Capitolo 83

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Lucia aprì gli occhi, risvegliandosi a terra, accanto alla vetrata. Provò ad alzarsi, ma le braccia cedettero assieme alle gambe. Le palpebre si fecero pesanti e perse nuovamente conoscenza.

Sentì qualcuno darle colpetti alle guance, riaprì gli occhi e vide il volto sollevato di Dario. Le poggiò dolcemente la testa a terra, prese lo smartphone e inviò un messaggio. "Sarà il segnale per la Fiamma" pensò la ragazza "Il segnale!" e si voltò con fatica verso la vetrata.

Lì, di fronte a lei, giaceva il corpo senza vita del Professore, col volto affogato dall'epistassi. Il sorriso era ancora lì, non più coperto di sabbia ma di sangue, così marcato da far perdere conoscenza alla ragazza.

Si risvegliò tra le braccia di Risonanza, in corsa tra i corridoi del COW. La sua vista era sfocata e l'udito ovattato, ma riuscì a vedere diverse ombre correre in direzione opposta alla loro. "Agenti di polizia" pensò vedendo qualcosa luccicare sul petto. "È FINITA!", "IL PROFESSORE È MORTO!", "ABBIAMO VINTO!" echeggiavano per quei corridoi. Tutti urlavano di gioia, pronti ad arrestare e picchiare gli ultimi sopravvissuti dell'Organizzazione. Anzi, felici di farlo.

Incapace di muoversi o di parlare, Lucia rilassò la testa e il suo sguardo scivolò sulle sagome di sangue, ancora incrostate al pavimento. Le sue palpebre tornarono pesanti, le urla meno chiare e lei sempre più rilassata... "Rilassata?!" pensò "Perché mi sento così rilassata? Quello è sangue! Ho visto del sangue! Dov'è la mia furia omicida? Dov'è il mio piacere sadico?" e raggelò, "E se stessi diventando come... no! Ho io il controllo!", la spossatezza prese il sopravvento e perse nuovamente conoscenza.

Si risvegliò seduta sui mattoni della piazza, appoggiata ad una delle quattro statue. Dario sedeva accanto a lei e guardava incerto le Violette della polizia. Decine di scienziati, mafiosi e criminali vari furono arrestati davanti ai loro occhi, riempendo una volante dopo l'altra.

La senatrice Cantalupo era lì, al centro della piazza, circondata dai suoi sottoposti. Dirigeva il tutto come fosse un'orchestra. Sfogliava dallo smartphone come da uno spartito, elencando agli agenti gli uomini da arrestare.

Ad alcuni metri da lei vi era il buco creato da Risonanza, con accesso diretto alla Singolarità. Gli agenti vi avevano montato una scala, con la quale avevano iniziato a saccheggiare il posto.

Quell'operazione antimafia, chiamata in seguito "Operazione Città di Smeraldo" (dal colore simbolo del Partito Progressista), decretò la caduta dell'Organizzazione e la vittoria definitiva della Fiamma. O almeno così credettero, ignari dell'arma finale del Professore, seduta accanto alla statua del Cavaliere T.

Lucia guardava attonita quello spettacolo. I suoi occhi si fecero lucidi e la sua mente si riempì di angoscia. "Abbiamo vinto" pensò "Perché sto così male?", quando le echeggiarono in mente le parole "semplicemente si fonde con te, trasformando il tuo carattere"

Dario vide il suo volto devastato, prese lo smartphone e le scrisse:

Stai bene?

La telepate aprì la chat e le sue mani iniziarono a tremare. Ricordò della promessa dell'eroe e fu sul punto di scrivergli "Uccidimi Dario, ti prego!", ma un pensiero la bloccò: "Io non lo farei mai! Non importa quanto sia diventata corrotta, non chiederei mai a nessuno di uccidermi! Quello di Dario era un bluff, un modo per convincerlo a darmi una seconda chance: io non voglio morire!"

Guardò lo schermo e il suo respiro si fece affannoso. "Lui è dentro di me! Galvani ha... vinto? No! Risonanza può fermarlo, io posso fermarlo! Ma... io... voglio fermarlo? Cosa voglio veramente?"

Vedendola fissare il vuoto, Dario la scosse per la spalla. La ragazza uscì dalla trance e rispose:

Riguardo alla promessa

Hai deciso se uccidermi o no?

Non riuscì ad aggiungere altro. Non riuscì a scrivere del piano di Giona, né del suo stato mentale. La sua nuova personalità sapeva come proteggersi e le sue voci interiori concordarono all'unisono: "Risonanza non deve sospettare nulla!"

Dario sospirò e rispose:

Non hai ucciso nessun innocente dalla promessa, non ho il dovere di farlo

Risonanza è morto questa notte

Non voglio più queste responsabilità, è finita

Capisco, allora stammi lontano

Dario la guardò sorpreso:

Perché?

Ho rovinato la vita di tutte le persone a cui ho voluto bene

Molte di loro sono morte per colpa mia

Voglio che tu sia felice

Stammi lontano

Non farti travolgere da quello che potrei diventare

La sua risposta lo inquietò, ma non aveva idea di quello che le era successo durante lo scontro. "Confrontarsi con Galvani avrà aumentato le sue insicurezze" pensò, la scrutò un istante e decise di abbracciarla.

Quella stretta fece scoppiare in lacrime la ragazza. Appoggiò la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi, scaricando tutte le sue ansie e paure.

Anche Dario si appoggiò a lei, sentendo tra le braccia tutti i suoi tremori. I suoi occhi divennero lucidi e si lasciò sfuggire una lacrima solitaria. "Non l'ho mai vista così devastata" pensò "Eppure abbiamo vinto: io ho eliminato Piezo e abbiamo sconfitto l'Organizzazione! E non le ho ancora detto del cadavere di Simone! Lo scontro col Professore è stato veramente così traumatico?"

La lacrima di Dario bagnò il collo della telepate, che reagì stringendolo con più forza. Arpionò le unghia nella sua schiena e iniziò ad urlare in preda alla disperazione. Perché quello non era un pianto liberatorio, non era lo sfogo di una notte di stress sovrumano: quello era il pianto della nuova Lucia.

Il pianto della Ragazza nell'Ombra di Wisteria

Il pianto di chi stava assistendo alla caduta del proprio impero

Di chi aveva sacrificato amici, alleati, e persino se stessa

Per salvare la propria utopia, i propri sogni

Gli stessi sogni che infiammavano i suoi occhi castani

Gli stessi sogni che stavano conquistando la sua mente

E che un giorno, avrebbero conquistato Wisteria.

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