Capitolo 37

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Erika stava immobile davanti alla porta del dormitorio. Erano le undici passate, e la luce tremolante dell'ingresso illuminava il sudore freddo sulla sua fronte. Sistemò il suo cappellino con l'ape viola, logo del "UniWi International Excellence Programme", accarezzandosi la tempia destra. Le ustioni le dolevano ancora e le riportarono alla mente l'incontro col Professore.

Lui e il suo team avevano passato l'intero pomeriggio a riscrivere e correggere le equazioni di campo della Lovato. Erano riusciti a ricondurre il suo potere ad un unico "campo empatico", ricavando delle forme funzionali e fittandone i parametri con combinazioni di metodi Montecarlo e MLE.

Successivamente, un team di psicologi, psichiatri e sociologi ha tradotto questi parametri in comportamenti. Ad Erika è stato spiegato quale range di emozioni la rendesse più vulnerabile e quale la rendesse più difficile da manipolare. "Alta autostima, sicurezza di sé, apatia e serenità interiore abbassano la conduttività emotiva. Eccitazione, rabbia, paura, ansia e tristezza la aumentano, rendendoti un soggetto estremamente vulnerabile."

Le riprese dello stadio avevano inoltre mostrato che il 77% della gente sfuggita al suo potere indossava il cappellino dell'Internazionale Wisteria. Giona le aveva quindi imposto di indossare il cappellino dell'evento UWIEP, fatto dello stesso materiale scadente. "Tuttavia, indossare costantemente un cappello non rientra nel tuo personaggio, Erika" e da lì l'idea dell'incidente domestico. "Mi dispiace, ma se cadi sotto la sua influenza...", "No no, capisco. Faccia quello che deve, Professore!", prese l'accendino e diede fuoco ai suoi capelli. Lasciarono bruciare soltanto parte del lato destro, simulando un incidente in cucina con frenetica corsa al lavello. Il suo look fu così compromesso al punto da rendere necessario il cappellino.

La sua mano lasciò la tempia e sfilò le chiavi dalla tasca. Girandole nella toppa, si ripeté l'avvertimento più importante: "Il suo campo scala come r alla meno 2. Più ti avvicini a lei più diventa intenso. Se senti la tua mente cedere, allontanati SUBITO!"

Già aprendo la porta sentì lo schiamazzo dei suoi coinquilini. Riconobbe subito la voce di Lucia, indimenticabile nonostante il loro breve primo incontro.

La conversazione si interruppe non appena Samuela si fu accorta di lei - Ehi Eri! Vieni dai, che la tua pizza si è già raffreddata!

La ragazza salutò con un gesto tutti i presenti, quindi si voltò verso Simone - Piacere, Erika - poi verso Lucia – Mi sa che noi già ci conosciamo... Lucia, giusto?

La manipolatrice annuì.

Si voltò infine verso Risonanza e segnò "Dario, che bello rivederti!"

"Anche per me! È un sollievo vedere che non sei stata vittima di quel massacro."

Erika fu sul punto di chiedere qualcosa a riguardo, ma Giada precisò - Saranno nostri ospiti vedi.

- Avevo intuito.

- E...

"Non devi irritarti, Lucia è qui!" - E cosa?

- E non ti lamenti? Non hai nulla da dire?

- Perché dovrei oppormi ad ospitare Risonanza? È un mio amico, oltre ad essere un supereroe. E poi è vegano come me!

Dario annuì sorridente.

- Fantastico - brontolò la principessina - adesso sono in due!

Delia era stufa del loro atteggiamento, era stufa di quella lotta infantile tra i loro complessi di superiorità - Adesso basta! Giada, finiscila di provocarla! Erika, non rispondere e mangia sta pizza! - e le porse aggressivamente il cartone.

Gli occhi dell'antropologa inquietarono tutti i presenti, facendoli sprofondare in alcuni attimi di silenzio.

Erika aprì il cartone con sguardo inquieto, ma si rasserenò vedendo la pizza.

- Rossa con melenzane grigliate, non fritte, e funghi freschi.

- Aw, grazie Rick.

Riccardo si voltò allora verso Simone - Ci sono voluti anni di addestramento, ma finalmente ce l'ho fatta ad azzeccare la sua ordinazione!

La Verità rise di gusto, voltandosi poi verso la ragazza, per assicurarsi che non si fosse offesa.

"Non puoi arrabbiarti, Erika!" - Meriti una promozione, soldato! La prossima volta ordinerai per me da SoyBoy.

- La tortura non è legale a Wisteria, Erika - rispose serissimo, causando una risata generale.

Vedendo che la conversazione era un po' in stallo, Samuela ne approfittò per chiedere - Come mai quel cappellino, Eri?

- Sai l'incidente per cui sono tornata così tardi... - e se lo levò, mostrando la tempia ustionata.

- Oddio, cosa è successo?

In quello stesso momento, sentì una forte pressione psicologica ad essere felice. La sua resistenza non era ancora ben allenata, per cui si rimise subito il cappello.

"Però Lucia non sa che sto resistendo! Fingi di essere felice, Erika. Puoi farcela!" - Sì, mia madre mi ha fatto tornare in paese perché avevano avuto un serio guasto in cucina e nessuno era disponibile a ripararlo. Siccome ho seguito un corso di elettrotecnica e domotica l'anno scorso, ho provato a sistemarlo e... beh, a quanto pare non sono un bravo ingegnere - e abbassò lo sguardo sorridendo.

- Non ti preoccupare amo, te li sistemo io. Ti faccio un taglio strafigo con la rasatura da un lato. Ispirerai così tanto sesso che tutti i punkettari tamarri ti salteranno addosso!

Erika rise, apprezzando la proposta dell'amica - Va bene punkettari, ma tamarri anche no, dai!

La serata proseguì tra frecciatine e conversazioni amichevoli. Nonostante le provocazioni di Giada, Erika riuscì ad apparire manipolata quanto i suoi amici.

Subito dopo la cena, la ragazza si chiuse nella sua stanza e riprese a studiare le tecniche psicologiche del team di Galvani, sperando di potersi liberare al più presto del cappellino.

Pochi minuti dopo la mezzanotte, Giada bussò alla camera del trio, invitando Lucia ad uscire. Dario notò la cosa, ma fece finta di dormire.

- Mi pare di capire che sei tu il capo qui.

Lucia fu un po' sorpresa dall'affermazione - In che senso?

- Meno umiltà, Lovato! È palese che stai manipolando entrambi e che questo piano è tutta una tua idea.

"Falso, ma è meglio lasciarglielo credere" - Beccata! - e le sorrise.

La ragazza le si avvicinò all'orecchio e le sussurrò - Sabato sera andremo insieme al Cavallo. Voglio vedere se hai quello che serve per allearti con noi.

- Voi chi? - sussurrò Lucia a sua volta.

- Io e mia madre siamo le leader della Fiamma. Se ti riterremo degna, vi affiancheremo nella vostra lotta a Galvani e insieme distruggeremo l'Organizzazione.

La ragazza fu entusiasta dalla proposta e trasmise a Giada parte di quella sensazione.

La leader criminale sorrise in risposta e, andandosene disse - Sappi che apprezzo il fatto che tu riconosca la mia superiorità e che per questo non mi abbia mai manipolato.

"Falso anche questo" - Ovviamente.

- A sabato...

- Pesci.

- Mmh... bel nome, mi piace! A sabato, Pesci.

In parole povere, hanno studiato riprese e testimonianze, per poi buttare giù una teoria. Sfruttando una forma di magia oscura chiamata "metodi numerici e computazionali", hanno scoperto esattamente come funziona il suo potere, trattandolo come una forza fisica a tutti gli effetti.

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