Capitolo 45

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Samuela si affacciò trionfante alla scalinata – Signori, signore e signorә, vi presento... il nuovo look di Erika!

I ragazzi applaudirono dal salone, aspettando la sfilata dell'amica.

Erika raggiunse Samuela con la mano sulla tempia, coprendo la sua creazione.

- Dai, non essere timida! - e le tirò giù la mano, rivelando la buzzcut laterale.

- Nooo, che figata! - esclamò Delia.

Anche Rick fu della stessa opinione - Bellissimo, amore!

Sia Ivan che Simone si limitarono a commentare con un gesto, non avendo particolare confidenza con la ragazza.

Erika si sentiva molto insicura riguardo al taglio. Da un lato la totale incompatibilità con il suo look studioso e ossessivo-compulsivo, dall'altro la mancanza di una scusa per indossare il cappello protettivo. "Fa niente dai" si disse "Ormai sono pronta! Ho memorizzato tutte le tecniche mentali, Lucia non riuscirà mai a manipolarmi!"

Il gruppo si compattò sui divanetti, formando un cerchio. Samuela sfilò il suo smartphone e lo collegò allo speaker bluetooth. Mise quindi la sua playlist per le serate tranquille, che esordì con un pezzo pop di Britney Bows.

Delia sembrò delusa dalla piega che stava per prendere la serata – Prima di cominciare con questa "seratina soft", potreste ricordarmi perché non stiamo uscendo, nonostante sia sabato sera?

- Semplice amo – rispose Samuela – Io ed Erika abbiamo una prova in itinere lunedì, Simone è un fuorilegge ricercato, e voi due siete una coppietta con la vitalità di due pensionati. Rick potrebbe uscire volendo, ma sentirebbe un senso di vuoto infinito a vagare per Via Libertà senza di noi.

I due fidanzatini si lanciarono degli sguardi indignati, ma decisero di non controbattere. "In fondo Samu ha ragione" pensarono entrambi.

- Si, ma se non volete bere quasi quasi preferisco il vuoto infinito – commentò Riccardo.

- Dai Rick, abbiamo un'ospite! Non sei curioso di sentire la sua storia?

Simone si risvegliò dal suo viaggio mentale – In che senso la mia storia?

Riccardo si avvicinò alla Verità e lo strattonò affettuosamente – Dai dai! L'altra volta Lucia ha raccontato dell'evasione e del Trio Omega, ma non hanno parlato di te. Cosa facevi prima dell'incidente? Come hai ottenuto il potere della Verità? Solo a me lo hai raccontato: il pubblico è curioso!

Il ragazzo si sentì accerchiato dai loro sguardi. Tutti aspettavano la sua risposta, tutti volevano sentire la sua storia, tutti si aspettavano qualcosa di epico. Simone sentì quegli occhi giudicarlo, sentì quegli sguardi criticare la sua stupidità. Le parole di Galvani gli echeggiarono nella mente "Tu hai ucciso tutti i membri di un centro di ricerca, tra cui Ludmilla, perché sei un ritardato?!" e chiuse gli occhi, sperando di fuggire dalla tensione.

Si sentì stringere le mani da altre piene di supporto. Aprì gli occhi e vide quelli di Riccardo infondergli fiducia – Puoi fermarti quando vuoi, raccontaci solo quello che ti senti.

- No, va bene – rispose, iniziando a riprendersi – Alla fine tutta la città sa quello che è successo, tanto vale raccontarvelo direttamente io.

Il gruppo esultò e Samuela abbassò il volume della musica, lasciando la scena alla Verità.

Simone raccontò brevemente la sua vita passata, passando dal suo rapporto con Marcello alla sua carriera scolastico-lavorativa. Arrivò poi il momento dell'incidente al COW, che coinvolse i ragazzi anche dal punto di vista emotivo.

- Insomma, riesco ad allontanarmi da quel bagno di sangue e mi siedo in un angolino del corridoio. Sento gridare da ogni direzione, senza capire nulla di quello che sta succedendo. Cioè, io ho chiesto ai dottori là che vuol dire quella frase... non avevo idea del suo potere! In quel momento mi metto a guardare terrorizzato le mie mani schizzate di sangue, quando sento il rumore di un fucile che viene caricato. Alzo gli occhi e vedo la dottoressa Leone.

Il gruppo reagisce con un "oooh" collettivo.

- Lei mi guarda e abbassa il fucile, dicendo qualcosa tipo "La tua espressione non rispetta i parametri x-y della funzione di qualcosa". Convinta che non abbia ascoltato la Verità, mi si avvicina e mi chiede "Come hai fatto ad arrivare fino a qui senza ascoltarla? Ti sei nascosto forse?", ma io non le rispondo. Tutto quel sangue e tutte quelle urla mi avevano scombussolato il cervello. La guardo senza dire nulla e lei comincia a scuotermi e ad urlare "TUTTI I MIEI AMICI SONO MORTI QUA! COME HAI FATTO A SOPRAVVIVERE?" e io le dico che l'ho letta. Lei alza il fucile, pronta a spararmi, ma si ferma. "Cosa hai letto di preciso?" mi fa "Nessuno è mai sopravvissuto alla Verità, quale parte hai letto?". "Tutta la pagina" le faccio e lei "E sei vivo? Non hai realizzato l'orrore della tua esistenza, come tutti?", "In realtà non l'ho capita! Non ho capito il senso della frase!" e lei si ferma. Rimane a pensare per alcuni secondi, tremando e sudando freddo.

- Era indecisa se scegliere tra la sua curiosità e la sua stessa vita. – commentò Erika, cercando di nascondere le forti emozioni provocatele da quel racconto. Lei aveva conosciuto personalmente Ludmilla (durante un tirocinio ovviamente) e aveva visto Giona andarle dietro per anni.

Prima che Simone avesse iniziato a raccontare, Erika si era preparata ad ascoltare un racconto simile a quello di Lucia, in cui il narratore ne esce vincente e l'antagonista ha il 100% del torto. Tuttavia, Simone l'aveva sorpresa. Il ragazzo era innocente della morte della professoressa. L'unica sua colpa era quella di non essere stato abbastanza intelligente da proteggere Ludmilla dalla sua stessa curiosità.

Simone ignorò il commento di Erika, essendo troppo coinvolto emotivamente da quei ricordi – "Cosa non hai capito esattamente?" mi grida, tremando ancora. Io rispondo d'istinto e le ripeto tutta la frase. Lei crolla contro la parete e si accovaccia, nascondendo il viso con i suoi capelli. Avendo paura che si uccidesse davanti ai miei occhi, scappo via verso l'uscita. Mi arrestano, mi processano e poi il resto lo sapete già.

Il gruppo lo guardò con gli occhi lucidi. Samuela si alzò e corse per abbracciarlo, seguita dal resto dei ragazzi, forzando Simone in un breve pianto liberatorio.

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