L'ARTE DELL'ATTESA
Quante volte ci è capitato di volere qualcosa ma di desiderare anche il suo contrario?
È come se per fare tutto ciò che si desidera si dovrebbe pianificare un'intera vita ma avere tutto, per quanto si combatte per averlo, non è possibile.
Esiste un tempo per ogni cosa, se si è disposti ad attendere, ma nel frattempo alcuni desideri vanno persi.
Perché se il tempo non è infinito allora non si può avere tutto.
Per tutto il viaggio in carrozza Bellarys aveva continuato a stringere la sorella, in totale silenzio come tutta la notte.
Si era risvegliata poco prima dell'alba e si era seduta davanti al fuoco, conscendendosi di piangere di nascosto.
Non si sentiva libera nemmeno di mostrare quella sofferenza ma tra tutto quello, forse c'era una parte di lei contenta all'idea di diventare madre, ma l'avrebbe perso, si diceva, quindi perché coltivare tale gentile sentimento?
Bell non era ipocrita, riconosceva di aver ferito e tradito la fiducia di suo padre, non aveva mai pensato alle conseguenze di ciò che poteva capitare tra lei e Criston.
Non aveva più pensato al patto che avevano stretto, quello di scegliere l'amore sopra il dovere e adesso sapeva che qualche dio stava ridendo.
Ella non poteva odiare il padre, perché sapeva che aveva ragione, sapeva che era giustificato per la sua decisione.
Era lei ad aver macchiato il suo illibato, ad aver seguito Daemon e aver scelto di morire otto anni prima.
Non si pentiva di aver confessato alla sua famiglia la verità, questa era l'unica cosa che la confortava, un segreto in meno ma ora ne aveva uno in più.
Un figlio, continuava a ripetersi, la spaventava a morte.
Era una guerriera, le era stato insegnato solo a lottare, pianificare, influenzare ma nessuno le aveva mai parlato dell'essere madre, nemmeno Aemma.
Doveva affrontare tutto questo completamente sola, di nuovo.
Andare via era il solo modo per salvare ognuno di loro dallo scandalo, questo lo capiva ma non era ciò che voleva.
Non voleva abbandonare Rhaenyra o ciò che si era costruita lì, non voleva affidarsi al destino, o soffrire come allora.
A dire il vero non voleva un sacco di cose.
Quando scese dalla carrozza indossava un abito celeste dalla fantasia floreale, l'aveva scelto la sorella al posto di uno nero, che secondo lei avrebbe catturato l'attenzione.
Ma quell'ambito non rappresentava nulla di ciò che provava, non era lei.
Quel giorno non si sentiva sé stessa, era uno spettro fatto di illusioni e perdite.
Il vestito aveva le maniche di un tessuto trasparente e anche il petto ne era ricoperto, sotto si vedeva la catena di Daemon, che non era riuscita a togliere, così come l'anello di Cole al dito.
Ai piedi indossava delle ballerine turchine, le quali continuava a muovere frettolosamente per il nervosismo.
Rhaenyra le aveva legato i capelli con alcune ciocche unite da una treccia, era stato un gesto amorevole ma anche da farsi spezzare il cuore.Il porto era quasi semivuoto, la Guardia Reale aveva transennato la via principale per un veliero dorniano, lo stesso che ella aveva usato per tornare.
Quando ella scese non trovò molti ad attenderla, il Concilio non era presente, così come la Regina.
C'era suo padre con il Lord Comandante, Lord Strong e il figlio Harwin.
Quando alzò lo sguardo sulla nave non vide soldati dalle armature bianche ma nere e gialle, erano Cappe Dorate, gli stessi addestrati da Daemon.
Melisandre e Rhaenyra scesero prima di alcune serve; la prima rimase indietro sapendo quanto la Principessa fosse furibonda con lei e ne aveva tutte le ragioni. Era stata sua l'idea di andarsene e le aveva nascosto il suo stato per giorni interi.
Criston scese da cavallo e cercò lo sguardo della donna che amava ma ella non lo guardò direttamente, non ne aveva il coraggio.
Si sentiva in colpa per il bacio di Daemon e per il figlio che avrebbero avuto, non sapeva come confessarglielo senza rovinargli la vita.
Ella non avrebbe mai potuto svelare la verità della sua gravidanza e non poteva ribellarsi.
Non stava proteggendo solo sé stessa e Criston, ma la vita che aveva in grembo e così il futuro del mondo.
Sentiva di aver già perso.
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𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐡𝐢𝐭𝐞 𝐓𝐚𝐦𝐞𝐫 - 𝐇𝐎𝐓𝐃
RandomLa Domatrice Bianca - House Of The Dragon. Il fuoco illumina le tenebre, forgia le più forti lame e brucia chi non è degno. Ma per Bellarys Targaryen, il fuoco, è ciò che ha nelle vene. Il suo nome proviene da un'antica parola valyriana, Bellator, o...