Capitolo 7

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Allora ragazzi, fatemi pensare un attimo... devo farvi un piccolo preludio? Nah, andiamo direttamente al 14 marzo, 15:44, 46 minuti dall'inizio del derby, Wisteria City contro Internazionale Wisteria. Il 14 marzo era il secondo anniversario di me e Antonio. Sfortunatamente quel giorno mi aveva scritto su Telegram che sua nonna stava poco bene e che ci saremmo visti direttamente la sera. I suoi fanno dei lavori abbastanza impegnativi e quindi capitava spesso che lui doveva stare il pomeriggio a badare a sua nonna, soprattutto durante i suoi cicli di chemio.

La mia giornata fu salvata dalla grande e unica Samuela, che tifando City da una vita, venne in camera mia con sciarpona e maglietta giallo-viola a urlarmi di venire con lei a vedere la partita. Io odio il calcio, ma un pomeriggio con la mia bestie è sempre meglio di un pomeriggio a casa da sola. Gli altri coinquilini erano partiti, quindi non avevo molte alternative.

Insomma, arriviamo allo stadio, Samu compra un panino con le panelle (e poi la scema si lamenta che c'ha il culone) e ci mettiamo a cercare un posto libero. Indovina un po' chi troviamo seduto tra la folla? Antonio Agnello! Proprio lui, l'infame!

Samuela, già a conoscenza dei miei poteri, mi fa segno di non infuriarmi e mi sussurra – Manipola quei tizi lì per farli alzare, così ci sediamo dietro di lui. Non penso ti abbia nascosto solo una partita: è troppo poco per una bugia del genere.

- In effetti... - rispondo infastidita.

- Ascoltiamoli un po' e vediamo che succede, dai! - mi fa, ma non mi ha convinto molto. Io sono più un tipo da scenata, capito va!

- Dai, dai! - mi fa ancora, mi convince e proseguiamo col suo piano.

Antonio era lì col suo migliore amico, Paolo Pepe, che subito si accorse di noi. Io ero già pronta a manipolarlo, ma Samu mi ferma, lo afferra per le spalle e gli sussurra qualcosa. Lui nemmeno si volta, sorride e inizia a parlare con Anto.

Paolo ha sempre avuto una cotta per Samu e anche lei qualche fantasia con il tipo se l'è fatta, quindi penso le abbia offerto una scopata per mantenere il segreto con Antonio.

Ovviamente un po' di figa non sarebbe riuscita a tradire un'amicizia del genere, perciò influenzai Paolo affinché chiedesse di me – Ma oggi non era l'anniversario tuo e di Lucia, Anto?

- Si, ma infatti ci vediamo questa sera. Prendiamo una pizza, che tanto a lei non piacciono tutte queste cose eleganti.

- Ah ok, ma io mi riferivo all'altro "impegno" veramente...

Antonio rise – Assolutamente sì, Ursula mi aspetta appena dopo la partita.

Samu mi infilzò la coscia con le unghia, come per dirmi "Non è ancora il momento della scenata! Ascolta!"

- Capisco che Lucia non ti è mai piaciuta veramente... - disse Paolo.

- È stupida e non ha tette, fra. Ursula è una porca assurda invece! E poi adora il bdsm, quindi farlo con lei è sempre fantastico!

Le unghia di Samuela scavavano sempre più in profondità. Distolsi lo sguardo dal porco, cercando di calmarmi. Notai allora che almeno metà delle persone vicino a noi aveva uno sguardo infuocato e alcuni di loro avevano iniziato a litigare verbalmente. Stavo perdendo la calma e il mio potere stava scaricando la mia tensione su di loro. Iniziai allora a respirare profondamente, cercando di tranquillizzarmi.

Purtroppo il discorso continuò - Capisco Antonio, ma perché non la lasci allora?

- Beh, primo motivo: è ricca! Lucia mi fa regali di centinaia di petali ad ogni ricorrenza. Secondo: Ursula si eccita di più sapendo che è la mia amante e che tutto deve rimanere segreto. Viene da una famiglia super-cattolica, sai? Quella gente è tutta repressa e si farebbe pure un albero se fosse considerato peccato!

- Ok, ma non mi sembrano dei motivi decenti, Anto. Ti stai comportando malissimo!

- Tu ce l'hai una ragazza, Paolì?

- E questo che c'entra? Che non so come si tratta una persona? Oggi proprio non ti riconosco!

L'infame lo ignorò – E lo sai perché non ce l'hai? Perché ti comporti come una fighetta! E fai l'uomo per una volta!

Paolo era sul punto di rispondere, quando Antonio rise e disse – Comunque il vero motivo per cui stiamo insieme è il terzo: Lucia è una disperata! È una psicopatica e nessuno starebbe mai con lei. Mi piace avere una che mi viene dietro, tipo una pecora. Anzi, letteralmente a pecora! - diede una pacca sulla schiena a Paolo e iniziò a ridere di gusto.

A quel punto afferrai il polso di Samuela, quasi rompendoglielo. Lei lo ritrasse gridando, mi alzai e diedi un fortissimo colpo di tacco alla nuca di Antonio. Fortunatamente per lui indossavo delle scarpe da ginnastica, quindi cadde in avanti senza essersi fatto particolarmente male. Tutti si alzarono di scatto e iniziarono a guardarci scioccati.

– Ah... eh... Lucia? - disse lui ancora a terra – Non ero serio quando ho...

Iniziai a urlare fortissimo e gli ruppi il naso con un calcio – SCHIFOSO! BASTARDO! DEVI MORIRE MALE! SECONDO TE SONO UNA PSICOPATICA? BENE TE LO FACCIO VEDERE IO COSA FA UNA PSICOPATICA A UN PEZZO DI FANGO COME TE! - e iniziai a riempirlo di calci.

Samuela urlò a seguire e tirò anche lei un calcio all'infame. "Lei non lo avrebbe mai fatto!" pensai allarmata, così mi fermai istantaneamente. Stavo per perdere il controllo dei miei poteri e lasciare che il mio odio invadesse tutte le persone intorno a me. "Non posso farlo" mi dissi incerta, ma non lo pensavo veramente. Lo sguardo pieno di rancore della mia amica, di Paolo, dei tifosi, dei bambini... tutto ciò avrebbe dovuto farmi sentire male, terrorizzata dai miei stessi poteri, ma così non fu.

- SAMU, CORRI! - le urlai. Le trasmisi un po' di pace interiore, lei afferrò Paolo e fuggì via senza dire nulla. Aveva gli occhi lucidi, speranzosi che io fermassi tutto. Purtroppo mi conosceva fin troppo bene per crederci.

Antonio era lì a terra, col volto pieno di sangue, ad implorarmi di smetterla. Se fosse stato mentalmente libero, sarebbe sicuramente riuscito a reagire, ma in quel momento lo stavo drogando di paura al punto da lasciarlo solo in grado di piangere.

Mi guardai intorno. Tutti gli sguardi erano pieni di rancore e rabbia. Gridai un'altra volta e calciai lo schifoso nelle palle, quindi mi voltai verso il mio pubblico sanguinario. Tutti, uomini, donne, bambini, anziani, iniziarono a urlare e a picchiare Antonio. Io indietreggiai e mi godetti la scena sorridendo.

Le sue grida erano state sommerse già dopo un paio di secondi, sia dalle urla della folla, che dalle mie risate. Tutte quelle persone stavano vendicando il mio onore, tutte quelle persone stavano facendo quello che avevo ordinato loro. Un palestrato gli stava rompendo la schiena a pugni, una bambina gli stava staccando le dita a morsi, un dolce vecchietto lo stava sterilizzando con il suo bastone.

"Questo è quello che si merita per avermi dato della psicopatica!" mi dissi, ormai totalmente delirante. Non appena la folla finì di spappolarlo, tutta la rabbia di quelle persone si reindirizzò tra le stesse.

Era appena iniziata una rissa grande quanto tutto lo stadio e io ne ero la causa. Avrei potuto fermare tutto in un istante, ma decisi di non farlo. Ero troppo inebriata da quella sensazione di potere e lasciai che la gente si uccidesse a vicenda.

Dopo meno di un'ora, la polizia ci raggiunse e mi trovò lì a ridere, da sola, seduta tra gli spalti. Non ero l'unica persona illesa, ma ero l'unica che rideva. E anche di gusto!

Il dolore di essere stata tradita dal mio ragazzo e tutta quella situazione, mi avevano reso totalmente delirante e, non appena ebbi realizzato il danno che avevo provocato, la mia risata divenne isterica. Proiettai l'odio verso di me su quegli agenti, sugli avvocati, sul giudice, sulla giuria e fui arrestata come unica responsabile di quella cosa.

Nessuno aveva uno straccio di prova, ma tutti furono emotivamente costretti ad rinchiudermi. Non riesco a capire perché l'abbia fatto, onestamente. Forse volevo essere punita per tutti gli innocenti che avevo ucciso, o forse volevo che tutti sapessero che quella era stata opera mia. Forse Antonio aveva ragione, sono veramente una psicopatica.

Comunque, questa è la mia storia, Dario. Spero non pensi che io sia soltanto una pazza e spero soprattutto che tu non voglia spiaccicarmi a muro come tutti gli stupratori e rapinatori che si sono messi contro di te. Nonostante la tua età, per me sei un vero eroe e mi dispiacerebbe molto pensassi male di me. Inoltre sei l'unico immune al mio charm, quindi sarebbe anche la prova che senza i miei poteri non piacerei a nessuno ahahahah.

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