Capitolo 15

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Valerio Verdi era fermo, davanti alla porta di casa a guardare quello strano ragazzo dall'aria insicura – Salve – si limitò a dirgli, aspettando si presentasse.

Piero assunse uno sguardo serio e sistemò i suoi occhiali – Salve, sono Fabio Ferilso, assistente psicologo. Lei è il signor Di Dio, giusto?

- Signor Verdi – precisò lui – Di Dio è il cognome di mia moglie. Sono il padre di Dario, se è per lui che è qui.

- Esattamente. Vede, sono stato inviato dal Liceo Fibonacci per farle alcune domande sullo stato psicologico di suo figlio prima dell'arresto e di voi genitori dopo quest'ultimo.

Piezo attese nervosamente la risposta dell'uomo. Temeva che gli occhiali finti e il pullover da intellettuale non fossero abbastanza per ingannarlo.

Valerio aveva infatti percepito qualcosa di strano nel ragazzo – Non sei troppo giovane per fare questo lavoro?

"Non cedere" ripeté a se stesso, poi disse – È parte del mio tirocinio, signore. Sono al secondo anno di psicologia clinica e ho scelto di svolgere le mie ore come assistente dello psicologo del liceo.

Il padre di Risonanza fu soddisfatto della risposta – Ok, si accomodi. Abbiamo una cena nel tardo pomeriggio, per cui veda di finire nell'arco di un'ora.

- Si si, nessun problema – rispose lui, Valerio lo lasciò entrare e i due si accomodarono nel salotto.

Daniela Di Dio era seduta al tavolo da pranzo, con gli occhi immersi tra i layers del software di grafica e la mano sinistra intenta a graffiare furiosamente la tavoletta. Il suo momento creativo fu interrotto dal vedere uno sconosciuto sedersi sul divano con suo marito.

Posò il pennino, poggiò sul tavolo le cuffie e mise in pausa l'assolo di chitarra dei Clarissa e gli Eigenvalues – Ehi Vale, chi sarebbe questo? - disse lei davanti all'ospite.

Fu abbastanza sicura di averlo già visto da qualche parte. Piero rispose – Sono Fabio Ferilso, assistente psicologo. Sono stato inviato dal Liceo Fibonacci per farvi alcune domande su Dario e su di voi, date le circostanze attuali.

"Mente!" pensò lei, ma decise di stare al gioco – Certamente – e si accomodò sul divano accanto al marito – Ferilso hai detto?

Piero annuì. Si sentì un po' assoggettato dall'avvenenza della donna. Daniela era sulla cinquantina, ma dimostrava meno di 35 anni. I suoi capelli biondi a caschetto brillavano di luce propria, al contrario del grigio spento dei capelli di Valerio. Il dottor Verdi era un medico di successo e la sua brillantezza mentale compensava perfettamente il suo aspetto fisico.

- Sai che credo di averti visto già da qualche parte – disse lei, rifletté un po' e poi esclamò – Si, al torneo di calcio del liceo! Tu eri in squadra con Dario due anni fa, giusto?

Piero rise e rispose – Tre anni fa, signora.

"Che idiota!" pensò Daniela "Dario che gioca a calcio? Ma per favore! E mi ha fatto pure la finta correzione! Ma chi diavolo è questo ragazzo?" e lanciò uno sguardo sospettoso a Valerio, che intuì subito il suo flusso di pensieri.

Il padre si schiarì la voce con un colpo di tosse – Allora...

- Fabio.

- Fabio, che tipo di domande sei venuto a porci? C'è un questionario o è una cosa più qualitativa?

- No, nessun questionario signor Verdi – rispose lui – Vorrei soltanto che chiariste alla scuola alcuni dubbi riguardo la "vita da supereroe" di Dario. L'obiettivo è capire se l'influenza verso un comportamento autolesionista come quello del personaggio di Risonanza sia provenuta dalla scuola, dagli amici o dalla famiglia.

- Autolesionista? - disse infastidita Daniela.

- Il termine più tecnico è disturbo schizotipico della personalità – corresse Piezo recitando la parte da intellettuale – ma qui possiamo trovare parecchi elementi di autolesionismo, dato che un ragazzo di 17 anni non è fisicamente in grado di sostenere gli sforzi imposti dalle sue "imprese eroiche".

Valerio ruotò più volte gli occhi sentendo tutti quei termini psichiatrici usati a caso. Tuttavia fu più preoccupato dalla reazione di sua moglie.

- Mio figlio non ha alcun disturbo schizotipico della personalità! Gli anni in cura dallo psicologo sono serviti perché tutti i ragazzi idioti di questa città lo bullizzano da sempre – gli urlò lei – Forse è colpa mia se ha voluto fare il supereroe, ma indossare il costume di Risonanza era la cosa che più lo rendeva felice al mondo.

Il ragazzo la interruppe sorpreso – Aspetti, voi lo sapevate?

Daniela rise – Ma certo! Io sono una fumettista della Wisteria Comics, i supereroi sono il mio pane quotidiano. Secondo lei non mi sono accorta del costume e di tutte le macchie di sangue in giro per la sua stanza?

Piero sistemò gli occhiali finti e domandò – Quindi potreste affermare che l'influenza di una madre fumettista sia stata la fonte principale delle sue fantasie da supereroe?

- Beh, diciamo la seconda – rispose ridendo Valerio.

Piezo assunse un'espressione sospetta.

- Io considererei il fatto di AVERE dei superpoteri la fonte principale di quelle fantasie – proseguì lui – Non può essere considerato un comportamento delirante se le potenzialità ci sono, non le pare?

Il ragazzo divenne troppo nervoso per controbattere. Vedere il supporto incondizionato dei genitori di Risonanza verso le azioni sanguinarie del figlio, gli portò alla mente gli sguardi di vergogna e disprezzo di sua madre. Lei lo aveva rinnegato già prima che avesse compiuto il suo primo omicidio. E proprio per questo disprezzo, Marilena era diventata la sua nuova figura materna, figura brutalmente uccisa dallo scoiattolo nero.

Mentre Piezo fece finta di annotare qualcosa sul suo blocchetto, Daniela controllò il suo l'orologio da polso e disse – Scusatemi un attimo, ma devo andare ad avviare dei render 3D, che i precedenti hanno finito da ben 10 minuti – e si alzò, guardata sospettosamente dal ragazzo – Sì scusa, ma impiegano diverse ore e devo inviarli entro mezzanotte. Ci vorranno soltanto pochi minuti, non ti preoccupare!

- Rispondo io nel frattempo alle sue domande, signor Farilso – aggiunse Valerio.

- Ma certo, vada pure – rispose lui, cercando di avere un'espressione più neutra possibile.

Daniela girò intorno al divano e, prima di incamminarsi verso il corridoio, diede un bacio sulla guancia al marito e gli sussurrò – Non morire senza di me!

La fumettista aveva infatti capito di trovarsi di fronte a Piezo, il super-sgherro del Professore, e aveva già capito che la probabilità di sopravvivere a quella conversazione erano prossime a zero.

"Menomale che 6 mesi fa ho disegnato Lightning Spree" pensò mentre entrava in camera di Dario. "Menomale che Dario mi ha aiutato a raccogliere informazioni su questo tipo, sul suo aspetto e sul suo ruolo all'interno dell'Organizzazione" si disse mentre cercava il suo diario segreto sotto il letto. "Menomale che ho fatto vedere tutti gli schizzi a Valerio e che anche lui ha capito tutto" e finalmente trovò quel quadernetto nero con l'omega disegnata.

Daniela sradicò violentemente il lucchetto e aprì il diario alla pagina indicata dal segnalibro, quindi estrasse una matita dalla tasca e iniziò a disegnare.

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