Capitolo 26

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Marta guardò perplessa i tappi per le orecchie nella sua mano. Le erano stati dati da Alberto, che la guardava con estrema tensione – Ripeti da capo Albi, mi sono confusa. Sto vostro piano è troppo complicato da capire!

L'uomo sospirò – Hai capito almeno perché siamo nel cortile posteriore?

- Perché Risonanza deve sfondare il muro gridando, e questo è un punto cieco delle telecamere.

- Esatto. Il boss sta aiutando Dario nella preparazione, mentre noi due teniamo d'occhio la situazione. Non appena Lucia avrà lanciato il segnale, tutti i criminali verranno qua, pronti ad uscire dal varco.

- Capito capito, ma sti tappi? - e gli porse la mano con impazienza.

- Dovrai tenere i tappi messi durante tutta l'operazione, sia che per proteggerti dalle urla di Dario, che dal Piano V.

Marta li mise in tasca, un po' riluttante – Lucia non farebbe mai una cosa del genere.

Alberto si trovò in disaccordo, ma sapeva sarebbe stato inutile discuterne. La ragazza aveva influenzato Marta fin troppe volte. Nella sua mente, Lucia era perfetta e sempre nel giusto – Forse si troverà costretta a farlo...

- NO! - lo interruppe lei – Come puoi pensare che lei sia in grado di uccidere così tanta gente innocente?

La guardò dritta negli occhi e le chiuse la mano in cui teneva i tappi – Promettimi di non levarteli, ok?

Lei annuì e lo baciò.

Luca Lamantia osservò con ribrezzo la scena. Lui e Alberto collaboravano da quasi un anno e non era mai riuscito ad accettare la sua relazione. "Con tutte le bonazze che gli girano intorno, si è andato a scegliere quella balena!" pensò, quindi si voltò verso Risonanza, cercando di non pensarci.

- Tutto pronto?

Dario gli porse una spessa stecca metallica, lunga più o meno un metro. Il boss annuì e prese le funi poggiate accanto alle mura. Il ragazzo posizionò la stecca dietro la testa e Luca la legò a lui per le estremità. L'estremo superiore gli fu legato con una fune attorno alla fronte, l'estremo inferiore attorno alla vita. La stecca sarebbe servita ad evitare che il suo collo si spezzasse a causa dell'urlo.

Lamantia alzò il pollice, chiedendo se fosse tutto ok. Il ragazzo annuì e si allontanò da lui.

Da un momento all'altro, Lucia e Simone avrebbero inviato il segnale luminoso, le telecamere sarebbero state disattivate e l'evasione avrebbe avuto inizio. Il piano ideato da Dario era semplice, ma pieno di criticità. Era molto preoccupato dalla figura di Simone, non dal ragazzo in sé ma dal fatto che Lamantia glielo avesse affidato. "Giona lo vorrà morto" aveva detto loro "quindi lo terrete voi. Non è una condizione negoziabile: voglio la speranza di ricominciare a collaborare con il Professore, se questa cospirazione dovesse fallire."

Galvani avrebbe contrattaccato con tutti i mezzi a sua disposizione. Galvani avrebbe inviato Piezo contro di loro e finalmente lui avrebbe ottenuto la sua vendetta! Ma non si trattava soltanto di questo: eliminare Piezo sarebbe stato anche un'impresa eroica. Da anni il ragazzo contribuiva attivamente alla corruzione e al rafforzamento dell'Organizzazione. Liberare l'intera Wisteria dal malvagio elettromante lo avrebbe reso il migliore dei supereroi della Città. Avrebbe vissuto da fuorilegge, ma sarebbe stato amato dalle folle. Perché cos'altro ti rimane quanto i tuoi genitori sono sottoterra e una vita di introversione ti ha impedito di stringere vere amicizie?

Il sorriso di Dario fu interrotto dal segnale intermittente di Lucia. Lamantia, Alberto e Marta indossarono i tappi per le orecchie, mentre tre criminali muscolosissimi si avvicinarono a Risonanza. Uno si posizionò dietro di lui, reggendogli la schiena, gli altri gli afferrarono saldamente le braccia. Un migliaio di criminali si avvicinarono al gruppo, cercando vanamente di far apparire spontaneo quell'assembramento. Si fermarono tutti a pochi metri da lui, pronti per il suo urlo.

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