da questi pensieri e scendo dall'auto una ventina di minuti più tardi.

Il cancello automatico si apre e io parcheggio dentro il giardino.
Davvero non mi piace per niente stare qua.
Faccio una smorfia per via dell'ennesima fitta e provo a sperare che Christopher non faccia domande.
Entro dentro quella villa che lui chiama casa.
Inevitabilmente i ricordi mi si catapultano addosso e non faccio nulla per evitarlo.
Solo una smorfia, e non so se per il dolore o per tutta questa situazione.
Mi passo una mano fra i capelli mentre vedo Christopher avvicinarsi.
Mi guarda confuso e mi scruta da capo a piedi.
E prima che lui possa parlare io lo blocco.

"Helen?" "di sopra, sta riposando pare che questa notte non si sia sentita bene" annuisco.
"Comunque, ho deciso di pagare quella retta, magari parlerò con il direttore di quel posto e lo convinceró a pagare a rate -" "Andrew ti rendi conto che è impossibile raggiungere il denaro che richiedono? l'hai visto anche tu il documento" "cazzo non mi interessa troverò un modo ok?" "facendo cosa? continuando a rovinarti con quello che ti fa fare quell'uomo? si Andrew tua madre mi ha parlato anche di lui" "anche? è stata praticamente lei a spingermi a farlo! e ora che non posso fare altro per ottenere soldi ripudia quello in cui ha mangiato per anni? si fotta" urlo.

Le stelle nei suoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora