CAPITOLO 51

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ESTINZIONE


A volte, gli incubi, diventano reali.
La nostra peggior paura, ciò da cui cerchiamo di scappare quando abbiamo gli occhi aperti, può presentarsi davanti a noi. Possiamo riconoscerlo subito, o possiamo fare di tutto per evitarlo.
Ma gli incubi sono inevitabili.
Bellarys, nel momento in cui aprì gli occhi, pensò di trovarsi in un incubo diverso da quelli che aveva avuto.
Da bambina sognava cose così meravigliose da svegliarsi gridando, perché sapeva che non le avrebbe mai avute. Ma quel giorno, capì che l'incapacità di sognare era anche peggio.
Mise a fuoco la stanza in cui si trovava, improvvisata nella fortezza di Harrenhal.
Non ricordava di esserci tornata, era crollata dopo un pianto sulla schiena di Albalux.

<<Madre?>>

Aramis era ai piedi del suo letto, pallido come un lenzuolo e per un attimo le parve di vederlo ancora come quando era un bambino.
Lui si mosse per aiutarla, il letto le sembrava bagnato e si sentiva così sudata, come se fosse andata a fuoco.
Si lasciò toccare, anche se Aramis si morse le labbra per quanto la sua pelle era bollente e alla fine si sedette, appoggiata ad una pila di cuscini.

<<Do-dove sono tutti?>>sussurrò, con voce roca.

<<Li desideri qui? Ora?>>

Sembrava preoccupato e contrariato, i suoi occhi lilla le chiedevano pace, un po' di riposo. Ma ogni parte di lei era tesa, così allungò una mano verso la coscia, alzò la vestaglia e trovo la sua pelle candida.
Il Signore della Luce l'aveva guarita, ma aveva anche lasciato una cicatrice chiarissima.
Per ricordarle qualcosa.
E lei lo fece, ricordò tutto in un lampo accecante che le spezzò il respiro.
Lucerys che veniva attaccato da Aemond, l'urlo di dolore di Laenor e quello vendicativo di Rhaenys. L'aveva salvata ed era morta.
Chiuse gli occhi, cercando di controllare le lacrime.

<<Sì, ora>>

Voleva trovare la forza di alzarsi, di aprire l'armadio e di trovare qualcosa da indossare. Una veste da guerra sarebbe stata perfetta, ma la sua volontà non ebbe la meglio sul suo corpo stanco.
Sentiva ancora i ruggiti dei draghi, il suo mentre distruggeva la fortezza, mentre tutti scappavano da lei.
Non si accorse neanche che Aramis era uscito e aveva aperto le porte, mentre dei passi affrettati arrivavano dal corridoio.
Daemon entrò per primo e puntò gli occhi sulla moglie, facendo un sospiro di sollievo dopo aver visto lo stato in cui era tornata.
Voleva toccarla, voleva vedere se era reale ma non osò.
Bell sfuggì dal suo sguardo, una cosa che mai aveva fatto prima e passò in rassegna gli altri.
Cregan, Harrold, Corlys, Viserys, Jace, Aerion e Mysaria.
Rhaenyra non c'era.
Si vergognava troppo per chiedere di lei.

<<Come ti senti?>>domandò Viserys, aveva il viso molto stanco e gli occhi lucidi.

Mentì<<Sto bene>>

<<Quando sei arrivata...>>la voce di Aerion si fermò<<Mamma, grondavi di sangue. Albalux ha fatto avvicinare solo papà per prenderti>>

<<Non me lo ricordo>>ammise.

<<Deliravi>>commentò Daemon.

Trovò i suoi occhi, quelli che conosceva così bene e che amava, che l'avevano ferita. Non le piacque sentirlo dire, lo fulminò iniziando sentire la rabbia salire.

<<Non sono impazzita>>ringhiò.

<<No, non è ciò che ho detto>>corrugò la fronte, confuso<<Avevi perso molto sangue e ti è venuta una terribile febbre.>>

Abbassò le spalle, rilassandosi.
L'idea che pensassero che era folle, che sapessero quello che le stava succedendo, la terrorizzava.
Non dovevano sapere delle visioni, delle voci, di quella furia divina che l'aveva spinta a finire quella battaglia. Nessuno doveva saperlo.
Chi mai avrebbe voluto una Regina Folle?

𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐡𝐢𝐭𝐞 𝐓𝐚𝐦𝐞𝐫 - 𝐇𝐎𝐓𝐃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora