Capitolo 15

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pov Daniel

Mi tocco le tempie infastidito.
Mi fa male la testa.
È peggio di avere un dopo sbronza.

Mi alzo dal lettino, come sospettavo non ho niente siamo venuti in questo posto di merda inutilmente.
Lo dicevo a Amanda che esagerava ma è troppo apprensiva e preoccupata all'idea che ogni essere vivente che la circonda possa sparire da un momento all'altro.
Ma portarmi in ospedale perché il mio migliore amico mi ha preso a cazzotti è decisamente esagerato.
Cazzo non riesco a tenere l'occhio sinistro aperto del tutto ma è normale, drew ha riversato su di me tutta la sua rabbia.

E non è solo colpa sua, mi sono intromesso quando aveva una delle sue crisi e l'ho toccato.
Lui odia essere toccato senza il suo consenso.
E lo conosco, non avrei dovuto farlo e lo so.
Non avrei dovuto toccarlo perché so che le mani di altri su di lui quando ha una delle sue crisi lui non le riconosce.
Nonostante fossero le mie mani a toccarlo gli hanno ricordato quelle di lui.
E non mi avrebbe mai toccato se avesse visto le mie mani e non quelle di lui.
Ha reagito in modo impulsivo perché non sopporta il contatto fisico, e io lo so.
Ma non mi importa, conosco il mio migliore amico so che non l'avrebbe mai fatto se fosse stato lucido.

So che odia perdere il controllo ed è proprio quello che è successo oggi.
Ha perso il controllo, e probabilmente ora si starà facendo paranoie su paranoie continuando a ripetersi dentro di sé quanto sia un mostro.

Ma non lo è, so riconoscere il vero mostro e lui non lo è mai stato.

Tutti quanti spargono colpa sugli altri quando non sanno a chi darla.
Drew ha finito per credere che fosse davvero colpa sua.

Cazzo si ora mi ha preso a cazzotti ed è stato lui ma non sono incazzato perché dovrei? certo una persona normale sarebbe scappata a gambe levate dalla furia di Andrew.
Ma lo conosco, ho passato una vita intera con lui e capirlo è difficile, avere la sua fiducia anche.

Non importa se ora ho una faccia da schifo, io e Andrew ci siamo presi a cazzotti tante volte e ci siamo ridotti peggio di così, ma siamo io e lui due casini ambulanti che si capiscono a vicenda e non abbiamo bisogno di chiederci scusa.

Abbiamo sempre risolto così, forse sbagliando ma non abbiamo bisogno di dire parole che entrambi reputiamo inutili.

Sorrido o almeno ci provo a micol che è seduta sulla sedia difronte al letto di drew.
Me lo ha detto Amanda che lo hanno praticamente costretto a dormire.
So che ha perso la ragione e so che è pentito.

"Come stai?" la voce debole di micol mi riporta alla realtà.
Le scompiglio i capelli "sto bene, tu? che ti ha detto lo stronzo?" lei aggrotta le sopracciglia come se non capisse.
"Come fai a sapere che mi ha detto qualcosa?"
"lo conosco" alzo le spalle e mi siedo difianco a lei.
Perché cazzo ci sono due sedie? sono ingombranti.

"Dice di essere il serpente del piccolo principe, quello che lo uccide ma io penso sia la mia rosa" risponde.

Guardo quella ragazza ormai troppo legata a drew, lui non lo ammette ma gli piace micol.
Ha solo paura di quello che potrebbe diventare l'amore.
Ha paura che il suo tipo di amore sia come quello che sua madre provava per Michael.
E quello che suo padre provava per sua madre.
Un amore malato e sbagliato.

Ha paura di non saper amare e di non essere amato.
Perché pensa che se non ama sé stesso non potrà mai amare qualcuno.

"Sai micol quel coglione non è altro che un metro e ottanta di insicurezza e negatività, non si vede se non lo conosci come lo conosco io ma drew ha solo l'aspetto di uno stronzo in realtà vuole solo proteggersi da te, dicendoti di essere il serpente voleva allontanarti proprio come ha fatto tutte le altre volte che avete litigato" rispondo.
Lei alza lo sguardo su di me e io invece lo abbasso sul libro fra le sue mani.

Le stelle nei suoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora