Capitolo 18

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Luca Lamantia stava giochicchiando coi suoi lunghi baffi bianchi, quando Dessi lo interruppe lanciandogli ai piedi il nuovo arrivato. L'agente poggiò la scarpa sulla schiena di Simone – Ex onorevole, le presento la sua nuova recluta.

Simone alzò gli occhi e vide quell'uomo sulla sessantina intento a scrutarlo. Altri due energumeni erano posizionati ai suoi lati, come guardie. Uno di loro rispose con un'occhiata di compassione, ma non poté fare nulla per liberarlo.

Il boss fece cenno a Dessi di spostare il piede e si avvicinò al ragazzo – Alzati!

Simone si alzò e indicò il bavaglio tra i suoi denti.

- Non ancora, ragazzo! - rispose, ancora scettico riguardo alle indicazioni del Professore – Simone Sofista, giusto?

Annuì.

- No, non mi piace. Simone è un nome da sbirro, capisci? Fammi pensare...

Dessi ruotò gli occhi. Era abituato agli atteggiamenti eccentrici di Lamantia e sapeva che quella presentazione sarebbe durata almeno un quarto d'ora.

- Trovato! Da adesso sei La Verità! Ti piace?

Simone non fece alcun gesto, ma rispose con uno sguardo terrorizzato.

Il boss si infastidì – C'è qualche problema? - e gli iniziò a camminare lentamente intorno – Pensi sia un nome stupido?

Il ragazzo fece no con la testa.

- Pensi che io non sia abbastanza creativo da pensare a un nome migliore di SIMONE?

Simone mosse la testa sempre più velocemente.

- Preferisci un nome da sbirro schifoso come Simone, eh? - lo afferrò da dietro per il collo e lo sbatté contro una delle pareti della cella. Si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò – Tu da oggi ti chiami Verità, capito? Perché lo dico io! Se io dico che tu ti chiami Topo di Fogna, tu ti chiami Topo di Fogna. Se io dico che devi scoparti Alberto, tu ti scopi Alberto, capito?

Il bavaglio si bagnò delle sue lacrime.

- CAPITO?

Annuì freneticamente.

- Senti Luca, io ho del lavoro da fare – disse Dessi scocciato.

Il boss lasciò la presa – Sei sempre un guastafeste, Dessi – si voltò verso Simone – Girati verso di me, Verità!

Il ragazzo obbedì, ma il suo sguardo rimase inchiodato al pavimento.

- Alza sti occhi!

Li alzò, ma mantenere il contatto visivo con quel sadico gli sembrò un'impresa.

- È vero che hai letto il contenuto del Quaderno?

Annuì.

- È vero che hai detto quella frase a un sacco di gente, portandoli al suicidio?

Gli occhi di Simone si fecero lucidi quando annuì. Mantenere il contatto visivo divenne impossibile.

- TI HO DETTO FORSE CHE PUOI ABBASSARE LO SGUARDO, VERITÀ?

Lo rialzò di scatto. Due lacrime piovvero a terra.

- È vero che hai ucciso la dottoressa Ludmilla Leone?

Non rispose.

Dessi sbuffò - Sì, l'ha uccisa lui. Era la prima volta che puliva il suo laboratorio, è improbabile che ricordi il nome.

Lamantia scoppiò a ridere – E Giona era lì? E non ti ha ucciso con le sue stesse mani? - si voltò verso uno dei suoi sgherri – Cioè Alberto, questo scemo qui ha ucciso LUDMILLA LEONE ed è ancora vivo!

- Giona non uccide per vendetta, Luca.

- Si, ma Ludmilla! - e rise ancora – Questo ragazzo ha ucciso l'unica persona a cui quella macchina calcolatrice si sia mai affezionato in tutta la sua vita! Non crederò mai che l'ha risparmiato per del moralismo da quattro soldi!

- Forse è proprio per questo "moralismo da quattro soldi" che io obbedisco a lui, e non a te – rispose con freddezza.

- Dimmi la verità, Danilo. A cosa vi serve?

L'agente Dessi non volle rivelare che il Quaderno era andato distrutto durante la strage e che lui era l'unico depositario della Verità al momento. Inoltre, Giona voleva scoprire il segreto dietro alla stessa sopravvivenza di Simone, per cui il ragazzo avrebbe dovuto ringraziare la curiosità del Professore, non la sua misericordia – Ti basta sapere che ci serve vivo e recluso.

- Voglio il permesso di usarlo come arma.

- Impossibile.

- Non è una condizione negoziabile, Danilo.

Nonostante il suo carattere, Lamantia era l'unico con abbastanza occhi da poter tener sotto controllo Simone – Non posso autorizzarti ad usare un potere del genere!

Lamantia afferrò la Verità per le spalle – E io non sono il vostro babysitter!

L'agente disattivò tutte le telecamere della cella dallo smartphone – Soltanto reclusi affiliati ad Ardore Wisterico – e gli porse la mano.

- Accetto – e corrispose la stretta.

Dessi riavviò il sistema e si allontanò dal boss, lanciandogli uno sguardo intimidatorio.

Lui ignorò lo sguardo e si avvicinò nuovamente all'orecchio di Simone – Ci divertiremo tantissimo noi due insieme! - e sorrise.

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