CAPITOLO 4

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SANGUE E FEDE

Quel pomeriggio il tempo era ancora fermo, intento a dare un po' di pace ai suoi poveri condannati. L'aria era più soffice, il sole era basso e filtrava tra le foglie rosse dell'antico albero dove le due sorelle riposavano.
Era sedute dinanzi alle radici, che sembravano lunghe braccia pronte a circondarle. I giardini reali erano stranamente deserti quel giorno, ma era una cosa buona, le giovani avevano bisogno di passare più tempo insieme.
Era l'ora di conoscersi.
Bellarys aveva le gambe distese e Rhaenyra aveva la testa appoggiata su esse, così la maggiore poteva giocare coi suoi capelli. La minore invece muoveva le pagine di un antico libro, su cui doveva essere pronta.

<<Quel genere di libri non ti aiuteranno, Piccolo Drago. Non si può imparare qualcosa se non si desidera veramente farlo>>le disse.

Sorrise<<E tu come hai fatto? Da bambina avevi decine di precettori>>

<<Nostra madre aveva scelto quelli meno severi>>rise<<Ma a Dorne non mi è servito occupare il tempo con altri maestri, ne ho avuti pochi ma buoni>>

<<Parli di Lady Melisandre?>>le chiese<<Non comprendo la natura del vostro rapporto>>

<<Nemmeno io>>ridacchiò ancora<<Melisandre è tutto quello che vuoi che sia; un supporto, una scocciatrice, una saggia amica e a volte una nemica. Mi ha spronato a cambiare, ad elevarmi da chi ero. Mi ha salvata in più modi di quanti vorrei>>

<<Dovresti dirle di darmi qualche lezione, mi servirebbe. Così sarei come te>>

Scosse il capo<<Non dovresti essere affatto come me>>

<<Perché? Sei impeccabile. Cavalchi un drago senza sella, parli moltissime lingue e conosci ogni storia, ogni leggenda ed etichetta>>

<<E' solo la maniera in cui sono cresciuta. Mi hanno forgiata come si fa con una spada, non direi che è stata una mia scelta>>

Rhaenyra cambiò espressione<<Desidereresti non essere una Targaryen?>>

<<Mai! Io non cambierei mai chi sono. Non rimpiango la mia famiglia, il mio aspetto o il mio nome. Amo essere una Targaryen, più di tutto. Non solo per i draghi o i capelli ...>>l'altra scoppiò a ridere<<Noi siamo la cosa più vicina agli dèi, è nel nostro sangue avere fede e potere>>

<<Come questo caducifoglie?>>chiese indicando la pianta alle loro spalle. <<Nostra madre mi ha detto che ti nascondevi qui una volta>>

<<Ammiro gli alberi-diga>>sorrise dolcemente<<Li hai studiati?>>

Il medesimo esemplare aveva foglie rosso sangue, a cinque punte, e resina dello stesso colore. La liscia corteccia che formava l'ampio tronco era di bianco sporco, come quello delle ossa. La maggior parte avevano i volti intagliati, opera dei Figlia della Foresta nell'antichità. In alcuni casi, la resina si raccoglieva nelle fessure create ad imitazione di occhi umani, dando l'impressione che la pianta piangesse lacrime di sangue.

<<È quello che tento di fare ma sei una distrazione, sorella>>

<<Potrei essere qualcos'altro, magari la tua insegnante>>propose<<Ricordo parecchio, il Vecchio Re si sedeva qui con me>>

Rhaenyra annuì, chiuse il manoscritto e la guardò da sotto<<Ebbene, insegnami>>

Bellarys si sentì fiera di sé stessa, per una volta tutte le sue conoscenze sembravano servire e non per dovere. Condividere per ella era difficile, le era stato imposto di non farlo mai con la verità ma per sua sorella avrebbe sfidato ogni patto.

𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐡𝐢𝐭𝐞 𝐓𝐚𝐦𝐞𝐫 - 𝐇𝐎𝐓𝐃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora