DINASTIA DEL DRAGO
La famiglia non si può scegliere.
Quante volte abbiamo sentito questo detto così terribilmente ovvio e abbiamo pensato che fosse una maledizione? Non c'è da vergognarsi, la propria famiglia non ci sembra mai quella giusta per noi.
Capita che ci vogliano anni per adeguarsi, per rimangiarsi quel pensiero o capita che lo si continui a pensare fino a vedere una strada da percorrere, una lontana dalla propria casa.
In ogni caso, la famiglia è qualcosa da cui non si può scappare.
É una realtà, è una parte di noi, è nella sangue e nelle nostre decisioni.
Bellarys aveva preso moltissime decisioni, influenzate dalla sua natura, da come era stata cresciuta e da cosa la sua famiglia si aspettava da lei.
Si era lamentata per anni, fin da quando era tornata in vita la prima volta perché quella gabbia, chiamata Approdo del Re, le stava stretta.
Le stavano strette un mucchio di cose, dalle regole per il ruolo, a quelle per una donna.
Era stato asfissiante per la maggior tempo della sua vita, anche dopo Daemon.
Però quel giorno, per la prima volta da tempo, si sentì quasi a casa.
Vide quella Capitale per quello che poteva essere e non quello che era, dopotutto era un Sognatrice.
Bellarys era stata tutto il pomeriggio con Viserys e Rhaenyra. Lo avevano passato alla Fossa dei Draghi, avevano parlato, riso, pianto e osservato il fuoco illuminare l'oscurità.
Albalux non si fece trovare nella fossa, per questo ella dovette convocarlo con il loro legame magico ed egli atterrò all'esterno. Viserys capì che era diventato troppo imponente per entrare nel rifugio, era secondo solo a Vhagar.
Il re arrivava appena alla zampa della creatura, poteva coprire il sole e forse un giorno l'avrebbe fatto.
Viserys non si era mai fermato o lamentato per il dolore, era così entusiasta, si sentiva vivo. Rhaenyra provò la medesima cosa, non si era mai sentita più amata dal padre e forse per questo avrebbe dovuto ringraziare Bell.
Al castello gli altri erano preparati per la serata e altri avevano fatto lunghe conversazioni sui propri fallimenti, come i Verdi.
Il Concilio si era riunito per deliberare su Vaemond, la sua morte aveva messo i bastoni fra le ruote di Otto ma alcuni non avevano proferito parola, ancora scioccati dall'audacia di Bellarys.
Alicent capì di aver perso, era disposta a tutto per trovare un nuovo vantaggio ma per adesso doveva limitarsi ad andare a quella cena.
L'unico non invitato era Aedus.
Lui era un Martell, agli occhi di tutti, il figlio del Principe Dion e quindi non poteva parteciparvi. Neanche se il Re lo avesse chiesto, perché tutti si sarebbero fatti delle domande e forse avrebbero capito la risposta. Però questo non lo faceva sentire meglio.
Non si fidava di quelle persone, le sembrava che fosse tutto una trappola e il pensiero di lasciare Amarys lì, impreparata, lo innervosì.<<Vorrei che ci fossi anche tu ma...>>iniziò Viserys II.
<<Ma non faccio parte della famiglia, non sono un Targaryen>>Lo interruppe Aedus.
Aramis gli strinse una spalla, addolcendosi<<Fai più parte tu della nostra famiglia che quei mezzi Hightower. >>
<<É vero>>annuì Aerion.
Aedus e Aerion si scambiarono un'occhiata, uno sguardo che scaldò il ragazzo bruno. Lui sapeva la verità, il fatto che lo dicesse significava che era vero.
<<E poi sarà una serata terribile, sei più fortunato di noi a non venire>>commentò Jace appoggiato al muro.<<Patiremo tutti e Sette gli Inferi>>
<<Sempre ottimista, cugino>>sospirò Amarys.
Melisandre giunse le mani<<Andiamo, Principe Aedus, si è fatto tardi>>
Aedus sbuffò, sollevando una mano per tirarsi indietro la chioma castana e che Amarys fissò con attenzione. Fece un passo in avanti mentre gli altri iniziavano ad avvicinarsi al portone, lei gli afferrò il polso che tornava sul fianco e gli strinse le mani.
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𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐡𝐢𝐭𝐞 𝐓𝐚𝐦𝐞𝐫 - 𝐇𝐎𝐓𝐃
RandomLa Domatrice Bianca - House Of The Dragon. Il fuoco illumina le tenebre, forgia le più forti lame e brucia chi non è degno. Ma per Bellarys Targaryen, il fuoco, è ciò che ha nelle vene. Il suo nome proviene da un'antica parola valyriana, Bellator, o...