Capitolo 22

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L'ascensore di fronte a Piezo si aprì. Una donna in abiti isolanti si avvicinò a lui e gli attaccò uno spessissimo collare, prestando la massima attenzione affinché non mettesse piede nel cubicolo. Il collare era legato a due catene, che lo connettevano alla rete elettrica dell'edificio attraverso le pareti dell'ascensore. Da quel momento, qualunque scossa prodotta dal ragazzo sarebbe stata scaricata sulla rete.

Dessi poggiò la punta plastificata della pistola sulla sua schiena – Entra!

L'ascensore si chiuse e i tre iniziarono la loro discesa verso la Singolarità.

La Singolarità era la base segreta del Professore, "il luogo in cui l'informazione può entrare ma mai uscire". Il suo team di fisici, avvocati, ingegneri e capi-mafia progettava il futuro di Wisteria da quel sotterraneo. Il progetto per la distruzione del Collisore, l'assegnazione del Quaderno a Ludmilla, la creazione dell'h-bar... era tutto avvenuto in quel labirinto illuminato a led.

Da anni Piezo entrava e usciva dalla Singolarità, ogni volta con una missione diversa. Quella fu però la prima volta che vi entrò da nemico dell'Organizzazione.

Erano passati appena tre anni da quando Galvani lo aveva salvato dalle grinfie della professoressa Leone. Ricordi vividi di quello stanzino del manicomio gli invasero la mente. Aveva soltanto sedici anni quando la sua famiglia lasciò che gli psichiatri lo rinchiudessero.

Era sempre stato una delusione per i suoi genitori. Unico figlio di una delle famiglie più ricche ed influenti di Wisteria, aveva passato l'infanzia tra l'odio del padre e il disprezzo della madre. "Entrerai in politica", "Diventerai magistrato", "Studia tanto e sarai un cardiochirurgo di successo!" gli ripeterono per anni, "Ma mamma, io voglio fare il musicista! Voglio far parte di una rock band!" e il suono di quello schiaffo gli riecheggiò nella mente. "La vita non è fatta per inseguire sogni idioti, Piero! Sei una delusione per me e tuo padre!"

Lui li ignorò e, prelevando alcune centinaia di petali dal conto milionario della madre, comprò una chitarra. Iniziò allora a saltare le lezioni di scherma per frequentare dei corsi di musica. Divenne molto bravo e suonò a diverse manifestazioni della scuola, diventando sempre più popolare tra i suoi coetanei. I suoi amici lo aiutarono a nascondere il tutto ai suoi genitori, ma fu una ragazza a tradire questo segreto.

Giada Gilante, figlia del magnate Giuseppe Gilante e della senatrice Cornelia Cantalupo, fu la prima (e unica) ragazza di Piero. Lo conobbe ad uno dei concerti del liceo. Era di un anno più grande di lui, ma la sua esibizione fu la prima ad averla fatta emozionare. A causa dei suoi genitori, Piero saliva sul palco indossando una vistosa maschera nera, abbinata alla sua chitarra elettrica. Giada impiegò settimane per scoprire il nome del ragazzo dalla chitarra nera e, non appena ci fu riuscita, gli chiese subito di uscire. I due si fidanzarono e i Gilante accolsero con gioia la cosa, data la reputazione dei Pizzo.

Gli tornò in mente la tragica notte di Natale. Dopo neanche sei mesi di relazione, le loro famiglie decisero di festeggiare insieme, con un cenone più costoso dell'intera classe proletaria di Wisteria. Fu in quel momento che Giada raccontò del loro primo incontro, fu in quel momento che i Pizzo scoprirono che il figlio aveva inseguito il suo sogno invece di fare scherma.

"Sei una vergogna!", "Ma non pensi al tuo futuro?", "Che sicurezza economica darai a tua moglie?", "Sei tu l'uomo, non puoi pretendere che lei pensi a mantenerti!", "Non mi interessa se questo è il tuo sogno! Sei un Pizzo e hai una reputazione da mantenere!", "Non pensare neanche a controbattere!", "E noi stavamo affidando nostra figlia a questo scapestrato?", "Vergognatevi come genitori! Un musicista rock, mah! Sono tutti una massa di sodomiti!", "Zitta Giada! Non ti autorizziamo a frequentare ancora questo ragazzo! Ha una cattiva influenza su di te!", "Scusa Piero, non pensavo che avrebbero reagito così!", "Non pensavo che i nostri genitori fossero così... così...", "Ci hai umiliati di fronte all'onorevole Cantalupo! Ci vorranno anni per riparare i rapporti con Ardore Wisterico adesso!", "Avrei dovuto seguire il consiglio di tuo padre e abortire!"

Ricordò tutti i suoni moltiplicarsi, ricordò tutto diventare bianco e poi nero. Ma più di tutto, ricordò le sue urla. Fu ricoverato d'urgenza, ma nessuno dei medici riuscì a capire cosa gli stesse succedendo. Il suo cervello era impazzito e stava folgorando se stesso con impulsi elettrici di intensità sovrumana.

Fu rinchiuso all'Istituto di Igiene Mentale di Wisteria, sotto la supervisione della dottoressa Ludmilla Leone.

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