CAPITOLO 15

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COLPEVOLE D'AMORE

Ci sono delle scelte nella vita di ognuno che possono modellare il proprio destino, persino la propria anima.
Una scelta è immutabile, non può cambiare, non può essere presa con vera imparzialità.
Dunque, qualsiasi decisione definisce il carattere, rende colpevoli.
A volte anche le scelte meno volontarie rivelano il cuore di una persona.
Era passato un anno da quando le vite di Rhaenyra e Bellarys si erano fatte sempre più solitarie, immerse nel tradimento e nella rabbia.
In dodici mesi erano accadute svariate cose, dal matrimonio del padre con Alicent Hightower alla nascita del loro primo figlio, il principe Aegon II. 
Bellarys non era stata crudele, non le serviva a nulla esserlo, si era limitata a vestirsi di nero in entrambe le occasioni e quello era stato notato eccome.
La sua rabbia per Alicent non riguarda in prima persona lei ma come si era comportata con la sorella, e non poteva perdonare nessuno che le facesse del male.
Durante quell'anno ella si era rifugiata nella sua sempre più grande amicizia con Ser Harwin, figlio del Maestro delle Leggi.
Allora era una guardia cittadina che lavorava a palazzo e che il padre le aveva affiancato per proteggerla dato la fama di grande combattente.
Harwin era l'unico a non sottovalutarla e questo perché aveva scoperto quanto feroce in combattimento ella fosse.
Nemmeno Viserys o Rhaenyra sapevano del suo addestramento e quindi nemmeno delle volte in cui i due segreti amici scappavano nei giardini per divertirsi.
Lei adorava stare con lui, era sincero ed ironico. Se doveva colpirla non lo faceva con delicatezza perché donna o principessa.
La rispettava tanto da non dover fingere.
Era esattamente quello di cui Bellarys aveva bisogno, smettere di recitare la parte della damigella più bella che forte. 
Una forza che Daemon Targaryen aveva risvegliato una volta sola.
Il medesimo non era più tornato ma si sapeva dov'era. 
Dopo il matrimonio Lord Corlys se n'era andato da Approdo del Re, era tornato a Driftmark e aveva incontrato in segreto Daemon, chiedendo un'alleanza per mostrare il potere che avevano sui nemici della Triarchia.
I due avevano dichiarato guerra alle Stepstones e al Nutri-granchi, lottando al posto del Re come avrebbe dovuto fare. Bellarys sosteneva quella guerra, trovava fosse giusto l'ideale di Corlys ma al Concilio nessuno era d'accordo con lei. 
Il motivo era ovvio, se ne sarebbero presi i meriti solo in caso di vittoria.
Una vittoria che Bell sapeva come conquistare, le sarebbe bastato volare su Albalux e aiutare Caraxes nella battaglia. Ma non aveva la libertà che aveva avuto un tempo, quindi si prendeva quelle che poteva.
C'era stato un breve festeggiamento per Aegon prima della partenza per la grande ciaccia ma le due sorelle avevano deciso di non andarci.
Erano rimaste a leggere sotto il loro albero preferito e ad ascoltare ballate.
Criston era stato con loro, come Protettore Giurato ma non aveva potuto obiettare alla loro scelta.
Sapeva quanto Bell fosse testarda e la prova era stata che in quell'anno le cose tra di loro si erano fatte di ghiaccio, a malapena gli parlava.
Ser Cole l'amava ancora ma si trattava di spezzare il suo giuramento al mantello bianco, e se l'avesse toccata ancora avrebbe sacrificato il suo dovere.
Quindi resisteva, la seguiva ed obbediva ma non si sbilanciava mai.
A quello ci pensava Lady Melisandre, sempre pronta a sgridarla.
E a sgridarla era pronto anche il Re, dato che fu l'ultima ad arrivare al carro per la partenza della Caccia Reale.
Era salita su codesto mezzo solo per non abbandonare la sorella ma odiò ogni istante sino al Bosco del Re e si fece forza nei suoi abiti.
Di fatto era vestita in un modo che metteva in soggezione tutti i presenti, nessun abito ma sicuramente vestiva di nero.
Fu la seconda volta che il sovrano la vide vestita in modo bellico, dopo gli avvenimenti di Roccia del Drago.
Aveva i lunghi capelli bianchi stretti in una coda alta creata con delle grandi trecce intorno al capo, una spilla dorata arrivata da Lancia del Sole, era l'unico colore diverso dal nero. Indossava un corpetto di due tessuti legati sul petto, che scendevano dalle spalle rigide ed intrepide. 
Intorno alla vita vi era una cintura larga, che permetteva al tessuto di scendere per non mostrare del tutto i pantaloni di pelle aderenti, erano più in vista gli alt stivali scuri sino alle ginocchia.
Le braccia non erano completamente libere, vi erano dei lunghi guanti che salivano fino ai gomiti fatti sempre di tessuto mentre le dita restavano scoperte. Avendo il viso libero dai capelli aveva scelto degli orecchini con delle gemme nere.

𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐡𝐢𝐭𝐞 𝐓𝐚𝐦𝐞𝐫 - 𝐇𝐎𝐓𝐃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora