CAPITOLO 20

634 29 58
                                    

PIOGGIA DI FUOCO

Ci sono scelte che crediamo di prendere, come se fossimo imparziali e potenti.
Ma spesso si fa ciò che si sente, che si vuole e non si può scegliere cosa desiderare.
Si può tentare di lottare, di cercare abbastanza ragioni ma non si sta combattendo contro una decisione, ma solo contro sé stessi.
E non è mai una battaglia ad armi pari.
Il piano che Daemon aveva suggerito alla nipote era molto semplice; le aveva mostrato una porta segreta della sua stanza e la strada da percorrere sino al loro ritrovo.
Non sarebbero potuti uscire insieme da essa, o altri avrebbero compreso la fuga insieme. Dovevano essere visti in due luoghi separati, ad un orario in cui nemmeno la Regina avrebbe potuto disturbarla.
Ser Harwin sapeva che nascondevano qualcosa ma non intervenne, era una Guardia Cittadina e non una Reale, dunque non avere il dovere di avvisare nessuno.
Ma soprattutto preferiva di gran lunga Daemon rispetto a Cole, perché il primo puntava a liberarla da sé stessa.
A proposito del secondo, Bell sapeva che se Criston l'avesse saputo si sarebbe adirato ma non era nella sua natura frenare i propri istinti, lo amava ma quell'amore non doveva essere una prigione.
Ella non aveva alcuna impura intenzione, voleva solo sentirsi forte, sé stessa e Daemon era l'unico a desiderare quella parte di lei. Giocare con lui, litigarci era più intrigante di qualsiasi cosa.
Ogni volta che era al suo fianco si sentiva viva e doveva sapere come far continuare quella sensazione per sempre.
Dimenticò persino la loro discussione, partita da Lady Rhea.
Bellarys indossò gli abiti trovati nella sacca data da lui e non si sorprese di quanto fossero aderenti.
Portava una camicia grigia di cotone e sopra lungo un corpetto stretto di cuoio che le sollevava i seni. I pantaloni erano di pelle nera, fasciavano le sue lunghe gambe sino agli alti stivali di tessuto.
Si sentì piuttosto comoda, era bello non dover mettere una gonna ogni tanto.
I capelli bianchi li lasciò sulle spalle, coprendoli col cappuccio di un mantello nero.
Le uniche cose che lasciò del suo normale aspetto furono la collana di Daemon e l'anello di Criston, non riuscì proprio a toglierli.

All'ora stabilita si nascose dentro la porta segreta e percorse i corridoi prescelti, passò persino davanti al teschio di Baleon e questo la meravigliò

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

All'ora stabilita si nascose dentro la porta segreta e percorse i corridoi prescelti, passò persino davanti al teschio di Baleon e questo la meravigliò.
Continuò a camminare, contenta che non ci fossero guardie.
Quando salì l'ultima scalinata lo scorse, Daemon era appoggiato ad una parete.
Egli fece un sorrisetto quando la vide, per un istante aveva creduto non sarebbe venuta ma ora si sentì un vincitore.
Indossava un mantello che copriva i suoi capelli bianchi e i suoi vestiti, ma di certo ella poté incatenarsi ai suoi occhi viola.

<<Sei qui>>sussurrò.

<<Sono qui>>ripeté<<Ti ho preferito ad una Hightower>>

Lui ridacchiò e si staccò dalla parete<<Lo immaginavo>>

Quel comportamento la fece riflettere, si accorse dell'ora, della scala verso la città e comprese la verità, l'inganno che aveva compiuto.
Scosse il capo scioccata<<Aspetta, non c'era nessun incontro con Alicent, non è vero? Mi hai mentito?!>>

𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐡𝐢𝐭𝐞 𝐓𝐚𝐦𝐞𝐫 - 𝐇𝐎𝐓𝐃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora