CAPITOLO 38

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IL CANTO DEL RITORNO

L'esilio sembra una parola terribile, sinonimo di una lontananza straziante.
La sola parola fa apparire un'orda di immagini, persone che scappano, che vengono cacciate da ciò che amavano.
Talvolta, l'esilio, è in realtà un'opportunità, un luogo lontano dal caos.
Ogni cosa ha sue significati, d'amore e d'odio.
Forse non conta davvero dove si finisce, il dove in sé ma con chi.
Ogni cosa pare un tormento in completa solitudine, ma se si è insieme a chi si ama, tutto la sofferenza può guarire.
L'esilio diviene sinonimo di libertà.
Libertà d'amare, di volare, di gridare e desiderare.
Erano passati sei mesi da quando la famiglia di Bellarys si era trasferita a Roccia del Drago.
I suoi figli e quelli di Rhaenyra avevano fatto un cambiamento sorprendente.
Erano come dei veri draghi, finalmente non obbligati a crescere in cattività.
Il matrimonio di Bell e Daemon era tornato come un tempo, come quando si erano sposati su quelle stesse spiagge.
Tutto andava bene, nonostante la mancanza di Viserys.

<<Sei certa che non sia meglio accoglierli nella stanza del Trono? Sarebbe più diplomatico>>

Daemon mise una mano sulla cinta, guardando il mare bagnare la riva.
Era pomeriggio inoltrato e le nuvole si erano abbassate, credeva che prima o poi ci sarebbe stata una tempesta.
Vestiva di nero, come sempre e non gradiva nulla di quel momento, era contrario, nervoso.
Pensava che le conseguenze avrebbero potuto minare il suo sangue.
Si voltò verso la donna al suo fianco, aveva le guance arrossate e si mordeva le labbra agitata.

<<Non voglio spaventarlo. Non sono la sua futura Regina, sono sua madre>>mormorò<<Voglio essere solo essere sua madre>>

Bellarys finalmente lo guardò e lui cedette alla sua bellezza.
La morte di sei mesi prima le aveva dato una sorta di aurea divina e ancora non se n'era andata.

<<Lo comprendo ma qui si presenterà come il figlio del Principe Dion Martell, agli atti risulterà come un'alleanza per richiesta d'asilo>>

<<Le formalità saranno necessarie più tardi>>

<<Anche per i nostri di figli?>>

A questo si raddrizzò<<Cosa vuoi dire?>>

<<Sai bene cosa voglio dire, Bellarys>>

Non ne era certa.
Daemon era combattuto, da una parte appoggiava la presenza di Aedus tra i suoi figli ma dall'altra non voleva che divenisse più importante di loro.

<<È mio figlio, solo mio. E' una mia scelta>>mormorò<<Meritano di crescere insieme, come una cucciolata di draghi. I miei draghi.>>

<<I draghi non nascondono la loro natura.>>

<<Hai detto che eri d'accordo sull'aspettare>>aprì la bocca.

Annuì<<Lo sono ancora, sono troppo piccoli per sapere che hanno un fratello illegittimo. Ma è anche pericoloso mentirgli, si sentiranno traditi quando cresceranno>>

<<Me ne prenderò la responsabilità e li stiamo crescendo per essere migliori di chi ci ha proceduto. Sanno che i figli di Rhaenyra sono illegittimi e gli vogliono comunque bene>>

<<Ma tuo figlio non è come loro, fa parte della tua profezia.>>

Sospirò, non voleva discutere<<Sì, ed è per questo che non devono sapere, non per ora. Sono piccoli, non capirebbero l'importanza di mantenere il segreto. Potrebbero farselo scappare>>

Bellarys aveva deciso e Daemon era combattuto; da una parte voleva che i suoi figli sapessero con chi stavano per avere a che fare ma dall'altra sapeva che la scelta giusta era quella di tenerli all'oscuro.
Per la sicurezza di tutti quanti dovevano mantenere il segreto, così che non venisse messa in discussione la legittimità di Bell al Trono e la sua dinastia futura.

𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐡𝐢𝐭𝐞 𝐓𝐚𝐦𝐞𝐫 - 𝐇𝐎𝐓𝐃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora