Capitolo 58

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Cara Charta,

Scusa se non ti ho scritto in quest'ultimo periodo, ma non sono stato molto lucido. Sono passati 9 giorni dalla morte di Riccardo, 9 giorni dalla fine della mia alleanza con Lucia.

Ho passato l'intera settimana a giustiziare criminali, sperando qualcuno di essi avesse informazioni sul Professore o su Piezo. A quanto pare, nessuno di loro è stato avvistato dalla nostra evasione. Entrambi si stanno nascondendo da noi, probabilmente per guadagnare tempo e trovare il modo di sconfiggerci. E ci stanno riuscendo, purtroppo. L'unica pista sembra essere la serata di gala della Fiamma, ma non ho intenzione di tornare da quellaterrorista.

Al momento mi trovo sul terrazzo del Liceo Fibonacci, ho passato la notte qui. Non è stato il massimo, ma non ha fatto freddo e non ho un posto in cui dormire, quindi va bene così.

Perché sono qui, Charta? Non lo so neanche io in realtà. Questo Liceo è l'unico istituto superiore in cui la lingua dei segni è una materia a scelta. È la quarta volta che vengo qui a vederla. Anzi, è la quarta volta che vengo qui a stalkerarla. Non riesco a smettere di pensare a lei, alla sua espressione dopo averla salvata. Ha davvero una vita tanto orribile? Risonanza avrebbe dovuto lasciarla morire? Sono ancora convinto che la risposta sia NO, anche se il suo volto vorrebbe dirmi il contrario.

Arriva ogni giorno a scuola alle 8:50, in perfetto orario. Non è molto popolare ed è derisa dalle ragazze più "in vista". Tuttavia ha un gruppetto di amici molto affiatati e di età eterogenea. Tra di essi si distingue Maria, la ragazza che ho incontrato andando al Pokerubo una settimana fa. Lei è la sua migliore amica e compagna di classe, sempre pronta a darle supporto. Stranamente non sospetta nulla del suo tentato suicidio. Nessuno dei suoi amici sospetta nulla, né lei ha mai intrapreso con loro conversazioni del genere.

Come faccio a saperlo, dici? Li ho seguiti per tutto il fine settimana e non ha mai avuto una conversazione seria con nessuno di loro. Ridono e fanno sempre battute, per cui assumo nessuno sappia della sua situazione. No Charta, non sto esagerando. Voglio veramente capire se ho fatto la cosa giusta, almeno questa volta.

Risonanza guardò l'orario dallo smartphone, 14:02. "La campanella!", ripose il diario nella borsa e si affacciò dal terrazzo. L'uscita della scuola era affollata dagli studenti e Claire doveva essere tra quelli. Il lunedì aveva soltanto cinque ore: letteratura, filosofia, educazione sessuale e due ore di matematica. "Lì! Accanto al motorino di Maria!" e si spostò alcuni metri più a destra, assicurandosi di non essere visto dagli altri studenti.

La ragazza era lì, sigaretta tra le dita, appoggiata al bauletto. Parlava allegramente con i suoi tre amici, ridendo ad ogni scambio. Uno di loro faceva delle imitazioni, mentre gli altri si guardavano intorno di tanto in tanto. Dario pensò stessero imitando uno dei professori, probabilmente quella di matematica.

Quella scena sembrò essere innocua come le altre, se non che quella volta sua madre ritardò a prenderla e i suoi amici la lasciarono sola per un paio di minuti. In quegli attimi, Claire cambiò totalmente umore. Le sue spalle si chiusero e lo sguardo si abbassò, cercando di rifugiarsi nello schermo dello smartphone. I suoi occhi divennero lucidi e vuoti, rendendo il suo volto assente ma in preda all'ansia. In quel momento rivide la ragazza che aveva salvato, la ragazza che avrebbe preferito spalmarsi al suolo piuttosto che continuare con la sua vita.

Gli studenti si voltarono improvvisamente verso l'incrocio in fondo alla strada, come avessero sentito un rumore di qualche tipo. La sequenza di espressioni nei loro volti suggerì una sequenza di botti. "Spari!" pensò l'eroe, fu sul punto di buttarsi, ma si fermò di scatto. "È pieno di ragazzi là sotto: se mi rallento con un urlo, li ammazzo tutti!" e si diresse all'altro capo del terrazzo. Aiutato dalla sua voce, corse giù per la scala antincendio, intimando silenzio ai ragazzi nascosti là a fumare. Saltò l'ultima rampa e corse in direzione della sparatoria.

Quella corsa fu tutt'altro che furtiva e Risonanza si ritrovò inquadrato da centinaia di smartphone. Non essendosi mai preoccupato di mantenere un basso profilo, ignorò la cosa e continuò a correre verso la scena del crimine, sperando di farcela in tempo.

Claire stava ancora aspettando i suoi, quando lo vide passare. La vista dell'eroe che le aveva salvato la vita la portò ad abbassare lo sguardo. Non voleva essere vista dai suoi compagni in lacrime, nessuno doveva sapere di quella notte. Continuò a guardare il ragazzo con la coda dell'occhio, sforzandosi di provare rancore nei suoi confronti.

Oltre l'incrocio, una donna tremava di fronte ad un cadavere. Era magra, quasi anoressica, ma le sue mani avevano avuto la forza di sparare a quell'uomo. Non appena ebbe notato l'eroe avvicinarsi, si chinò sulla vittima e iniziò a perquisirla. "Abiti estremamente poveri e sporchi, pelle bianca e piena di buchi: cerca eroina!" pensò Risonanza, ed emise un urlo di avvertimento contro di lei.

La tossica imprecò, si alzò e puntò la pistola contro di lui – È TUTTA COLPA TUA!

Dario fece fatica a comprenderla, data la sua incapacità di articolare propriamente le parole. Non capendo a cosa si riferisse, rispose scuotendo negativamente il capo.

- SÌ INVECE! - ringhiò lei – HAI FATTO UCCIDERE LAMANTIA! PER COLPA TUA NON SO DOVE COMPRARE LA ROBA!

"Lamantia è morto?" pensò sorpreso "Forse ho capito male... ma sì, ha senso! Il Professore sta eliminando i soggetti corrotti da Lucia, anche a costo di indebolire l'Organizzazione"

- QUESTI BASTARDI DELLA FIAMMA HANNO PREZZI ALTISSIMI E IO STO IMPAZZENDO! SONO PULITA DA 8 GIORNI ED È TUTTA COLPA...

La donna si grattò il braccio, ruotando la pistola via da Risonanza. L'eroe ne approfittò per emettere un urlo in grado di danneggiarla. Il caricatore si spaccò e iniziò a scivolare verso il basso. L'urlo inflisse dolore alle mani della drogata, che gridò e premette il grilletto. Il colpo non partì e il caricatore cadde sul marciapiede. Col fuoco tra le occhiaie, la donna si gettò contro l'eroe, provando a strangolarlo.

Il suo corpo era troppo debole a causa delle droghe, per cui Risonanza fu in grado di calciarla via. La donna sfilò un coltello dalla tasca e tornò all'attacco. Non conoscendo la frequenza ottimale dell'arma, il ragazzo si limitò a schivare i suoi colpi, spingendola a terra un paio di volte.

L'eroinomane si rialzò per l'ennesima volta e corse verso l'eroe urlando. Non avendo il tempo di alzarsi in volo, Risonanza provò a frantumare l'arma scorrendo su una banda di frequenze. Il tentativo fallì e la donna fu su di lui, con la lama a pochi centimetri dalla sua gola.

Il suo respiro irregolare soffiava sul volto di Dario, che si vide costretto a usare il suo potere contro di lei. Chiuse gli occhi e, ripetendosi "Sei costretto a farlo! Non sei un cattivo, ti stai difendendo!", urlò contro il suo volto. Il set di frequenze sciolse pelle e muscoli, spruzzandoli assieme al sangue lungo il marciapiede. La parte inferiore del corpo rimase intatta e mantenne la propria posizione. Le spalle si sfilacciarono e le braccia caddero lateralmente.

Dario afferrò la gabbia toracica e spinse via la carcassa. Si alzò e abbassò lo sguardo verso di lei, notando il cervello scorrere lentamente fuori dal cranio. "Spero le mie onde riescano a smacchiare questo casino!" si disse, scuotendo via i brandelli di carne dai guanti.

Fu sul punto di levarsi in volo, quando fu catturato dal suo riflesso nella vetrina di un negozio. In mezzo a quel cielo stellato di sangue, intravide il suo volto apatico ed emaciato. Passò le dita su quel poco di barba che si era lasciato crescere, decorandola con una striscia di rosso. Le parole di Lamantia gli echeggiarono in mente, "Porta a termine questa missione e sarai diventato come lui", ma l'uomo nello specchio sembrò non essere d'accordo: "E se lo fossi sempre stato?"

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