DESTINATI A
BRUCIARE INSIEMEIn questo mondo è raro nascere con un sogno, un obiettivo inattaccabile che coincide con ogni desiderio e che diviene uno scopo.
Perché è tanto raro?
Perché nessuno nasce sapendo ciò che vuole e se accade, la vita, gli eventi lo cambiano.
Vivendo si scoprono nuovi mondi, nuovi colori e opportunità, si può tentare di combattere per la volontà di rimanere dove si era, con chi si era.
Ma farlo rende tutto una bugia, una finzione e alla fine si capisce di non stare affatto vivendo ma di star sopravvivendo.
E chi mai vorrebbe una vita a metà?
Si nasce in un modo, ma poi si cambia, si ama, si perde e si trovano nuove ragioni per cui andare avanti.
Si trovano nuovi desideri per cui vale la pena respirare o bruciare.
Daemon Targaryen aveva vissuto nell'ossessione di seguire un fine che non gli era mai davvero appartenuto e aveva compiuto l'impossibile per restargli fedele.
Finché neanche la fiducia gli era rimasta, non rammentava più la ragione delle sue azioni ed era perché qualcuno aveva stravolto la sua vita.
Erano passati sette giorni dal matrimonio di Rhaenyra e Laenor, celebrato la stessa sera dell'omicidio di Joffrey, sotto il volere dei Velaryon e del Re.
Non fu affatto romantico o allegro ma nemmeno un'assoluta tragedia.
Perché il Principe Daemon aveva avuto il coraggio di cambiare direzione, di percorrere una via completamente differente e sconosciuta, fatta di un fuoco molto più rovente.
El'unico fuoco capace di fargli del male era quello di Bellarys.
Ecco la verità che sarebbe stata tramandata per secoli: quando Daemon si inginocchiò, nella Sala del Trono, abbandonò il proprio orgoglio, la propria ira.
Mostrò ciò che Bellarys aveva già intravisto una volta : il suo cuore.
Il Re era rimasto molto colpito da quel gesto, non solo aveva salvato la figlia ma si era inchinato con totale devozione.
Rammentò di aver detto, molto tempo prima, che avrebbe perdonato il fratello solo in quel caso.
Lo aveva sempre reputato impossibile ma, in quel momento, ebbe dinanzi a sé la prova di essersi sbagliato.
Daemon era capace di amare.
Eppure, nonostante fosse il Re, quella scelta non spettava a lui, spettava alla figlia.
Ella si sentì in un modo inspiegabile, quasi miracoloso.
La rabbia era stato il suo rimedio, l'aveva sempre spronata alla lucidità ma solo allora aveva capito di non essere mai stata più ceca.
Non aveva voluto vedere la verità.
Lei non aveva mai desiderato una sua resa, non voleva vincere su di lui.
Perciò scelse di inginocchiarsi a sua volta e di sollevargli il mento, solo per bruciare nei suoi occhi.<<Voglio te, Daemon>> questo aveva detto alta voce.
A distanza di quel tempo egli non aveva smesso di sentire nella propria mente quelle ineluttabili parole.
Ora si trovava su una terrazza di Roccia del Drago, solo, fissava senza sosta il sole che scendeva lentamente e odiava qualsiasi Dio lo rallentasse.
Perché?
Perché i matrimoni valyriani venivano celebrati solo al tramonto.
Daemon sorrise a sé stesso nel sapere che mancava così poco ad avere ciò che voleva. Avrebbe sposato la Principessa Bellarys e nessuno li avrebbe mai più ostacolati.
Tale antica cerimonia era molto complessa e soprattutto gli sposi erano membri reali, destinati a regnare sui Sette Regni.
Quindi al ricevimento ci sarebbero dovuti essere i lord e le lady delle più grandi casate, anche se all'appello dovettero mancare i Martell.
Alla fine gli invitati erano il doppio rispetto al matrimonio ad Approdo del Re, anche perché Daemon aveva voluto dei festeggiamenti degni di veri draghi, che nessuno avrebbe potuto dimenticare.
I preparativi avevano rubato molto tempo ad entrambi ma era giusto, perché per tradizione non si sarebbero dovuti vedere sino al giorno prestabilito.
Qualche giorno prima avevano parlato attraverso una porta, per due ore.
Questa era l'unica cosa per cui si stava innervosendo, perché non l'aveva ancora vista di persona, se non di sfuggita come quella stessa mattina, quando ella arrivata sul dorso del proprio drago.
Venne risvegliato dai propri pensieri nel momento in cui udì qualcuno schiarirsi la voce.
Re Viserys I era fermo dietro di lui e guardava il suo completo ancestrale, appartenente a quella casata da generazioni ma non era più stato messo dopo Aegon. Nero e rosso regnavano e sulla schiena vi era il simbolo della casa, solo i polsini erano bianchi.
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𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐡𝐢𝐭𝐞 𝐓𝐚𝐦𝐞𝐫 - 𝐇𝐎𝐓𝐃
RandomLa Domatrice Bianca - House Of The Dragon. Il fuoco illumina le tenebre, forgia le più forti lame e brucia chi non è degno. Ma per Bellarys Targaryen, il fuoco, è ciò che ha nelle vene. Il suo nome proviene da un'antica parola valyriana, Bellator, o...