– Ehi... Dario, giusto? – disse sorridendo Lucia, sedendosi di fronte al ragazzo.
Dario non mostrò la gioia a cui era abituata la ragazza ogni qualvolta si presentasse a qualcuno. Si limitò a spostare un lungo ciuffo di capelli neri dal suo occhio destro, e ad annuire. Si mise allora in una posizione di estrema attenzione, poiché avrebbe dovuto affidarsi esclusivamente al loro labiale.
Lei fu parecchio sorpresa da quella reazione, come se lui avesse DOVUTO rispondere in maniera cordiale. Cercò di non fare notare il suo stupore, ma in vano.
– Mi dispiace Lucì, non puoi mica stare simpatica a tutti, eh – commentò ridendo Marta.
Lei ignorò il commento e si rivolse nuovamente al ragazzo – Senti Dario – ripeté il nome, come per incentivare confidenza – tu e io abbiamo molto in comune e mi piacerebbe conosc...
Il ragazzo sfilò un bloc-notes da sotto il tavolo, una matita da un taschino, e scrisse "Ti osservo da un po' Lovato. Sospettavo fossi anche tu speciale, ma noi due non abbiamo nulla in comune. Tu sei un'assassina, io sono un eroe!"
– È stato un incidente, ok? – disse infastidita lei – Non volevo uccidere tutta quella gente!
Dario sorrise e scrisse "414 morti e 1999 feriti, 1 sola illesa... incidente?"
– E tu invece? Almeno io non fingo di essere un supereroe! Risonanza, che nome ridicolo! E poi quel costumino! Ma chi ti credi di essere? Sei soltanto un ragazzo sfigato come gli altri, un verginello delirante!
Marta fu sorpresa dalla sfuriata della sua amica, ma si sentì inspiegabilmente nervosa, come se anche lei ce la avesse con quel "verginello delirante". Tutti i reclusi seduti ai tavoli vicini parvero innervosirsi, ma non Dario. Quelle parole furono un colpo basso per la sua emotività, tirò su col naso, strappò il primo foglio del blocco e continuò a scrivere.
Lucia restò sbalordita dalla sua reazione emotiva, ma dovette mettere da parte la sua curiosità, perché Dario aveva iniziato a scrivere su quei fogli in maniera fredda e decisa.
"Risonanza non è ridicolo. Risonanza è tutto quello che sono. Risonanza è un eroe, Dario Di Dio è un verginello delirante." scrisse "Vuoi sapere la mia storia o sei venuta qui solo per offendermi?"
Lucia si sentì in colpa per la sua cattiveria e rispose sussurrando – Scusami, vai pure.
Lui fece segno di non aver sentito, forse per farglielo ripetere o forse perché effettivamente le sue labbra si erano appena mosse – Ho detto scusa! Mi dispiace di essermi comportata così. In fondo ero soltanto curiosa e, adesso che ho osservato le tue reazioni, lo sono ancora di più.
Lui strappò nuovamente il foglio e lo appallottolò col precedente, facendo segno alle due di allontanare le braccia dal tavolo. Aprì allora la bocca ed emise un suono acutissimo, inudibile da tutti i presenti, che polverizzò istantaneamente la carta.
Marta restò affascinata dalla cosa – Ti devo far conoscere assolutamente mio marito! – esclamò.
Lui sorrise e tornò a scrivere: "Ho questo potere dalla nascita. Da bambino piangevo emettendo suoni fastidiosissimi e non riuscii mai ad imparare a parlare. Nessuno capì come addestrare la mia voce, così divenni muto. I miei genitori fecero di tutto, ma alla fine mi abituai alla cosa. Imparai la lingua dei segni e divenni velocissimo a scrivere."
"Tutto cambiò quando a 14 anni fui bullizzato da un mio compagno di classe. Dopo avermi umiliato davanti alla ragazza che mi piaceva, mi gettò dalle scalinate della scuola. Mi ruppi una gamba e iniziai a gridare. Tutti i vetri della scuola esplosero e molti banchi vennero distrutti. La pelle dei ragazzi più vicini iniziò a spaccarsi e tutti si allontanarono da me. I paramedici mi sedarono e mi portarono in ospedale. Nessuno capì cosa fosse successo, ma io iniziai a sospettare qualcosa e mi allenai a urlare. In alcuni mesi imparai a controllare la frequenza emessa dalla mia voce. Dopo un anno divenni così veloce da poter identificare la frequenza di risonanza degli oggetti e distruggerli in meno di 10 secondi. Purtroppo questa scoperta mi costò l'udito. Il giorno dell'incidente, le mie grida lesionarono i miei timpani e mi fratturarono parzialmente il cranio. Ricordo ancora quella frequenza, ma non ebbi mai più il coraggio di usarla."
"A 16 anni iniziai a sentire il peso di tutti quegli anni di bullismo. Odiavo me stesso, e tutti gli altri mi vedevano come una nullità. Nessuno mi apprezzava veramente. Decisi allora di indossare una maschera. Decisi di non essere più Dario, ma Risonanza. Decisi di diventare un supereroe e iniziai a dare la caccia ai piccoli criminali. Purtroppo molti di loro sono violenti e nel 90% dei casi fui costretto a ucciderli. Il loro destino era quello di divenire poltiglia contro le pareti." e sorrise.
Marta fu disgustata dalla cosa, mentre Lucia ne fu intrigata.
Dario strappò il settimo foglio e proseguì con la storia: "Ero sul punto di incastrare la mente dietro tutta la criminalità organizzata di Wisteria, ma un malvivente mi tese una trappola. A quanto pare il Professore sospettava già di me e sacrificò uno dei suoi uomini per catturarmi. Quella feccia usò se stesso come esca e si fece uccidere davanti ad una decina agenti. Diedi di matto e disintegrai uno di loro. Iniziai a piangere e mi consegnai. Fine." e polverizzò tutti i fogli, non appena le due ebbero finito di leggere.
– Adoro! – esclamò Lucia – Voglio la tua grinta! Voglio essere anch'io una supereroina!
Rimasero tutti un po' sorpresi dal cambio di opinione della ragazza. Dario mostrò uno sguardo perplesso.
– Purtroppo il mio potere ha reso la mia vita priva di senso. Le mie amicizie, i miei amori, sono tutti falsi... voglio il tuo pathos, Dario!
Lui sorrise nuovamente e alzò un foglio con su scritto "Ok, mostra il tuo potere allora!"
Lei rise – Non l'ho mai nascosto, caro: io controllo le emozioni delle persone!
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Trio Omega
Science Fiction🏆 Wattys 2022 Winner 🏆 Istituto Correttivo di Wisteria. Il crimine ha vinto e il vigilante Risonanza (Dario Di Dio) è stato incarcerato. Proprio nel momento in cui la sua carriera da supereroe sembra essere giunta al termine, Dario incontra la ter...