Capitolo 16

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Nel frattempo, Valerio decise di buttare giù la facciata di Piezo – Chi è lei veramente, ragazzo?

- Che intende, mi scusi?

- Dario non ha mai giocato a calcetto in vita sua e so per certo che tutti i termini tecnici che ha usato per descrivere la psiche di mio figlio sono errati. È stato mandato dal Professore, signor Piezo?

Piero fu sollevato dal non dover più fingere, prese gli occhiali in mano e chiese ridendo – Sono stato così pessimo a recitare?

- No, è stato abbastanza bravo ad impersonare Fabio – rispose il padre, cercando di nascondere la paura di avere la morte davanti agli occhi – ma purtroppo per lei, Dario ci ha sempre raccontato tutte le sue avventure.

Quest'ultima informazione sorprese parecchio Piero, e la sua espressione lo diede a vedere.

- Pensava che noi fossimo all'oscuro di tutto? - disse il medico – Noi abbiamo sempre sostenuto nostro figlio nella sua missione di guarire questa città dal crimine. Per noi è stato un orgoglio avere un figlio come lui – e pianse una lacrima, estraendo al contempo un coltellino dalla tasca.

Piezo unì l'indice e il pollice della mano destra formando un cerchio, ma nulla accadde. Chiudere il circuito all'interno della mano avrebbe dovuto generare un campo magnetico, ma il coltello non si era mosso di un millimetro.

- Plastica? - esclamò il ragazzo, ma già Valerio si era già lanciato contro di lui urlando. Piezo non si mosse, bensì chiuse pollice e indice dell'altra mano, in cui teneva gli occhiali chiusi, appositamente spaccati alcuni attimi prima. Questi volarono come una freccetta e si conficcarono nella mano destra del medico, ancorandolo al divano e facendo volare via il coltello.

Piero si avvicinò lentamente all'uomo e gli poggiò una mano sul cuore, quindi lo guardò negli occhi e disse – Dato che tuo figlio ti ha raccontato tutto, sai chi era Marilena Maggio?

Valerio non rispose per il terrore.

- LO SAI O NO? - gli urlò lui.

Il medico pensò un attimo, poi rispose – La donna che gestiva la prostituzione tra i minori? Una delle sue ultime vittime prima dell'arresto, credo.

- Lei era la mia famiglia! – rispose con gli occhi scintillanti – E con una famiglia dovrà essere vendicata!

La mano strinse forte il pettorale sinistro di Valerio e liberò una lunga e fortissima scossa, causando un infarto istantaneo.

Daniela cercò di trattenere le lacrime, nonostante avesse udito le grida di suo marito. Continuò freneticamente a disegnare, nonostante avesse smesso di udire quelle grida.

- Tutto a posto? - disse lei dall'altra stanza, con voce tremolante.

- Si, signora Di Dio – rispose l'assassino – Il dottor Verdi è soltanto inciampato sul tappeto. Lei invece? Ha finito di scaricare quei render?

"Non deve assolutamente trovare il diario!" si disse. Firmò il disegno, ripose il quadernetto nell'insenatura nascosta sotto il letto e si affrettò ad uscire dalla stanza.

Tornò in un balzo al corridoio e vide Piero seduto sul divano, esattamente nella stessa posizione in cui lo aveva lasciato. Il suo volto era quasi sfigurato dal suo enorme sorriso. Il divano su cui era seduto Valerio dava le spalle al corridoio in cui si trovava lei, ma la posa del marito era troppo innaturale ai suoi occhi.

Iniziò quindi a correre verso di lui, senza un piano ben preciso, sperando quasi di sorprenderlo.

- VALERIO! - gridò, non riuscendo più a trattenersi, ma il ragazzo non si mosse di un millimetro. Continuò semplicemente a sorridere, assuefatto dal sangue che aveva versato.

Non appena lei fu abbastanza vicina, Piezo allentò la presa nella sua mano destra e due stecche affilate volarono contro il collo della fumettista. Le seconde metà delle asticelle degli occhiali si conficcarono entrambe nella gola, e lei cadde a terra sputando sangue.

Il ragazzo le si avvicinò con un sorriso ancora più grande e posizionò le sue mani attorno al collo – Mi ha fatto piacere scoprire quanto sia forte il vostro legame con Risonanza – gli sussurrò – Già riesco a vedere il dolore nei suoi occhi!

Iniziò allora a ridere e a condurre elettricità nelle sue mani. Gradualmente le asticelle furono sempre più stimolate, fino a che non ricevettero abbastanza energia da ruotare attraverso la carne della donna, lasciando cadere la sua testa tra le mani del carnefice.

Piezo guardò la testa di Daniela negli occhi e uscì dalla quella casa giocandoci, come fosse una palla.

- Posala Piezo! - gli intimò l'agente Dessi, puntandogli una pistola.

Lui e tutta la sua squadra erano appostati davanti alla casa da almeno 10 minuti, tutti equipaggiati in plastica e fibre sintetiche. Danilo era a pochi metri dall'uscio, con la pistola diretta tra gli occhi del ragazzo.

- Il tuo sadismo è la vergogna di tutta l'Organizzazione – disse l'agente – Se non fossi stato il pupillo di Giona, il tuo sangue sarebbe già stato su questi gradini.

Piero alzò le mani lasciando cadere a terra la testa di Daniela – Sono morto se provo a fuggire, giusto?

- Sei morto se provi a muoverti senza un mio ordine! – corresse Danilo – Entra subito nella volante. Il Professore vuole vederti con estremissima urgenza.

Piezo era consapevole che qualunque punizione Giona avesse avuto in mente, gli avrebbe rovinato la vita. Tuttavia pensò di aver fatto la cosa giusta. Risonanza rischiava di diventare il nuovo pupillo di Giona e lui non poteva permetterlo: non poteva permettere che l'assassino di Marilena prendesse il suo posto e restasse per sempre impunito. Sapeva che questo era l'unico modo per mettere definitivamente Dario contro il Professore. E sapeva inoltre che lui era l'unico tra i suoi uomini ad avere una possibilità contro lo scoiattolo nero.

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