Capitolo 2

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- Scusa Marta – disse Lucia, mentre lei e la sua coinquilina attendevano il loro turno in fila – E se tutti attaccassero le guardie nello stesso momento? Due o tre serial killer riuscirebbero a disarmarne una, no?

Marta rise – Si, ma sarebbe una mossa suicida.

Lo sguardo della ragazza si fece perplesso.

- Allora bella – disse la donna – non so se lo hai notato, ma nei corridoi ci sono delle cassette orizzontali fissate al soffitto. In caso di emergenza, da quei cosi scendono delle reti elettrificate che isolano la zona dell'attacco. Quando succede, le guardie catturano tutti i pesci, guardano i filmati e condannano a morte gli istigatori. In casi più estremi, le porte giganti di acciaio tra un settore e l'altro vengono chiuse e un gas soporifero fa addormentare tutti i reclusi là dentro.

- E se invece...

- Se riesci ad arrivare nel cortile, l'ingresso viene chiuso da un cancello antiproiettile e tutte le mura vengono elettrificate. E sì, la griglia si chiude sottoterra.

Lucia fu così sorpresa dalla complessità di quella struttura da dimenticarsi di avanzare nella coda – Parli come se avessi provato ad evadere una decina di volte, Marta.

La donna rise – No guarda, già la mia situazione è abbastanza disastrosa! Tentata evasione è l'unico crimine punibile con la morte. Non importa se hai ucciso 100 persone o truffato una multinazionale, se lo Stato non ti sa tenere fermo qui, ti tiene fermo sottoterra.

Mancavano un paio di persone al loro turno – Quindi la Repubblica di Wisteria ti arresta, ti sistema in questa sorta di villeggiatura e ti regala infinite sedute dallo psichiatra.

Marta annuì.

- Se "guarisci", e quindi hai una probabilità quasi nulla di commettere di nuovo un crimine, sei libero. Se invece ti ribelli, sei morto, giusto?

Marta annuì nuovamente – Oddio, non sempre. Se ti ribelli senza aggredire nessuno, ti drogano un po' e poi ti ributtano in cella. Questo è il grande disegno del Professore!

Lucia aveva già sentito nominare questo personaggio in passato – Il Professore?

- Sì, è lui che muove i fili di tutta la politica di Wisteria – rispose la donna, ma fu interrotta dalla vista del cartello posizionato accanto al cibo – Come sarebbe a dire Vegan Week!? – esclamò iraconda.

La ragazza dietro al bancone si spaventò e cominciò a balbettare – Ehm, signora, questa è un'iniziativa del nostro gruppo di volontariato. La qualità del cibo negli istituti è pessima, così abbiamo deciso mediante iniziative di crowdfunding di proporre delle diete più...

– Non me ne frega niente delle vostre iniziative di crowdfunky! Preferisco la solita sbobba tossica piuttosto che questo... questo...

– Risotto integrale con crema di broccoli e ceci. Se non le piace abbiamo del pane di segale con hummus e...

– Ma vai a fare un po' di segale a qualche ragazzo al posto di propinare questa mer... – e alzò di scatto le braccia per scaraventare il vassoio a terra, ma una mano familiare sulla spalla la fermò.

Che succede ragazze? – chiese Lucia con tutta la serenità del mondo.

La volontaria era quasi in lacrime ma, cercando di apparire composta, rispose – Mi dispiace signora, ma credevamo che un po' di cucina salutista e environmentally friendly potesse giovare a voi reclusi. – quindi rivolse lo sguardo verso Lucia e subito si sentì tranquilla come lei.

Marta fu sul punto di urlare, ma anche lei fu contagiata dalla pace mentale della sua compagna di cella, perciò si limitò a commentare – So che voi avete tutte le buone intenzioni dell'universo, ma...

– Erika

– Erika, devi capire che noi siamo già in galera, pure sta tortura no!

– Certo, scusate – disse la volontaria abbassando lo sguardo.

– Non devi scusarti di nulla Erika. Io sono Lucia Lovato, sicuramente avrai sentito parl...

– La strage del Derby – rispose lei con gli occhi intrisi di terrore.

Lucia la guardò nuovamente e il suo sguardo torno a tranquillizzarsi.

Erika avrebbe voluto dirle "Sei un mostro! Tutti quegli innocenti!", ma la sua rabbia e la sua paura svanirono istantaneamente. Tutto a causa dello sguardo della ragazza – Ma sì, penso di aver sentito parlare di te anche al dormitorio. Comunque, c'è un po' di fila dietro di voi... che volete ordinare?

Le due criminali presero le pietanze meno minacciose che riuscirono a trovare e si andarono a posizionare ad un tavolo libero.

La loro conversazione fu abbastanza leggera. Lucia tentò di continuare il discorso sul Professore, ma non volle stroncare l'entusiasmo di Marta. La discussione si era infatti spostata sulla sua nuova conquista amorosa. L'omicida aveva adocchiato un attraente rapinatore-spacciatore di nome Alberto e lui sembrava corrispondere alle sue occhiate seduttive. Entrambe fantasticarono su diversi scenari futuri e pensarono a complicate strategie per far funzionare la cosa, fino a quando l'attenzione di Lucia fu catturata da un ragazzo giovanissimo seduto da solo a un tavolo. Soltanto Erika aveva interagito con lui e aveva utilizzato il linguaggio dei segni.

– Erika! – chiamò lei, vedendo la volontaria passare accanto al loro tavolo.

– Sì?

– Chi è quel ragazzino lì?

– Dario intendi? – disse indicandolo.

– Sì sì, mi pare un po' strano e mi ha incuriosito, tutto qui. Lo conosci per caso?

– Diciamo. È un ragazzo molto sensibile e introverso e mi è capitato un paio di volte di sedermi a parlare con lui. Oddio, non proprio parlare: è gravemente sordo, comunichiamo coi gesti, ma ho studiato 3 diversi linguaggi dei segni per una internship all'Università di Fiordaliso, quindi me la cavo abbastanza bene.

– Non ci interessa la storia della tua vita, Erika – borbottò Marta, fortemente innervosita dalla difficoltà di masticazione di quel pane integrale bio ai 144 cereali.

– Sì, scusate. Comunque è un ragazzo meraviglioso, peccato abbia ucciso a mani nude 28 criminali, smembrandoli in modo atroce.

Marta sputò 56 di quei cereali in aria – Cosa? Quel pischello! Quanto potrà avere? 16 anni?

– 17 ed è stato un vigilante per quasi un anno. Dario Di Dio, identità segreta del supereroe mascherato Risonanza, sicuramente lo avrete sentito nominare.

– Oh, ma certo! – esclamò Lucia – Risonanza è stato il mio mito per mesi! Non pensavo fosse un ragazzino. Marta, dobbiamo andare assolutamente a parlargli!

– Va bene. Non è che abbia chissà quale impegno qui in galera. Basta che mi levi di torno "Miss mangia tofu e campa 100 anni".

Erika raggelò e tolse il disturbo salutando discretamente con la mano. Si guardò indietro un paio di volte e notò lo sguardo infuocato di Marta, pronto a trasformarla in hummus.

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