Capitolo 74

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 "Sì, ha funzionato!" pensò Dario, vedendo il fascio di Piezo disperdersi nella stanza.

L'elettromante entrò invece nel panico più totale, urlò e gli diede un pugno sulla bocca, unica parte scoperta del viso.

Il pugno risultò abbastanza debole, Dario sorrise e gli sferrò un calcio nell'addome. Si alzò e vide Lucia a metà pista correre verso di loro.

Lo stesso fece l'agente Dessi, unico superstite dell'Area Chill. "Non possono incontrarsi!" si disse "Se Piezo dovesse morire per mano sua, Giona mi ucciderebbe!", sfilò un coltello dalla cintura e tese il braccio sinistro in avanti. Fece un segno di V con indice e medio della mano sinistra e con la destra lanciò il coltello tra le due dita.

Il regime quantistico fece comportare il coltello come un'onda e dalla sua mano partì un ventaglio di lame di intensità minori. Una di queste colpì la telepate alla spalla, che urlò un fascio intensissimo di rubini.

Le grida distrassero Dario, che incassò l'ennesimo pugno debole. "È Lucia, non ha bisogno del mio aiuto!" e tornò a concentrarsi sullo scontro. Scagliò un tavolino addosso a Piezo, mandandolo a terra. Prese un bicchiere rotto dal pavimento e lo avvicinò alla sua gola.

- ASPETTA! - urlò la sua nemesi in preda al panico – Se... se mi uccidi adesso, morirete tutti!

Le insicurezze di Dario lo costrinsero a fermarsi e ad ascoltarlo.

- Guarda che sta facendo Lucia! Se usciamo dallo stato di superconduttività sarete tutti folgorati dall'elettricità, tutti tranne me!

Risonanza riavvicinò il vetro alla gola, costringendo Piezo a non muoversi. Si voltò poi verso Lucia e la sua Feynmask assunse un'espressione inorridita.

In preda all'ira, la ragazza aveva iniziato a bombardare i corpi feriti degli agenti di rubini. Come una burattinaia dai fili rosso scuro, aveva costretto i corpi ad alzarsi e adesso marciavano sanguinanti contro Dessi.

Non importava quanto lui li avesse sparati, quanto lui continuasse a spararli, loro continuavano a marciare. Non importava quanto stessero soffrendo, quanto stessero cadendo a pezzi, loro continuavano a marciare.

- Se acquisiscono altra energia, rischiano di far cambiare stato! - disse Piezo – Soltanto io posso riassorbire tutta l'elettricità e salvarvi!

- E che dovrei fare? - controbatté Dario attraverso la maschera – Lasciarti caricare? Così potrai spararmi tutti gli elettroni contro?

Il bicchiere cominciò ad affondare, "Devo convincerlo!" e sospirò – Impiegherò alcuni secondi per caricarmi... puoi... puoi scappare!

Gli zombie raggiunsero Dessi e iniziarono a sbranarlo. I morsi divennero sempre più veloci e aggressivi, la temperatura della stanza si alzò di alcuni decimi di grado e l'aria si cosparse di piccole scintille.

Dario lanciò a terra la bottiglia e a Piezo un'occhiata d'odio. Corse verso la pista e trasmise a Lucia – Esci dal locale! Subito!

Vedendo i suoi schiavi impegnati a spolpare l'agente, obbedì a Dario e corse verso l'uscita. Risonanza sfrecciò tra la folla svenuta e la raggiunse alcuni istanti dopo.

Piezo si voltò verso l'uscita, "Sono fuggiti!" e batté un pugno contro il pavimento. Si alzò di scatto e iniziò a far confluire l'elettricità attorno a sé. La fuga di Dario e Lucia aveva allontanato la temperatura dal punto critico, ma poco importava. "Devo svegliare tutti e liberare il locale, la transizione avverrà prima o poi!" e iniziò ad assorbire le cariche nell'aria, scaricandole in particolari punti a terra.

Giunto nell'Area Chill, rimase paralizzato dallo spettacolo macabro davanti ai suoi occhi. I sei agenti più fidati di Dessi, avvinghiati tra loro in un lago di sangue. Pieni di buchi, con le maschere macchiate e le bocche piene di carne.

Con le lacrime che piovevano da sotto la maschera, Piero spostò le carcasse degli uomini con cui si era addestrato negli ultimi anni. Per un attimo gli mancò il respiro.

Al centro di quella catasta di cadaveri trovò Danilo, ormai senza pelle e coi muscoli addentati. "No! Non posso piangere!" si disse "Il Trio è ancora vivo, non posso permettermi questa debolezza!", si chinò sul cadavere dell'amico e gli sfilò la maschera.

Si diresse allora verso il bar. Si abbassò e afferrò il polso di Elena, trasmettendole una piccola scossa. La prostituta si svegliò confusa e il suo sguardo fu subito catturato dalla maschera insanguinata tra le mani del ragazzo.

- No! - esclamò e corse subito fuori dal bar - NO! - cadde in ginocchio - NOOO! - accarezzò la mano del cadavere pieno di buchi – PAPÀÀÀÀÀÀ!

Le grida e i singhiozzi fecero tremare le gambe di Piezo. Si appoggiò al bancone per non cadere, bagnandolo con una lacrima solitaria. Gli echeggiò in mente la conversazione avuta con Erika qualche giorno prima:

In pratica saremmo i buoni adesso?

Si, bella come sensazione no?

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