Capitolo 4

41 3 0
                                    

"Ma dove siete stati?" "siamo andati a correre" risponde Micol.
Mi chiedo perché il suo ragazzo sia in casa mia e vorrei sbatterlo fuori ma so che Micol non me lo perdonerebbe.
"A correre? cazzo si siete credibili dal momento che andrew è mezzo nudo e che tu hai la sua canotta" guardo male mia sorella.
"Sai stare zitta una volta tanto?" lei mi guarda e abbassa lo sguardo un'attimo dopo, ha capito che non sono dell'umore.
"Tranquillo idiota non ti ho toccato la ragazza, se hai un minimo di fiducia in lei sai che non ti farebbe una cosa del genere" prendo una birra dal frigo.
"Non è di lei che mi preoccupo" "pensi che io sia una persona tanto orribile da farmi le ragazze fidanzate?" mi guarda "hai ragione, lo sono" gli do corda. "Andrew perfavore non peggiorare la situazione" guardo Micol.
"Sarei capace di farlo, perché micol è uno schianto ma ti ripeto che non l'ho nemmeno sfiorata perché io sarò un pezzo di merda ma non tocco le ragazze che non vogliono essere toccate" lui continua a guardarmi e Micol mi sorride in segno di ringraziamento.

"Vogliamo fare qualcosa? è estate cazzo" Micol sorride "oggi è una bellissima giornata, andiamo a fare un giro?" poi si volta verso Martin "non hai ancora visto la città! andrew potremmo andare al luna park e potremmo portarlo a vedere il mare e-" "al luna park ragazzina? fammi pensare all'ultima volta che siamo andati ad un luna park -" mi blocca tappamdomi la bocca con la mano.
Io la mordo perché cazzo sono divertito dalla situazione.
Lei mi guarda con aria schifata e io ricambio lo sguardo per far intendere solo a lei quello che sto pensando, ovvero che so fin troppo bene quanto a lei piaccia.
Mette sú quella sua aria innocente e mi sto realmente chiedendo se fa sul serio o se sta facendo finta quando inizia a sculettarmi davanti.

Le fisso il culo spudoratamente e non credo nemmeno di essere l'unico, vorrei in tutti i modi staccare gli occhi a quello stronzo del suo ragazzo e odio che lui possa dire che lei è sua.

Odio in generale pensare che lui possa fissare il suo culo senza essere nel torto, perché cazzo io lo sono, ma lei sta sculettando per me non per lui e questo, questo mi da una sensazione di soddisfazione.
È una stronzata, alle ragazze piacciono i piccoli gesti e a me piace il fatto che lei mi stia sculettando davanti e che lo stia facendo per me e non per lui, anche se è sbagliato e forse proprio perché lo è aumenta la sensazione di soddisfazione.
Io considero questo tipo di cose un esplicito consenso per farmi capire che anche se sta con lui,lei mi pensa ancora.

Che pensa alle mie mani su di lei che la toccano.
Che le fanno provare sensazioni nuove, mai provate e che la fanno stare bene.

Ed il fatto che io sia quello che le ha fatto provare tutto ciò mi fa pensare di essere un cazzo di uomo fortunato.

Ho toccato le sue natiche e l'ho vista urlare il mio nome più volte dalle sue labbra.
L'ho vista mentre gemeva e mentre si aggrappata a me nell'assoluta sensazione di piacere.

La prima volta in quella casetta di legno piena di lucine in cui ho affondato la testa fra le sue gambe ho capito subito che avrei anche voluto affrondare in lei del tutto.
Sono riuscito a trattenermi fino a new york e lì in quella città, quando lo abbiamo fatto per la prima volta mi sono reso conto che non volevo più farne a meno di lei.

Le sue urla di piacere quella notte mentre new york sembrava così silenziosa.
Sentivo solo lei gridare il mio nome e sospirare.
I miei respiri mischiati ai suoi e quella patina di sudore che ci ricopriva.
I nostri corpi che aderivano perfettamente gli uni agli altri.

Come fossero fatti su misura.

Non credo proprio che io possa sparire dalla sua mente.
Non credo che lei avrà mai il privilegio di vedermi sparire dalla sua vita, perché per quanto io so che lei non è adatta a me e che dovrei starle lontano io non sono in grado di farlo.

Le stelle nei suoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora