Capitolo 60

30 0 0
                                    

Non ho mai davvero capito cosa significasse la parola famiglia.
È una cosa totalmente ignara al mio vissuto e al mio cervello.
Perché vivere tutta la vita con un padre e una madre che sono assenti o che a mala pena si interessano ai figli al tempo stesso non mi aiuta a comprendere il significato di quella parola tanto semplice quanto difficile per me.
Vivere con una madre incapace di assolvere le responsabilità che il ruolo genitoriale comporta, alcolista cronica, tossicodipendente e però sempre presente nella mia vita e quella delle mie sorelle solamente per scopi personali e che non fa altro che complicarla ancora di più nel tentativo perenne di trarre vantaggi,
nemmeno.

Non sono stato solo,per tutta la mia vita ho avuto qualcuno difianco che sopportasse tutta la merda che avevo intorno insieme a me.
Eppure nonostante tutte le persone che mi circondavano il mio stato di solitudine perenne non mi ha mai abbandonato.

Mia madre è troppe cose, narcisista manipolatrice e tossicodipendente,ogni appellativo che la distingue si può riassumere con una sola parola: madre del cazzo.

Coerente con il suo comportamento ma anche con la sua predisposizione alla dipendenza,
che ha ricadute significative sul piano delle relazioni. Perché tutto quello che conta per mia madre è la droga e ogni suo pensiero è caratterizzato da quello.
È fonte di problemi, di delusioni e di dolore per le sue figlie che ad ogni suo ritorno ricadono nell'illusione di aver ritrovato quella figura materna che non c'è mai stata.
Ci siamo tutti illusi esistesse una parte buona di lei,prima della dipendenza,ma la realtà è che è sempre stata una madre di merda a prescindere.
Io forse ho imparato a capire che helen non cambierà mai e che se torna è solo per soldi.
Il senso di abbandono è comunque una cosa ricorrente nelle nostre vite, cristopher ha contribuito a questo,ma non riesco a fare a meno di sperare che lui non sia una merda come ho sempre creduto.

Né io né le mie sorelle siamo usciti illesi da questa famiglia.
Io ho avuto relazioni difficili con soggetti altrettanto difficili e mi sono arreso anche io, così tante volte che ho perso il conto.
Non sono diverso da helen, ricalco le sue orme com l'abuso di alcol e sostanze.
Cedo ai miei impulsi più aggressivi,anche dopo aver affrontato un programma di riabilitazione, ricado nel vizio e mi arrendo al mio destino.
Sono in una perenne lotta interiore tra la voglia di salvarmi e la scelta, più facile, di lasciarmi andare.
Cerco sempre di più di allontanarmi dalla vita che ho avuto e che mi hanno insegnato a avere.
Ma non è facile e se non fosse per micol sarei morto da tempo,e non è un modo di dire.
Sono da sempre attratto da contesti e compagnie devianti, da comportamenti distruttivi.
Da quando ho conosciuto white ho iniziato a fare cose discutibili e moralmente sbagliate senza pentirmene nemmeno un secondo.
E questo sicuramente non mi rende una persona migliore dei miei genitori.
Solo dopo il riformatorio ho sentito il bisogno di cambiare,per lo meno la seconda volta che sono finito dentro,poi il bisogno di allontanarmi da casa e da Michael era troppo grande e finire in riformatorio mi sembrava l'unico modo per allontanarmi da quella merda.
Così poi vedere le mura grigie di quel riformatorio è diventato all'ordine del giorno per me.
Più crescevo più i crimini sulla mia fedina penale aumentavano.
Vedere le mura grigie e tristi per mesi più spesso che quelle di casa tua dovrebbe essere triste,ma non per me.
Quel posto merdoso rappresentava la mia unica via di fuga,il ché è davvero deprimente se ci penso.
Sapere che un riformatorio per me era meglio di casa fa capire quanto odiassi quel posto.
Perciò ho trovato come un rifugio nelle cose sbagliate,e mi sembrava la cosa migliore,sfogavo la mia rabbia e mi aiutava a non pensare ai miei problemi.
La mia vita non è forse cambiata,non del tutto almeno.
La mia famiglia è comunque un disastro,e non penso che possiamo definirci tali.

Ed è per questo che è da quando micol mi ha chiesto di accompagnarla alla cena con suo padre che mi tormento.
Continuo a ripensare a tutti i miei problemi familiari e ancora irrisolti, perché anche se mia madre è in una clinica lontana da me non mi sento mai tranquillo,conoscendola avrà altri mille modi per rovinarmi la vita.

Le stelle nei suoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora