CAPITOLO 35

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ALTA MAREA

Ci sono dei sogni che sono in grado di avere un potere ineluttabile, eterno.
Possono creare imperi, dinastie, speranze persino.
Ma gli incubi sono molto più potenti dei sogni.
Possono trasformarsi nella vita stessa, finché non si riconosce più la differenza tra il dormire e il restare sveglio.
Bellarys non era certa  della realtà che stava vivendo, come se non si fosse mai svegliata accanto ai suoi figli e nipoti, a volte pensava di essere ancora in un incubo.
Tutto pareva reale ma in qualche modo era anche sbagliato, lontano da tutto ciò che conosceva.
L'assenza di Harwin sembrava un'illusione, una convinzione della sua mente ma il suo corpo sembrava non averlo realizzato.
Le capitava di girarsi in continuazione per cercarlo, per afferrargli il braccio, per dirgli qualcosa ma ogni volta che non lo scorgeva sentiva di nuovo un tuffo al cuore. Dimenticava in continuazione di averlo perso.
Ma quello che più detestava era il modo in cui tutti la trattavano o solo guardavano, come se fosse  un pezzo di cristallo a cui sarebbe bastata un'altra spinta per andare in frantumi.
Forse lo detestava perché sapeva che era vero.
Tutto quel dolore era incessante ma aveva fatto come sua madre le aveva chiesto: lo aveva reso solo suo, chiudendolo in una parte di sé per non affrontarlo, che fosse giusto o sbagliato non aveva importanza. Driftmark aveva qualcosa di malinconico, pensò Bell. L'ultima volta che vi si era recata era per la proposta di matrimonio di Laenor e Rhaenyra, sembrava essere passata un'eternità da quella orribile notte.

Il ricordo della Sala del Trono di Legno le aleggiò davanti agli occhi diverse volte, rammentando che anche l'altra volta era giunta qui col cuore spezzato: allora aveva perso Aedus. Pensò che fosse una maledizione, recarsi lì portava sfortuna.  Ricordava tutto di quel posto ma era rimasta sorpresa del rumore del mare, ormai terribilmente vicino per la cerimonia. I Targaryen venivano bruciati dai loro draghi, così che potessero vivere per sempre nelle fiamme ma i Velaryon venivano lasciati in mare, abbandonati tra le onde e la quiete degli abissi.
Bell pensava che non ci fosse cosa peggiore, le sembrava crudele rinchiudere un'anima fino ad annegarla, imprigionarla per sempre. Il fuoco liberava.
Ma, allora, perché le aveva portato via Harwin?
Le sue convinzione tremavano dal giorno della partenza, nulla era più lo stesso. Daemon sembrava contento di aver trovato una scusa per andarsene d'Approdo del Re e i suoi figli erano d'accordo con lui, tanto che durante tutto il viaggio si erano divertiti a guardare i draghi volare.
Bellarys era rimasta sempre fuori coperta, sotto lo sguardo preoccupato di Viserys e di rado aveva parlato. Aveva passato ore con gli occhi esausti fissi su Albalux, che aveva volato con le ali distese sopra la loro nave senza mai allontanarsi, il che era sconcertante per molti.
Ma Albalux lo sentiva quel nitido dolore, quell'acuta angoscia.  E lo percepiva ogni istante, anche durante la celebrazione mentre era appollaiato sul castello con lo sguardo verso il porto.
Bellarys cercava di concentrarsi sulle parole, sulla bara di pietra di Laena Velaryon ma non ci riusciva.
Vedeva solo quella di Harwin. Indossava un abito nero, gli lasciava le spalle nude e poi le fasciava le braccia adornate di draghi oro. La gonna era liscia, scendeva abbastanza da coprire la sua gravidanza e uno spacco era la sola traccia che era rimasta della vecchia Bell.
I disegni ricamati erano riprese sul bordo e lei non faceva che fissarli, proprio dove spuntavano un paio di ballerine a punta di tessuto scuro e altro oro.
La collana restava sempre sulla sua pelle, quasi fosse parte delle sue ossa e del suo sangue ma non solo. Tra le dita vi era il suo anello, in quel giorno credeva di dover sentire Aedus vicino per quanto fosse lontano.
I lunghi capelli argentati erano stati pettinati fino a diventare lisci e sopra portava un diadema ancestrale che si intrecciava tra fili neri e una spilla.

 I lunghi capelli argentati erano stati pettinati fino a diventare lisci e sopra portava un diadema ancestrale che si intrecciava tra fili neri e una spilla

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𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐡𝐢𝐭𝐞 𝐓𝐚𝐦𝐞𝐫 - 𝐇𝐎𝐓𝐃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora