EREDE PER UN GIORNO
Alcune sofferenze rimangono sulla pelle, per quanto astratte siano, sembrano segnare il corpo e non solo la mente.
Quando si ama qualcuno e lo si perde, è come se una parte di sé se ne andasse per sempre. La morte fa più male a chi viene lasciato, a chi resta e sopravvive.
La morte è un ladro, ruba un'anima e spezza quelle degli altri. Di rado avvisa o ti permette di dire addio, semplicemente si diverte a distruggere.
Bellarys conosceva la morte, ne era stata vittima e per questo manteneva i suoi segreti, per non fare del male a chi amava ma ora, tutto quello che percepiva era dolore. Era intenso, fisico ed era privo di speranza o fede.
Quello che l'aveva fatta resistere per dieci anni, per la mancanza della sua famiglia, era sempre stata un profondo credo.
Aveva avuto fede nel destino, in una ricompensa per ciò a cui destinata ma al contrario, le pareva una punizione divina.
Se non c'era fede a cui aggrapparsi, tutto quello che le restava era la rabbia e senso di colpa.
Erano passati due giorni da quando quelle grida avevano scosso tutta la Fortezza Rossa, il torneo era stato cancellato e c'era lutto in tutti i Sette Regni.
Rhaenyra aveva appreso la notizia solo quando era arrivata al chiostro e aveva seguito lo sguardo di Ser Cole, aveva visto la sorella in lacrime tra le braccia dello zio.
Bellarys l'aveva notata e tutto quello che aveva desiderato fare era stringerla, nello stesso modo in cui Daemon aveva fatto. E fu ciò che fece, si liberò e la raggiunse con le ginocchia doloranti, mostrando il suo abito bianco sporco di sangue.
Rhaenyra non aveva urlato, era solo caduta in ginocchio e tutto quello che la sorella riuscì a ripetere era: mi dispiace, mi dispiace tanto.
Il funerale fu al tramonto e fu anche la prima volta che Bell uscì dalla sua stanza, nessuno era riuscito ad entrare, nemmeno Lady Melisandre. Solo Rhaenyra era andata da lei, un'ora prima e si erano aiutate a vicenda a prepararsi, non avevano parlato, o pianto.
Vestivano di nero ma in modo completamente diverso.
Bellarys non sentiva alcun freddo, dunque non necessitava di mantelli o giacche, indosso portava un abito scuro, aderente sulla vita che univano la scollatura e la gonna. La prima saliva sulle spalle coprendole totalmente, c'erano dei fiori ricamati su esse, e il tessuto scendeva sino alle caviglie. La seconda era lunga, ma non a strascico, da cui passavano le cosce.
Portava i capelli spazzolati e con due ciocche laterali alzate, niente di troppo elaborato. Intorno agli occhi aveva una linea nera sfumata con delle polveri. Ai piedi portava delle comuni calzature scure e al collo stringeva la collana di Daemon.Era l'unica cosa a darle controllo, concentrarsi sul girare il ciondolo mentre con l'altra mano afferrava le dita della sorella. Per tutto il viaggio sino alla scogliera, sotto gli occhi di dozzine di guardie e di chi meglio la conosceva, era stata in silenzio, con lo sguardo nel vuoto.
Persino col cuore a pezzi era bellissima, è questo che pensò Ser Cole, il quale poté presenziare alla pira solo grazie a Lady Melisandre.
Vi erano tutti i membri reali, del Concilio e almeno due dozzine di guardie ma per ella non c'era nessuno.
Era di nuovo ferma, ma ora davanti alla pira della madre e del fratello, non riusciva a pensare, a malapena a respirare o a reagire.
Riusciva a stento a notare la presenza di Albalux, che era stato scelto per bruciare i due Targaryen, non lo sentiva lamentarsi nel tentare di catturare la sua attenzione.
Era traumatizzata, bloccata e non era l'unica; Viserys non aveva proferito parola alle figlie, anche lui si era rinchiuso nella sofferenza come la figlia maggiore, in questo erano simili.
Si sentiva come se avesse perso tutto e si era dimenticato chi era rimasto, qualcuno che aveva bisogno della sua presenza e consolazione.
Erano tutti riuniti ma soprattutto in attesa da ciò che andava fatto, avrebbero potuto parlare ma non vi era il coraggio per farlo.
Erano disarmati nel guardare la Principessa Bellarys che non reagiva, non viveva.
Daemon però era pronto a farlo, perché solo a lei Albalux rispondeva.
Era suo compito e non lo aveva minimamente realizzato.
Il Principe si avvicinò, da dietro, alle due e chinò il viso verso la schiena della maggiore. Il suo atteggiamento era diverso rispetto a com'era stato <<Aspettano te, Bell>>
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𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐡𝐢𝐭𝐞 𝐓𝐚𝐦𝐞𝐫 - 𝐇𝐎𝐓𝐃
RandomLa Domatrice Bianca - House Of The Dragon. Il fuoco illumina le tenebre, forgia le più forti lame e brucia chi non è degno. Ma per Bellarys Targaryen, il fuoco, è ciò che ha nelle vene. Il suo nome proviene da un'antica parola valyriana, Bellator, o...