CAPITOLO 10

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LA PRESCELTA

Ci sono due tipi di persone che reagiscono al cambiamento.
La prima lo vede arrivare, tenta di comprenderlo e di accettarlo, forse non con semplicità ma alla fine riesce a farsi travolgere da tale mutamento. Ne diventa parte.
La seconda tiene una mano sugli occhi, per non vedere e quando non può più negare la realtà, allora fa di tutto per distruggerla. Si tratta di incapacità nell'accogliere ciò che è diverso, nuovo perché sconosciuto.
È comodo abituarsi alle tradizioni, all'invariabile scorrere del tempo per persone del genere, crea stabilità e sicurezza.
Mentre un cambiamento è una nuova via piena di sassi.
Eppure, non esiste cambiamento che porta con sé un folclore, un sogno tramandato da qualcuno. Ed era questo a cui Re Viserys I pensava, il motivo per cui era il sovrano era che nessuno aveva intenzione di modificare ciò che era ma lui sì, era un uomo aperto.
Aveva fatto convocare il Concilio quella mattina, la notte era stata tremenda ma aveva portato con sé altrettante tremende verità.
Le parole di Daemon erano incise sulla sua pelle, come in fondo era capitato anche alla figlia.
Era seduto lungo il tavolo, i membri lo guardavano col capo chinato mentre Rhaenyra versava vino con sguardo assente. Le sarebbe piaciuto vedere la sorella ma non aveva idea se stesse ancora dormendo, dall'altra parte era in collera col padre per la sua mancata attenzione.

<<Mio Re>>parlò Otto<<Perché esattamente siamo qui? Dovresti riposare>>

<<Riposerò da morto, se gli dèi me lo concederanno>>mormorò.<<Riguarda la mia successione, di cui so volete discutere>>

<<Le recenti tragedie ti hanno privato di un legittimo erede, certo e sarebbe il momento di decretarlo fermamente >>

Corlys non era un ammiratore del Primo Cavaliere e non era l'unico in quella sala, perché qualcun altro stavo ascoltando<<Il Re ne ha già uno.>>

Strong sollevò un sopracciglio<<È già evidente la successione, per legge>>

<<Facciamo il suo nome? Deamon Targaryen>>

Nessuno di loro sapeva cos'era accaduto nella sala del Trono ma Daemon aveva scelto di partecipare a quella riunione a modo suo, era nascosto dietro ad un pannello segreto.
Se doveva andarsene, doveva sapere quali erano i suoi alleati, doveva sapere di aver davvero perso.
Mellos sospirò<<Se Daemon rimanesse l'erede indiscusso finirebbe per destabilizzare il regno.>>

<<Il reame o questo Concilio?>>continuò Corlys, facendo sorridere il Principe.

Viserys era stanco, litigare era l'ultima cosa che voleva. Come Re non sembrava avere tutto questo diritto di parola ma tutti avevano la loro opinione.
Fece un lungo respiro, persino Deamon lo notò da lontano.
Cosa aspettava per farsi valere? Per dire cosa aveva deciso? Perché ascoltava quelle chiacchiere? Semplice, per prendere coraggio.
Non sapeva come ammettere la sua idea, non perché non credesse in essa ma perché avrebbe cambiato l'intera storia dei Sette Regni.
Una parola, un nome e non avrebbe potuto più rimangiarselo.

<<Nessuno saprebbe cosa farebbe Deamon se fosse Re ma non si può dubitare della sua ambizione e dei suoi precedenti. Ha un'armata di duemila soldati delle Cappe Dorate, che è totalmente fedele a lui>>commentò Otto. <<Sappiamo tutti che dovrebbe stare molto lontano dal Reame>>

<<Deamon è mio fratello. Io posso parlarne come voglio, tu no>>lo ammonì.

Il Gran Maestro annuì<<Altezza, questo è vero ma se gli dèi volessero colpirti con un'altra tragedia pianificata o accidentale...>>

<<Dobbiamo essere pronti!>>finì la frase il signore del Conio.

<<Ma a parte Deamon nessun'altro ne avrebbe diritto!>>parlò Strong.

𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐡𝐢𝐭𝐞 𝐓𝐚𝐦𝐞𝐫 - 𝐇𝐎𝐓𝐃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora