Capitolo 27

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Danilo Dessi percorreva inquieto i corridoi dell'istituto. "Troppo silenzio" si ripeteva. I corridoi erano totalmente vuoti. Ipotizzò ci dovesse essere un assembramento da qualche parte, ma il sistema di sicurezza non aveva lanciato alcun allarme.

Gli tornò in mente l'incontro con Piero e Giona. Negli ultimi giorni, Dario era stato visto più volte entrare nella cella di Lamantia. Anche le sue conversazioni con la Lovato si erano fatte più frequenti.

La sua ansia gli fece estrarre lo smartphone – A tutte le unità, state all'erta! C'è qualcosa di...

Il messaggio fu interrotto da un boato spaventoso, proveniente dal retro della struttura. "Risonanza!" pensò subito "Il muro! Ma il sistema avrebbe dovuto..." e iniziò a correre verso la Sala di Controllo Centrale.

Riaprì il canale di comunicazione – DIRIGETEVI TUTTI VERSO LA ZONA ESTERNA SUD! RISONANZA STA CAPITANANDO UN'EVASIONE! Agenti Asaro, Caronia, Antonelli e Bevilacqua, incontriamoci fra due minuti all'ingresso del W9!

I quattro erano le uniche guardie addestrate contro i poteri di Lucia. "Un migliaio di criminali a piede libero sono meno pericolosi di quella strega!" pensò "Soltanto lei può essere stata in grado di superare tutte le barriere di sicurezza" e iniziò a correre verso il W9.

- Simo, è svenuto! - esclamò Lucia, indicando Dario sullo schermo.

- Dagli un attimo, sicuramente si riprenderà.

- È da quando ha iniziato con il piano che hai questa fiducia cieca in lui – e abbassò gli occhi – Non lo starai idealizzando troppo?

Simone volse lo sguardo al passato – Risonanza è sempre stato il paladino degli oppressi, dei deboli. Anche se è durato poco prima di essere arrestato, ha veramente fatto la differenza. Forse perderà e io ci credo soltanto perché sono troppo stupido per...

- Stanno accoppando il boss – e indicò l'altro monitor.

Il ragazzo si mise le mani tra i capelli – No! No! No!

- Piano V?

- No Lucia, ti prego!

- Perché no? Stanno perdendo, non lo vedi?

Simone si sedette e la sua voce si fece flebile – Non voglio vivere di nuovo quell'inferno, per favore.

La telepate sbuffò – Ok ok, ma solo perché Dario si è appena rialzato.

- Cosa? - si alzò di scatto e incollò gli occhi allo schermo – Siii! Grande!

I due guardarono con entusiasmo lo scontro, fino a che non si accorsero della folla di nemici negli altri schermi. Decine di criminali li avevano già accerchiati e un'orda di guardie aveva quasi raggiunto la zona.

- Piano V Simone, subito!

- No, possono farc...

Lucia ignorò il suo tentativo di risposta e lo guardò intensamente negli occhi – Piano V Simone, subito!

Accese il microfono, vi avvicinò la bocca e sospirò.

Pochi attimi prima, Dessi e i suoi uomini avevano attraversato l'ingresso del W9. Camminavano a passo lento, concentrati sulle parole di Danilo. L'agente ripeté loro il protocollo, attenzionando il fatto che i poteri della Lovato hanno bisogno di un'insicurezza per penetrare.

- Mi raccomando, tenete la mente chiusa nei suoi confronti, come da protocollo beta! Non avvicinatevi più del necessario, i suoi poteri diminuiscono con la distanza!

Tutti gli uomini annuirono e caricarono i fucili – Signorsì!

- Ottimo, DIVIDIAMOCI! - e si separarono lungo i corridoi. Ognuno di loro sarebbe andato a bloccare uno degli ingressi del W9, mentre Dessi si sarebbe diretto verso la stanza.

"Posso farcela!" si ripeté "Non sarà come nella doccia, non mi farà provare di nuovo quel terrore!" e accelerò la corsa, impaziente di raggiungere la terrorista.

Gli altoparlanti di tutti i corridoi si accesero improvvisamente ed emisero un sospiro. L'agente si fermò di scatto, quando una voce incerta vi disse – Dio è...

A causa del suo rango nell'Organizzazione, Dessi era l'unico della squadra in grado di riconoscere quell'incipit. Gettò il fucile a terra, si tappò le orecchie con le dita e iniziò a gridare – NA-NA-NA-NA-NAAAAAAAAARGH!

Estrasse dei tappi dalle tasche e li indossò. Recuperò il fucile e ricominciò a correre verso la Sala di Controllo Centrale.

Pensò ai suoi compagni appena suicidatisi e il suo sguardo si fece vendicativo. Ricordò le parole di Giona riguardo a Lucia e le forti emozioni, per cui iniziò a respirare profondamente. Sparare ad ogni altoparlante lungo il tragitto lo aiutò molto a sfogare questo dolore.

La corsa fu interrotta dal sorriso della ragazza. L'agente trovò lei, entusiasta della sua impresa, affiancata dallo sguardo tetro di Simone. Lucia disse qualcosa, ma l'agente non fu in grado di sentirla a causa dei tappi.

Dessi sparò all'altoparlante sopra di loro, spaventando il ragazzo.

Lucia rise della loro paura.

- Sei un mostro – le disse, una volta rimossi i tappi per le orecchie. Volle spararle, ma le sue dita iniziarono a tremare sul grilletto.

- Agente, che bello rivederla! - e rise – Sono veramente contenta che non sia stato ucciso dal Piano V. In fondo è grazie a lei che quel porco non mi ha violentata.

"Perché non riesco a premere?" si chiese in preda al panico "Perché sento tutta questa paura?"

Lucia gli si avvicinò. Lui rimase immobile, a tremare e sudare freddo.

- Noto che stai provando a resistermi, Danilo – gli sussurrò all'orecchio – ma dovrai fare molto meglio di così se vuoi veramente sconfiggermi.

Dessi sentì le sue braccia abbassare il fucile. Sentì una voce nella sua mente ordinargli di puntarlo contro il suo piede. Provò a fermarla – NO! SONO PIÙ POTENTE DI TE!

Lucia rise e un colpo di fucile a pompa disintegrò il piede destro dell'agente. Danilo cadde a terra e, seguendo un'altra voce nella sua testa, estrasse lo smartphone.

- Chiamerai l'ambulanza, ma mai i rinforzi! – gli ordinò la ragazza – Capito? - e si incamminò lungo il corridoio – Dai Simone, andiamo alla fermata. Tra poco Dario dovrebbe raggiungerci.

I due lasciarono Dessi, mutilato e agonizzante. I soccorsi sarebbero arrivati il prima possibile, ma non i rinforzi. Non riuscì a contattare nessun altro agente. L'ansia e la paura di avviare quelle telefonate lo sopraffecero. Lanciò il telefono e gridò con tutta la forza che gli rimaneva.

Passò i minuti seguenti a recuperare brandelli di tessuto e rallentare l'emorragia, mentre i suoi occhi infuocati giuravano vendetta contro Lucia.

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