Capitolo 14

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20 aprile. Piero Pizzo, nome in codice Piezo, era alla guida della sua Violetta 1616. L'aveva ricevuta dal Professore alcuni mesi addietro come ricompensa per aver corrotto i deputati di Ardore Wisterico. I contatti di Galvani in parlamento avevano proposto un pacchetto di leggi per ridurre l'impronta di carbonio di Wisteria del 95%. Come al solito, il partito di destra ultra-conservatrice di AW si era schierato contro di lui, e Piezo era stato inviato al Colle come "mediatore."

- Com'è la nuova auto, Piezo? - chiese l'agente Lidia Locatelli dalle casse del veicolo.

- Una favola! - rispose entusiasta - Non avrei mai immaginato che un'auto elettrica potesse essere così potente!

Lidia tagliò corto, e chiese – Molto interessante Piezo, ma per cosa mi stai chiamando?

Piero era uno dei più sanguinari uomini del professore, oltre ad essere l'unico dotato di veri e propri superpoteri. Quando il super-sgherro di Galvani chiama la polizia, vuol dire soltanto una cosa: insabbiamento.

Il sicario respirò profondamente e disse – Sto per farlo.

L'agente capì subito a cosa si stesse riferendo - No, Piezo! Sai che il Professore non approverà mai questa cosa.

- DEVO, Lidia! - controbatté agitato – Quell'infame di Risonanza ha ucciso Marilena e deve pagare! Sono mesi che aspetto di vederlo al fresco.

L'agente Locatelli iniziò seriamente a preoccuparsi. Nonostante la sua reputazione, Giona non permetteva mai ai suoi sottomessi di attuare piani di vendetta personale. "Noi non siamo criminali" ripeteva sempre "Noi siamo la giustizia!" e tutti sapevano che Piezo era quasi un figlio per lui. Che sarebbe successo all'Organizzazione se uno dei suoi uomini più fidati gli avesse agito contro? Piero era un pazzo, nessuno avrebbe osato combatterlo.

- Lo so, ma Galvani ti ucciderà se lo farai veramente.

- No – rispose stringendo aggressivamente le mani sul volante – Giona non può uccidermi, io sono il suo uomo migliore. È stato lui a salvarmi da quel manicomio, non darà mai fuoco alla sua opera eccelsa.

Lidia rabbrividì – Questo è anche peggio! Sai quanti miei colleghi sono stati puniti per aver abusato della loro posizione? Sai quanti poliziotti corrotti ha mandato contro altri poliziotti corrotti per far rispettare la sua etica? Se si sapesse che ha fatto un'eccezione per te, sarebbe la fine!

Una lacrima scese sul volto del ragazzo, che, ignorando totalmente il discorso dell'agente, disse – Marilena è stata la mia partner fin da quando lavoro per voi. Lei è stata la cosa più vicina a una madre che abbia mai avuto. I miei genitori mi hanno sempre odiato! Giona mi ha salvato, ok, ma non ha mai mostrato un minimo di calore umano nei miei confronti. Marilena invece mi ha dato coraggio e sicurezza, mi ha fatto finalmente sentire apprezzato – la sua voce iniziò a tremare e gridò – E quello schifoso l'ha uccisa! Hanno scrostato i suoi brandelli dal muro per giorni, Lidia!

- Mi... mi dispiace – commentò lei.

- E poi la beffa! Disintegra lei, si volta verso di me, mi guarda negli occhi e mi segna "Scusa". Capito?! Solo perché ho 19 anni mi ha snobbato come fossi un ragazzino!

- E perché non l'hai fatto fuori allora? Non sei più potente di lui?

L'indice di Piero emise una scarica di corrente per la rabbia e la Violetta si spense. Il suo nervosismo aumentò esponenzialmente ed iniziò ad urlare, sferrando pugni al volante. Il rancore e il dolore per la morte della sua partner si mischiarono alla paura della reazione di Galvani. Stava per violare una delle sue regole fondamentali e sapeva bene che la sua mente calcolatrice avrebbe favorito l'Organizzazione alla sua vita. Sapeva di potersi considerare morto, o peggio. Sapeva che quello era l'ultimo istante per evitare l'ira di Giona. Purtroppo sapeva anche che non si sarebbe fermato, perché vendetta doveva essere fatta.

Respirò profondamente e riavviò la macchina. "Certo che regalare un'auto elettrica a me è il massimo dell'ironia!" pensò mentre richiamava Lidia.

- Ehi Piezo, tutto apposto? - disse lei.

- Si, tranquilla – rispose reprimendo la sua tensione – Dicevo, non l'ho attaccato perché l'agente Dessi mi ha puntato una pistola alla tempia. A quanto pare Giona vorrebbe convincere Risonanza ad unirsi a noi e sapeva bene che io lo avrei ucciso se mi avesse lasciato libero di agire.

Lidia empatizzò con il ragazzo - Ah, mi dispiace tanto. Avevo sentito che il Professore pianificava di reclutare Risonanza, ma non pensavo avrebbe dato a lui la precedenza su di te.

Lui ignorò l'empatia e proseguì con il racconto - In quel momento non fui abbastanza forte da stendere Danilo. Tornai a guardare quel muro e caddi in ginocchio piangendo. Alzai un attimo lo sguardo e vidi quella bestia nera volare via, sostenuto in aria da un suo stesso urlo.

A questa frase, seguirono diversi istanti di silenzio.

- Senti Piezo – disse l'agente rompendolo – Fai quello che devi fare, io provvederò alla parte burocratica. Sarai protetto al 100% dalla polizia, ma nessuno potrà proteggerti dal Professore.

- Lo so – rispose lui cupo.

- Buona fortuna allora – e chiuse la chiamata.

Il silenzio tornò ad opprimerlo, ma era troppo doloroso per Piero, quindi accese la radio e mise l'ultimo album degli Shaman Dolphin, un gruppo indie-rock, particolarmente adatto a quel misto di ansia e cupezza.

Dopo alcuni minuti arrivò a destinazione, posteggiò, si asciugò le lacrime e uscì dalla macchina.

"È giunto il momento!" si disse guardando il citofono davanti a lui. Il suo dito premette il pulsante "Di Dio – Verdi" e la sua mente fu subito assediata dall'ansia.

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